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‘Bollicine è un termine obsoleto e senza futuro. Il tempo presente ci offre una nuova occasione per affermare i nostri vini di qualità, cominciando dal consolidare la cultura di base in materia e da un appropriato linguaggio’, così Maurizio Zanella, presidente del Consorzio Franciacorta nel rivolgere un appello a chi comunica il vino, ma anche ad operatori, appassionati e produttori.

‘Con impegno e passione il Franciacorta ha raggiunto il traguardo dei 50 anni - ha aggiunto Zanella - e a questo punto, credo sia maturo per un passo successivo, importante per poter definitivamente trovare, a livello nazionale ed internazionale, un posizionamento coerente e rispondente all'eccellenza che esprime’.

'Oggi il Franciacorta esige più rispetto, eleganza, identità, che il termine bollicine, ormai, non è in grado di dare' conclude il presidente Zanella, ricordando che in Europa solo Franciacorta, Champagne e Cava possono utilizzare un unico termine per identificare in modo preciso un vino, un territorio e il metodo di produzione.


Tra le attività promozionali previste per il 2012 in favore del vino italiano, l’Agenzia per la promozione all’estero e l’internazionalizzazione delle imprese italiane (ex Ice) organizzerà dal 30 ottobre al 7 novembre prossimi la XVII edizione delle Grandi degustazioni in Canada. Si tratta di una manifestazione che ha conquistato un ruolo di primaria importanza nel panorama delle iniziative promozionali enologiche e si conferma oggi uno degli appuntamenti più attesi dagli operatori di settore canadesi.

L’edizione del 2010 ha avuto la partecipazione di oltre 4.000 tra operatori, giornalisti e consumatori di tendenza. Ad integrazione della manifestazione si prevede l'organizzazione di seminari tecnici collaterali di approfondimento indirizzati a professionisti del settore, dedicati a vitigni autoctoni italiani e condotti da relatori di fama internazionale. L'evento denominato West comprende le tappe di Vancouver e Calgary, mentre l'evento East comprende le degustazioni di Toronto e Montréal. La scadenza delle iscrizioni è il 31 maggio 2012. Per informazioni scrivere a Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. o telefonare allo 06.59926816.


Nel 2011 le importazioni di vino della Repubblica Ceca hanno superato per la prima volta 3 miliardi di corone ceche (circa 120 milioni di euro). Gli importatori cechi hanno acquistato dall'estero circa 142,4 milioni di euro di vino, che corrisponde a circa 1,72 milioni di ettolitri. L’Italia è il primo fornitore di vini della repubblica Ceca. Le esportazioni ceche di vino sono, invece, ammontate a circa 22 milioni di euro. Sia le importazioni che le esportazioni negli ultimi anni sono in leggero aumento.

Nel frattempo l’Italian Wine & Food Institute di New York informa che le esportazioni vinicole italiane verso gli Usa hanno invece subito una brusca frenata nel primo bimestre dell’anno. Dopo il successo con cui si era chiuso il 2011, che aveva visto incrementi del 13% in quantità e del 16% in valore, nei primi due mesi dell’anno in corso si è avuta infatti una consistente diminuzione del 6% in quantità e del 10% in valore e di conseguenza l’Italia è stata superata, per quantità di vino esportato, dall’Australia e dal Cile pur avendo mantenuto il primo posto, fra i paesi esportatori, in valore.


Al termine dell'assemblea della Federazione spagnola del vino (Fev), svoltasi la scorsa settimana a Madrid, il ministro dell’Agricoltura spagnolo, Miguel Arias Cañete, ha annunciato l’avvio di una campagna internazionale per migliorare l'immagine e la fiducia del mercato dei vini spagnoli. Parallelamente, il ministro ha rimarcato l’importanza di questa iniziativa per ‘incoraggiare una migliore conoscenza e un migliore accesso ai mercati, promuovendo un migliore adattamento dei prodotti alla domanda dei consumatori e promuovere l'orientamento delle aziende della struttura e delle risorse da esportare’.

