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Il vino cinese non è solo afflitto dalla piaga dei prodotti contraffatti di scarsa qualità, ma soffre anche la concorrenza dei marchi stranieri, così si è espresso Qian Bin, funzionario responsabile per la regolamentazione delle operazioni di mercato del ministero del Commercio cinese in una conferenza stampa svoltasi ieri a seguito dei sequestri di vino adulterato avvenuti giorni fa nella contea di Changli.

Lo riferisce il Quotidiano del popolo on line che ricorda come sui mercati cinesi tra i molti vini stranieri vengano preferiti quelli francesi, attualmente non di alta qualità, ma ancora venduti a prezzi elevati. Dal 2004 al 2009, il valore del vino importato in Cina è aumentato di 3,2 volte, passando da 250 milioni di dollari a 1,05 miliardi di dollari.


Sei persone sono state arrestate e diverse cantine chiuse dopo che le autorità hanno scoperto migliaia di bottiglie di vino corretto con acqua zuccherina, coloranti chimici ed aromi artificiali che venivano poi commercializzate con marchi famosi. È accaduto nella contea di Changli, nella provincia centrale dell'Hebei, una delle zone vinicole più vocate della Cina.

Secondo l’agenzia Nuova Cina, le autorità provinciali hanno imposto la chiusura di una trentina di imprese vinicole e più di 5000 cartoni di bottiglie sono state sequestrate, ma non è nota la quantità già in vendita nei negozi.


Il Barolo della vigna del Conte di Cavour diventerà un simbolo dei 150 anni dell’Unità d’Italia. Lo ha proposto il ministro dell’Agricoltura Giancarlo Galan, che in una nota ha espresso l’intenzione di ‘dar vita a un progetto assieme ai sindaci di Grinzane Cavour, Alba e di tutti coloro che da anni seguono con interesse e passione le questioni legate alla vigna di Cavour, finalizzato a valorizzare un Barolo che può, magari con il diretto interessamento del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, diventare il vino simbolo delle prossime ricorrenze per i 150 anni dell'Unità d'Italia’.

I tempi sono però ormai stretti: a gennaio iniziano le manifestazioni per i 150anni e il vino si trova ancora nelle cantine di Gigi Rosso, Ceretto e della Cooperativa Terre del Barolo, le tre società che negli ultimi anni si sono occupati di vinificare le uve della vigna intorno al Castello di Grinzane in collaborazione con la Scuola Enologica di Alba. ‘Se si deve dare ad un’agenzia la commissione per fare un’etichetta alla confezione, stamparla materialmente, darla a noi per porla sulle bottiglie, non so quando si può fare’, dice Claudio Rosso.


Si chiama Chicco d’uva ed è il nuovo prodotto lanciato dalla Cantina Formigine Pedemontana. È un succo d’uva contenente il 90 per cento di uva Grasparossa, rigorosamente analcolico, ma dal colore e profumo che ricordano il vino dei ‘grandi’. Venduto in confezioni Tetrapak da un litro, costa 1,90 euro, e per ora la commercializzazione avviene direttamente in cantina.

‘Chicco d’uva non vuole sicuramente avvicinare i bambini all’alcol - sottolinea Alberto Vaccari, presidente della cooperativa vitivinicola formiginese – ma è importante far conoscere ai nostri bambini i gusti della nostra tradizione ovviamente con prodotti dedicati a loro legati alla nostra terra, che valorizzano il territorio’.


Sono stati firmati dal ministro delle politiche agricole quattro importanti decreti riguardanti il settore del vino che modernizzano il comparto, fissando nuove regole per il riconoscimento della qualità, della tutela e dell’accesso per le produzioni vitivinicole.

Il primo ha come obiettivo la semplificazione amministrativa degli strumenti e delle procedure per i produttori, gli enti e gli organismi preposti alla gestione delle Doc e Igt. Inoltre il decreto disciplina il diritto di accesso al cosiddetto 'sportello unico', il sistema informativo agricolo nazionale, mentre la gestione del potenziale agricolo verrà disciplinata non solo per i vini Doc e Igt ma per tutte le categorie di prodotti vitivinicoli.

Il secondo decreto recepisce le innovazioni introdotte dalla riforma dell’Ocm vino in materia di costituzione e riconoscimento dei consorzi di tutela. Il terzo modifica il Dm 6 agosto 2009 sull’esame delle domande di protezione delle Dop e delle Igp per adeguarlo ai nuovi riferimenti normativi nazionali e comunitari. Il quarto, infine, ridefinisce la disciplina dei concorsi enologici.


