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La quasi totalità dei ristoranti in Francia serve vino al bicchiere. Economica, conviviale e sinonimo di consumo moderato, questa formula è in forte espansione e può essere ancora molto sviluppata e diversificata. Una ricerca condotta dal gruppo francese CHD Expert su 180.000 esercizi ci mostra che lo scorso anno l’89% dei ristoranti in Francia ha proposto la formula del vino al bicchiere, mentre due anni prima erano solo il 78%.

Nicolas Nouchi, direttore di CHD Expert France, ricorda che il vino al bicchiere nei ristoranti non è una novità, ma che si sta sviluppando maggiormente negli ultimi anni anche grazie alla crisi. Sempre più spesso i ristoratori accompagnano al piatto del giorno un bicchiere di vino che permette loro di aver anche un maggior margine di guadagno rispetto alle tradizionali bottiglie. Dall’altra parte il consumatore sostiene un costo minore, mediamente dai 3 ai 5 euro per un bicchiere di vino di fascia media.

I ristoranti che applicano maggiormente questa formula sono quelli appunto di fascia media i cui conti vanno dai 15/20 euro a persona e che sono anche la maggior quota di mercato della ristorazione in Francia e non solo. Il prezzo medio dei bicchieri di vino più venduti si aggira intorno ai 3,10/3,50 euro. La formula si potrebbe ancora espandere e diversificare maggiormente, in tempi di crisi i consumatori cercano l’economicità e nel contempo sono curiosi di provare vini diversi senza dover spendere per un’intera bottiglia. Potrebbe essere un’opportunità anche per i produttori di vino, poiché le negoziazioni con i ristoratori non si limiterebbero solo al prezzo e al margine di guadagno come per il mercato della bottiglia ma anche alla qualità e diversità dei vini.

I consigli di CHD Expert ai produttori di vino per vendersi meglio: preparare una accurata descrizione dei propri vini: vitigno, profilo organolettico, temperatura alla quale vanno serviti; suggerire dei piatti precisi a cui vanno accompagnati i vini; presentare bene la gamma e varietà delle tipologie prodotte; chiedere di incontrare chi si occupa del servizio nei ristoranti e della scelta del vino per presentare i propri vini. (g.r.)


‘Che i numeri fossero elevati lo sospettavamo, ma non pensavamo che si potesse trattare di quattro, cinque milioni di bottiglie. Partiranno subito azioni giudiziarie per chiederne il ritiro dal mercato’, così si è espresso Paolo Ricagno, presidente del Consorzio per la tutela dell’Asti Docg rivolgendosi ieri alla stampa internazionale nella sede del Consolato generale d’Italia a san Pietroburgo.

Parte così dalla Russia una battaglia legale internazionale per arginare le contraffazioni di Asti Docg e di Moscato d’Asti Docg: tra le cento milioni di bottiglie vendute in tutto il mondo, infatti, otto milioni hanno preso lo scorso anno la via della Russia, il 60% in più rispetto al 2009. Queste azioni legali sono ora possibili perché a seguito di deposito avvenuto il 4 giugno 2008 la denominazione di origine protetta Asti è stata riconosciuta nella Federazione russa mentre finora i legali del Consorzio avevano potuto svolgere solo azioni extragiudiziali per cercare di sospendere la produzione di spumanti con il nome Asti intenzionalmente aggiunto ma che di piemontese non avevano proprio nulla.

Nel corso della conferenza di san Pietroburgo è stato inoltre spiegato ai presenti come riconoscere i prodotti falsificati ed è stato consigliato l’utilizzo di un programma speciale volto alla tracciabilità del prodotto che dalla lettura del codice di registrazione della bottiglia permette di risalire a tutte le fasi di produzione del vino, dalla data di vendemmia al luogo dell’imbottigliamento.


Un unanime coro di ‘no’ si alza dal mondo enologico siciliano contro l'ipotesi di chiusura dell'Istituto regionale della vite e del vino avanzata nell'ambito della manovra Finanziaria bis in discussione all'Assemblea regionale siciliana e che prevede l'accorpamento di tanti enti diversi in un unico Centro regionale per l'innovazione in agricoltura.