Inoltre, Arias Cañete ha informato che il ministero spagnolo sta lavorando ad un progetto di legge con ‘misure volte a migliorare il funzionamento della catena di produzione, per contribuire a bilanciare, rafforzare la posizione degli anelli più deboli’ e ha aggiunto che si sta preparando un emendamento alla legge sulle cooperative ‘e ci aspettiamo che avrà anche un impatto positivo su questo settore’.


Il consumo di vino al bicchiere al posto della bottiglia intera è in netta ascesa: lo stabilisce una recente analisi della Fipe, la Federazione italiana dei pubblici esercizi. Ben l’89% dei ristoratori intervistati, infatti, registra una preferenza crescente per il vino al bicchiere, mentre il 44,4% di loro indica in generale un calo del consumo del vino nei pubblici esercizi, vuoi per la crisi o per motivi salutistici, ma anche per un crescente timore degli alcol test.

Sul tipo di vino scelto dai consumatori, invece, grande attenzione viene riservata per i vini legati al territorio e un discreto successo riscuotono gli spumanti. In calo invece i vini rosati, così come perde di appeal lo champagne e, in generale, tutti i vini stranieri. La crescita del consumo di vino al bicchiere sta poi facendo una vittima: la mezza bottiglia, quella da tre ottavi di litro, sempre più fuori gioco vista la sua scarsa convenienza.


Il Comitato di gestione vini di Bruxelles, riunito il 17 aprile scorso, si è pronunciato favorevolmente sulla proposta di regolamento che prevede le modalità applicative per l’indicazione degli allergeni in etichetta. Il testo propone la sostituzione dell’articolo 51 del regolamento 607/09 che attualmente disciplina l’indicazione dei solfiti. Entro fine aprile anche la Dg Sanco (Direzione generale della Sanità) della Comunità Europea darà il via libera alle nuove disposizioni.

Si prevede che l’obbligo di indicazione in etichetta si applicherà solo ai prodotti dell’allegato XI ter del reg. 1234/07 nei quali risultino rilevabili gli allergeni, in base ai metodi ufficiali dell’OIV. Rimane pertanto possibile l’utilizzo di alcune sostanze allergeniche e se non sono rilevabili nel prodotto finale non dovranno essere indicate nell’etichettatura. L’obbligo decorre dal 1° gennaio 2013 per i prodotti immessi in commercio o etichettati dopo tale data. Il dispositivo prevede anche le diverse diciture da riportare unitamente alla dicitura 'contiene'.


Il ministero delle Politiche agricole ha proceduto, con il decreto n. 2410, alla ripartizione dei fondi assegnati per la promozione del vino italiano sui mercati esteri per la campagna 2012-13. Il totale di 102 milioni di euro, viene diviso per il 30% al finanziamento di progetti presentati a livello nazionale, mentre il rimanente 70%, pari a 70,5 milioni di euro, è destinato a progetti regionali. Il decreto è disponibile sul sito del ministero alla pagina http://www.politicheagricole.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/4888

RIPARTIZIONE FONDI
PROMOZIONE 2012-13
Piemonte 7.550.564
Valle d’Aosta 269.126
Lombardia 2.989.498
prov. Bolzano 989.143
prov. Trento 1.951.946
Veneto 10.175.478
Friuli V.G. 2.537.675
Liguria 377.621
Emilia-Romagna 6.856.012
Toscana 7.700.681
Umbria 1.438.073
Marche 1.957.113
Lazio 2.259.169
Abruzzi 2.780.808
Molise 542.255
Campania 2.064.274
Puglia 6.991.990
Basilicata 502.955
Calabria 928.400
Sicilia 8.546.004
Sardegna 2.106.328
Totale 71.515.113
Quota nazionale 30.649.335
Totale generale 102.164.448

