Iscriviti alla newsletter per ricevere le news di WineActs ENTRA

Dopo una malattia durata alcuni mesi, ci ha lasciati all’età di appena 46 anni Lucio Mastroberardino, giovane presidente dell'Unione Italiana Vini e produttore di una importante cantina irpina internazionalmente nota. Ha dedicato tutta la vita alla difesa dei vitigni autoctoni, dal Greco di Tufo, al Fiano di Avellino all'Aglianico. Tra le altre cariche ricoperte da Lucio Mastroberardino, figurano anche quella di consigliere della Federazione vitivinicola di Confagricoltura e di vicepresidente di Confagricoltura Campania. Al papà Walter, alla sorella Daniela, al fratello Paolo, alla famiglia tutta la redazione di Wineacts porge le più sentite condoglianze.


Vinitaly in the World, il progetto avviato da Veronafiere per promuovere l’eccellenza dei vini italiani nel mondo, ha ora un nuovo nome: Vinitaly International e debutterà in occasione delle due tappe statunitensi, New York e Miami, che aprono la stagione 2013 e che vedranno la partecipazione di oltre 160 produttori italiani oltre a altre 80 cantine di Slow Wine. Sarà quindi possibile confrontarsi direttamente con i più importanti operatori professionali non solo durante le due esibizioni, ma anche nel corso di un ricco calendario di incontri, presentazioni e degustazioni organizzati a completamento degli incontri.


Non sono ancora disponibili le statistiche relative a tutto il 2012, ma già appare in tutta evidenza il momento di difficoltà che lo Champagne sta attualmente attraversando: secondo il Comité Interprofessionnel des Vins de Champagne, infatti, nel periodo gennaio-novembre dello scorso anno, le vendite sono scese globalmente del 3,8%, e più precisamente del 5,2% sul mercato interno francese e addirittura dell’8,3% in Europa.

Al di fuori dell'Europa la situazione appare invece migliore. Nella prima metà del 2012 la Cina è entrata con quasi un milione di bottiglie nella lista dei primi dieci paesi importatori, di Champagne, raddoppiando di fatto le quantità spedite l’anno precedente, mentre il Giappone passa al terzo posto, dopo gli Stati Uniti, con più di 4,5 milioni di bottiglie.

I produttori hanno sperato in un recupero delle vendite con il mese di dicembre, il mese delle festività e quindi degli acquisti, ma è ancora presto per conoscere le statistiche relative. Si prevede comunque un totale di circa 312 milioni di bottiglie, un calo quindi del 3,4% rispetto ai 323 milioni di bottiglie nel mondo nel 2011; una cifra ancora ben lontana rispetto ai 338,7 milioni di bottiglie del 2007, l’anno record.


L’efficacia degli antiossidanti nel vino rosso contro una vasta serie di malattie è cosa ormai risaputa. L’idea quindi di aumentarne la quantità fino ad ottenere un vino di reali capacità medicinali è quella alla base della procedura detta Modified Polyphenol Technology in Wines, recentemente brevettata in Australia. Il biochimico Greg Jardine, autore del progetto, così spiega: il vino rosso contiene una gran quantità di antiossidanti che però sono piuttosto tannici, quindi se il loro contenuto è alto il vino prende un cattivo sapore; per evitare ciò gli antiossidanti vengono modificati rendendoli liposolubili e quindi più facilmente assorbibili nel sangue. Il dott. Jardine è riuscito così ad aumentare di 50 volte la quantità di antiossidanti mantenendo aromi e bouquet del vino, aggiungendo poi che questa tecnica potrebbe anche essere utilizzata per la fabbricazione di altri alimenti o di bevande.

Il dott. Lindsay Brown, farmacologo presso la University of South Queensland, ha testato il processo su alcuni ratti paralizzati dall’artrite. I risultati sono stati spettacolari: sin dall’inizio della sperimentazione questo vino è stato efficace, e già dal quarto giorno si è avuta una guarigione quasi completa dei ratti che non presentavano più infiammazioni, gonfiori e rigidità degli arti. Ma, come molti altri membri della comunità medica, il dott. Brown evidenzia i pericoli di vedere un farmaco nel vino. ‘Il vino è una bevanda - dice - consumata da gran parte della popolazione. Il problema è, ovviamente, di non far credere alla gente di potere bere una bottiglia al giorno’.


 

Secondo l'Ufficio di Marketing del Vino in Austria (Österreich Wein Marketing) nel 2012 le spedizioni di vino austriaco sono state di 460.000 hl con un valore di 128.500.000 euro, essenzialmente stabili in volume e in valore, con un aumento del 1,6 e del 2,2% rispetto al 2011. Dopo la scarsa vendemmia del 2010, quella del 2011 faceva ben sperare a un ritorno delle esportazioni austriache ai livelli massimi (620.000 hl nel 2010) ma la imponente gelata del 18 maggio scorso ha fatto temere una nuova penuria di vini, specialmente bianchi, di vitigno Grüner Veltliner.