Netta presa di posizione della Assovini Sicilia, che esprime una grande preoccupazione e si dichiara fermamente contraria alla proposta di soppressione a cui fa eco quella della Assoenologi. Anche le più note aziende vitivinicole dell’Isola hanno espresso forte contrarietà alla ipotesi di chiusura di un Istituto il cui modello è diventato un riferimento anche per altre regioni, basti ricordare la nascita avvenuta lo scorso anno dell’Istituto regionale della vite e del vino della Campania.


 

L’Istituto nazionale per il commercio estero sta curando la partecipazione di una delegazione italiana in Vietnam alla Original Quality Wine Fair 2011 che si terrà dal 4 al 7 luglio a Ho Chi Minh City e Hanoi. L’evento, alla sua seconda edizione, è il punto di riferimento della produzione vinicola europea in Vietnam ed è riservata alla promozione di vini di qualità, con l’esclusione quindi dei vini da tavola. Sono previste due degustazioni in hotel a cinque stelle, cui parteciperanno importatori e distributori vietnamiti, una cena di gala ad Ho Chi Minh City e un cocktail ad Hanoi.

Per informazioni: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. oppure tel. 00848 38269646.


Sparisce il bicchiere di vino rosso dal vassoio del pranzo dei celerini francesi in missione: Così ha sentenziato una circolare interna della polizia che non ha mancato di sollevare forti polemiche all’interno tra gli agenti antisommossa e i loro sindacati. ‘Il quarto di vino ha sempre fatto parte dei pasti che forniti durante le missioni. È un diritto previsto dalla legge’, ha commentato il sindacato dei poliziotti. Con una legge del 1988 già molti dipendenti pubblici non potevano consumare alcolici nelle mense di lavoro, ma fino ad ora i poliziotti erano stati esentati. Il cambio di rotta è nato in seguito ad alcune foto ritenute indiscrete dalla direzione della polizia e pubblicate di recente dai giornali francesi, in cui si vedevano dei poliziotti in uniforme con una birra in mano.


Importanti novità nel panorama delle denominazioni di origine italiane sono state introdotte del Comitato nazionale vini. Nel corso dell’ultimo incontro sono state infatti approvate all'unanimità le nuove Docg Frascati superiore e Canellino di Frascati, oltre alla nuova Doc Roma, con tipologia Romanella spumante e, sempre per il Lazio, approvata anche la modifica della Doc Frascati. In Campania, approvata a larga maggioranza la nuova Doc Falanghina del Sannio e la nuova Doc Sannio, mentre in Toscana via libera ad ampia maggioranza alla nuova Docg Montecucco Sangiovese. Modificata poi la Doc Montecucco, riconosciuta la nuova Doc Maremma Toscana. Altre modifiche infine hanno interessato i disciplinari dei vini Doc Gambellara (Veneto) ed Etna (Sicilia).


Complice una vendemmia particolarmente asciutta, 7 milioni gli ettolitri prodotti contro una media di 10, il vino tedesco attraversa un momento di tensione per quanto riguarda la sua commercializzazione. La qualità è molto alta, soprattutto i produttori di uve tardive hanno portato la massima qualità e una particolare concentrazione di sapori, ma al momento della vendita si arriva ad una vera e propria guerra dei prezzi. I produttori tedeschi non vogliono cedere e cercano salvezza nell’export e molto ci si aspetta dagli Stati Uniti, il principale mercato per il vino tedesco, che ha acquistato per 282 mila hl nel 2010 e 94 milioni di euro in valore.

Sul versante interno invece si registrano le note più dolenti: non dimentichiamo infatti che in Germania una bottiglia su due viene venduta nelle catene di hard discount e colossi del calibro di Aldi, Lidl, Netto o Penny, puntano unicamente sul prezzo. Risultato, il vino tedesco sparisce dagli scaffali e si crea spazio per quelli esteri, una opportunità per il vino italiano da prendere in seria considerazione.