Il 18,1% delle famiglie francesi compra vino confezionato in bag-in-box, lo affermano i dati pubblicati ieri da FranceAgriMer. Un confezionamento che per la sua praticità sembra fidelizzare il cliente, visto che il 68,6% delle famiglie ritorna in negozio per comprare di nuovo.

I consumatori preferiscono soprattutto i contenitori da tre e da cinque litri (il 70% delle vendite di bag-in-box) ma non sono statisticamente molto giovani, vista l’età media tra i 50 e i 65 anni. Il bag-in-box è uno dei pochi segmenti del mercato del vino in Francia, sottolinea FranceAgriMer, che registra un incremento costante delle vendite nel corso degli ultimi dieci anni.


Il Comitato nazionale per la tutela delle denominazioni di origine e delle indicazioni geografiche tipiche dei vini ha approvato l'istituzione della nuova Doc dei vini Spoleto e il relativo disciplinare di produzione. La zona di produzione comprende parte dei comuni di Spoleto, Campello sul Clitunno, Castel Ritaldi, Foligno, Montefalco e Trevi, e prevede le tipologie di vini Bianco, Trebbiano Spoletino, Spumante e Passito.

Nel corso della stessa riunione del Comitato sono state anche approvate alcune modifiche ai disciplinari dei vini Doc Colli del Trasimeno e Lago di Corbara.


La Federazione spagnola del vino (Fev) e la Conferenza spagnola dei consigli regolatori vitivinícoli (Cecrv), due organizzazioni rappresentative del settore del vino e delle denominazioni d'origine, hanno raggiunto un accordo di collaborazione per lanciare una campagna di informazione per la promozione del vino e per diffondere il consumo moderato e responsabile di vino. La Spagna, ricordano i promotori, nonostante sia il terzo paese produttore al mondo di vino ha uno dei tassi di consumo pro capite più bassi.

Le due organizzazioni hanno chiesto al ministero spagnolo dell’Ambiente e dello sviluppo rurale il sostegno finanziario necessario, il tutto nel quadro del progetto per la informazione e promozione dei prodotti alimentari nell'Unione europea. Una volta ottenuto il finanziamento ministeriale, la campagna si svolgerà sotto lo slogan 'Chi sa bere sa vivere' e inizierà nell'autunno del 2011 per concludersi nel 2013.


'Le cooperative del comparto vitivinicolo aderenti a Fedagri-Confcooperative, nel corso del 2010 hanno dimostrato di saper resistere ai morsi della crisi economica, e alle difficoltà strutturali che da qualche tempo affliggono il mercato', ha affermato il presidente del settore vitivinicolo di Fedagri-Confcooperative Adriano Orsi aprendo i lavori della riunione del Comitato del settore vino, svoltosi oggi a Roma.

'Complice la crisi nel 2009 - ha detto Orsi - il consumo di bianchi e di rossi nel nostro Paese è sceso per la prima volta sotto i 40 litri pro capite con una contrazione dei prezzi al consumo pari a -7% e vendite in calo in tutti i tradizionali canali di distribuzione'. Unico segnale incoraggiante è costituito dalla ripresa delle esportazioni: +7,6% nei primi sei mesi del 2010, rispetto all’analogo periodo dell’anno precedente. 'Se questo è il trend - ha affemato Orsi - l’unico modo per gli operatori di stare sul mercato in maniera efficiente è quello di volgere lo sguardo ai mercati internazionali'.


Il Consiglio interprofessionale dei vini del Languedoc ha annunciato nuove disposizioni nella classificazione delle denominazioni d'origine. Dal 2007, quando venne istituita una denominazione regionale di grandi dimensioni dell’Aoc Languedoc, formulata sulla zona geografica del Coteaux du Languedoc, il Consiglio interprofessionale ha ora scelto di inserire dal 2011 due nuove categorie, Grand Vin du Languedoc e Grand Cru du Languedoc.

Obiettivo è quello di garantire al consumatore una maggiore leggibilità del marchio, mantenendo la qualità dei vini e una stabilizzazione dei prezzi. La creazione di queste due nuove categorie nella classificazione delle Aoc non modificherà la superficie produttiva regionale.


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