Con l’emanazione del reg. 314/12 del 12 aprile 2012, pubblicato nella Gu n. L 103 sono state modificati diversi articoli del regolamento n. 436/09 della Commissione, del 26 maggio 2009, recante modalità di applicazione del regolamento n. 479/08 in ordine allo schedario viticolo, alle dichiarazioni obbligatorie e alle informazioni per il controllo del mercato, ai documenti che scortano il trasporto dei prodotti e alla tenuta dei registri nel settore vitivinicolo. Accogliendo le richieste della filiera vitivinicola, al fine di ridurre gli adempimenti amministrativi è stato eliminato l’obbligo, previsto all’articolo 41, lettera u), del reg. n. 436/09, di indicare nei registri l’aggiunta di solfiti, in quanto i solfiti sono aggiunti in diverse fasi della produzione e delle operazioni cui è sottoposto il vino e il loro tenore finale non corrisponde alla somma dei solfiti indicati e quindi si trattava di un obbligo inutile. Questa disposizione si applica dal 16 aprile 2012.

Modificate inoltre le norme che disciplinano l’utilizzo dei documenti di accompagnamento a livello nazionale e comunitario nonché all’esportazione e le condizioni di autenticazione degli attestati di origine per i vini a Dop o a Igp. Tali disposizioni erano diventate in parte obsolete oppure non tenevano conto di tutte le modifiche legislative intervenute dopo l’entrata in vigore del regolamento (CE) n. 436/09. Ciò vale in particolare per l’utilizzo, dal 1° gennaio 2011, del documento amministrativo elettronico di cui all’articolo 21, paragrafo 1, della direttiva 2008/118/CE, redatto a norma del regolamento (CE) n. 684/09, per la modifica delle formalità che si applicano al controllo dell’uscita dei prodotti dal territorio dell’Unione in seguito alla generalizzazione delle procedure elettroniche da parte delle autorità doganali dell’Unione e infine per le modifiche delle norme relative alle Dop, alle Igp e all’indicazione dell’annata di raccolta o della varietà di uve da vino in seguito alle riforme della normativa del settore vitivinicolo intervenute dopo il 1° gennaio 2009. Introdotte modifiche anche per quanto riguarda il trasporto di prodotti vitivinicoli sfusi.


Un concreto impegno per proteggere l’ambiente è l’idea di fondo che ha convinto 200 cantine spagnole a prendere parte all’iniziativa ‘Cantine per la protezione del clima’. L’iniziativa, patrocinata dall’Oiv, è guidata dalla Federazione spagnola del vino (Fev) assieme alla fondazione Fivin-Vimac e la Fiera di Barcellona. Nel manifesto si mette in evidenza la tutela ambientale e la produzione sostenibile come fattori di competitività: le aziende aderenti si impegnano quindi all’adeguamento dei propri metodi di produzione in linea con questa filosofia, al fine di migliorare la competitività e il loro posizionamento sul mercato nazionale e internazionale. Tra gli obiettivi perseguiti un migliore utilizzo delle risorse energetiche e naturali come l'acqua o il calcolo dell'impatto dello sviluppo sostenibile nella produzione e commercializzazione senza trascurare la promozione del territorio.


In attività dal 1884, lo storico impianto di Trieste dello Stock 84 chiude per essere trasferito nella repubblica Ceca. Lo riferisce ‘con grande rammarico’ un comunicato della Stock Spirits Group che desidera ringraziare tutti i dipendenti per avere migliorato la produttività in questi ultimi tre anni, ‘tuttavia, dopo un’accurata analisi, risulta chiaro che lo stabilimento di Trieste rimane non sostenibile a livello economico’. Da giugno quindi inizierà il trasferimento delle attività di distillazione nella repubblica Ceca, dove la Stock Spirits Group produce già da anni. Restano a casa 28 lavoratori e due dirigenti.


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