3000 ettari in tre anni: questo è il tetto massimo di produzione di Prosecco che le regioni Veneto e Friuli Venezia-Giulia stanno decidendo di comune accordo. L’obiettivo dichiarato è limitare l'impianto di nuove viti in maniera incontrollata permettendo invece la crescita guidata di queste produzioni, attualmente si contano 1200 ettari di produzione, ritenute ‘giovani’ nel contesto vitivinicolo regionale.

Secondo l'assessore friulano alle risorse rurali, agroalimentari e forestali, Claudio Violino, ‘non si tratta di un provvedimento limitativo, quanto piuttosto di una strategia di sviluppo per permettere alle produzioni regionali di arrivare a degli alti standard qualitativi’. Tuttavia, aggiunge l'assessore, ‘nulla vieta di togliere il tetto alle produzioni e il conseguente contingentamento se le condizioni di mercato del Prosecco manifesteranno un'espansione di consumi’.


Un fine settimana di festeggiamenti all’isola d’Elba per festeggiare il traguardo della Docg per il suo aleatico passito, l’unica ‘garantita’ per vini passiti di tutta la Toscana. ‘L’aleatico, per la sua lunga storia enologica – ha detto l'assessore provinciale all’agricoltura e turismo Paolo Pacini - rappresenta uno degli aspetti più caratteristici dell’identità elbana. La riscoperta e la valorizzazione della tipicità dell’aleatico, unita agli altri prodotti d’eccellenza elbani, ne fanno un importante volano per il rilancio dell’enoturismo locale’.

I due giorni di festeggiamenti iniziano oggi con il dibattito e le degustazioni di ‘Vino Nostrum’. Alle 11 un confronto sull’evoluzione dell’enoturismo nell’Arcipelago toscano; alle 13 pausa buffet con piatti e vini tipici elbani; alle 14.30 ‘Elbabook live’, proiezione di memorie fotografiche e video. Domani, alle 10.30, tavola rotonda dal tema ‘L’Aleatico: tradizione e modernità,, con la partecipazione di amministratori e politici, esperti a livello nazionale ed internazionale, produttori locali ed operatori del turismo. Seguirà alle 12.30 un aperitivo con i vini Doc elbani e dalle 14 alle 19 si apriranno gli stand con degustazioni di aleatico in abbinamento a dolci locali.


Il ministero delle Politiche agricole alimentari e forestali, con proprio decreto del 21 gennaio scorso, pubblicato sulla Gazzetta ufficiale di ieri, ha attivato, per la campagna 2010/2011, la misura di sostegno della distillazione di crisi del vino non a denominazione di origine, così come definito all’allegato III, punto 1, del reg. 1234/07, avente un titolo alcolometrico minimo di 10% vol. e dei vini a denominazione di origine protetta ed indicazione geografica protetta, aventi una gradazione alcolica non inferiore a quella prevista nei relativi disciplinari di produzione.

Ciascun produttore di vino, in regola con l’obbligo della presentazione delle dichiarazioni vitivinicole, può stipulare al massimo due contratti di distillazione. Nel caso il vino avviato alla distillazione sia stato arricchito il prezzo minimo di acquisto verrà ridotto in misura pari all’aiuto percepito. I contratti di distillazione dovranno essere presentati secondo le modalità definite da Agea.

La distillazione dei vini a denominazione di origine protetta e ad indicazione geografica protetta viene consentita a condizione che sia assunto l’impegno di procedere, nella campagna 2011/2012, alla riduzione di almeno il 20% delle rese previste dal disciplinare di produzione delle Dop e Igp per le quali si chiede l’attivazione della distillazione di crisi.

Il provvedimento di riduzione delle rese sarà emanato dalla Regione nel cui territorio si produce il relativo vino per il quale viene richiesta la distillazione di crisi sulla base delle disposizioni di cui al decreto legislativo n. 61/2010.

Il prezzo minimo di acquisto del vino non a denominazione di origine consegnato alla distillazione è fissato in 1,75 euro per % vol/hl, mentre per i vini a denominazione di origine protetta e ad indicazione di origine protetta il prezzo minimo di acquisto non potrà superare il 65% del prezzo di mercato di ciascun vino oggetto di distillazione, come risultante dai bollettini ufficiali delle Camere di Commercio.


 

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