Il 90% delle esportazioni austriache hanno per destinazione l’Europa, in particolare la Germania, con il 58% delle spedizioni. Seguono Svizzera e Liechtenstein. Altri mercati di rilievo sono gli Stati Uniti, Paesi Bassi, Svezia e Regno Unito. In Austria i consumi interni sono in crescita per i vini locali, mentre ora i vini veduti a meno di due euro sono essenzialmente quelli italiani e spagnoli.


Nonostante la crisi, il Cognac può ritenersi soddisfatto dello scorso anno e strappare qualche sorriso: dai primi dati diffusi dal Bureau national interprofessionel du Cognac, nel 2012 le spedizioni sono cresciute del 3,2% per un totale in volume di 470.610 hl di alcol puro pari a 168,1 milioni di bottiglie. Al primo posto si confermano gli Stati Uniti con 139.335 hl (+2,8%), mentre si avvicinano Singapore (82 057 hl, +8,6%) e Cina (68 906 hl, +8,9%). Al quarto e quinto posto la vecchia Europa in calo: Regno Unito (27 589 hl, -2,5%) e Germania (18 322 hl, -14,9%).

Per tipo di prodotto, invece, il Cognac VS ha esportato 206.457 hl di alcol puro (+3,3%), pari a 73,7 milioni di bottiglie, il Cognac VSOP 196.194 hl (+3,8%), 70,1 milioni di bottiglie, il Cognac QV 67.959 hl (+1,2%), 24,3 milioni di bottiglie. Il Cognac venduto sfuso ammonta invece a 12.305 hl, il 2,6% del totale delle spedizioni.


Le nuove regole dell’Etablissement français du sang, l’Avis francese, sono chiare: dal 1° gennaio non verrà più offerto al donatore di sangue assieme allo spuntino nessuna bevanda alcolica o vino. Ma la nuova norma ha incontrato qualche malumore specialmente a Chagny, rinomata zona vinicola nella regione di Saône-et-Loire, dove la locale associazione dei donatori di sangue da sempre offre addirittura un pasto completo accompagnato da vini locali. Il divieto di servire alcol dopo la donazione è determinato dai maggiori rischi di malesseri e di cadute, così spiega l’Avis francese, ma a Chagny sono di parere diverso: questa restrizione è ritenuta una esagerazione che farà diminuire, a loro avviso, il numero dei donatori.

Fin qui la cronaca: ricordando però un analogo episodio di un paio di anni fa dove a rimanere senza vino furono i poliziotti, resta la considerazione che anche la Francia, come l’Italia, sta lentamente cambiando e il vino non è più il naturale compagno della tavola.


L'Istituto nazionale della viticoltura in Argentina ha appena rilasciato la sua prima previsione per la imminente vendemmia, stimando la produzione 2013 di 28.331.169 quintali, con un incremento del 26% rispetto allo scorso anno. L'aumento è ancora più evidente nella provincia di Mendoza, principale regione di produzione, dove le previsioni sono al 29% di aumento della produzione, il tempestivo arrivo delle piogge e alla pratica assenza di danni provocati dalla grandine.

Nella regione di San Juan, la seconda del paese, è invece previsto un aumento del 24%, un incremento dovuto al ritorno alla normalità delle zone colpite lo scorso anno da gelo e tempeste di grandine. Finora nessun problema sanitario è stato identificato nelle diverse regioni vinicole argentine e le previsioni quindi danno la speranza di un raccolto normale.


Dopo tre anni di negoziati è stato ratificato un accordo commerciale tra l’Unione europea e la Colombia che prevede tra l’altro l’eliminazione dei dazi doganali sulle importazioni dei vini europei che beneficeranno così della medesima franchigia doganale del 15% dei vini argentini e cileni. Secondo i dati diffusi da UbiFrance, le importazioni di vino in Colombia sono aumentate lo scorso anno del 124% mentre le spedizioni di vini francesi sono cresciute del 28%. Il consumo interno è invece salito del 38% tra il 2010 e il 2011.


Prorogato al 31 gennaio il termine per il rinnovo della registrazione negli elenchi della Food and Drug Administration (Fda) americana, vedi precedente articolo del 4 ottobre scorso. Come già spiegato, si tratta di un passaggio obbligato per ogni azienda alimentare che desideri esportare negli Stati Uniti e che va rinnovato ogni due anni.


Cerca nel sito

Questo sito non utilizza cookie di profilazione per fini pubblicitari ma solo cookie tecnici o di terze parti come Google Analytics, Facebook o Twitter.
Continuando a visitare questo sito si accetta il loro utilizzo.