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Un nuovo polo enologico di tutto rispetto, che ora associa 550 viticoltori friulani con più di 1200 ettari di vigneto: è il risultato della fusione tra la cantina di Rauscedo (Pordenone) e quella di Codropio (Udine). Rauscedo è una delle storiche cantine cooperative del Friuli-Venezia Giulia, con una capacità produttiva di 143.000 ettolitri e che, nell’ultima vendemmia, ha trasformato 175.000 quintali di uve, di cui l’80% a bacca bianca. Codroipo invece dispone dal 2005 di un moderno impianto d’imbottigliamento e di spazi che consentono un raddoppio dell’attuale capacità produttiva, pari a 20.000 quintali di uve. Entrambe le strutture dispongono di punto vendita, e uno dei primi effetti della fusione sarà quello di ridurre del 15% circa il costo di trasformazione delle uve.


L’Istituto nazionale della viticoltura argentina ha lanciato una iniziativa, denominata ‘Vino Turista’: si tratta di un marchio, in sostanza, dal nome ‘Cruz del Sur’, da apporre sui vini che supereranno una analisi fisico-chimica e una sensoriale ad hoc così da evidenziarli sulla carta dei vini di ogni ristorante come prodotti di qualità offerti ad un prezzo ragionevole. Una legge nazionale, infatti, impone a tutti i ristoranti del paese di avere in lista almeno un vino da tavola a prezzo calmierato, e questo nuovo marchio permetterà così di garantire un valore qualitativo il più possibile corretto per la clientela.

L'obiettivo è non solo di soddisfare la domanda dei turisti, ma anche quella di attirare gli argentini stessi (ricordiamo che qualche anno fa in Argentina il vino è stato dichiarato ‘bevanda nazionale’) e riuscire così ad innescare una ripresa dei consumi di vino. Ecco perché è stato scelto come nome la Croce del Sud: una costellazione dell’emisfero australe tra le più brillanti e caratteristiche e quindi, per analogia, un punto di riferimento facilmente individuabile per il consumatore.


Bloccato l’allargamento al Comune di Asti della zona di origine del Moscato d’Asti Docg. La Coldiretti Piemonte ha infatti vinto il ricorso al Tar contro la decisione del ministero dello scorso maggio di concedere l'iscrizione di alcuni ettari di vigneto del comune di Asti nel disciplinare di produzione, in esecuzione di una ordinanza cautelare del tribunale amministrativo ritornando così alla situazione del novembre 2011, quando il Comitato nazionale vini negò l’allargamento.

L’Associazione Comuni del Moscato ha accolto con grande favore la sentenza del Tar del Lazio: ‘un concreto e speriamo definitivo passo in avanti su questa importante vicenda - commenta il presidente Giovanni Borriero - che assume caratteri legali, politici, amministrativi e territoriali, lunga ormai qualche anno e che ha visto mutevoli cambiamenti di marcia da parte delle istituzioni ministeriali’. Ma la parola fine alla vicenda non è ancora stata pronunciata e quindi si attendono nel prossimo futuro ulteriori novità.


Il ministero dell’Industria e Commercio vietnamita ha abolito un precedente decreto che limitava le importazioni di vino e di altri prodotti come i cosmetici e i telefoni cellulari. Nel tentativo infatti di limitare le contraffazioni, il decreto ora abrogato imponeva l’importazione di questi prodotti solo via mare, una via più facilmente controllabile rispetto ai confini terrestri del paese. Ma questa scelta aveva portato nel tempo ad un aumento delle formalità amministrative i cui costi si riversavano sui ricarichi della merce importata, con il risultato di vedere i prezzi aumentare anche vistosamente.

Nonostante siano stati tolti questi limiti all’importazione, il prezzo finale al consumatore è ancora appesantito da elevati dazi: una tassa di importazione del 56%, un’accisa, o tassa speciale sul consumo, del 25% sul prezzo cost, insurance and freight (Cif) aumentato del dazio e un’imposta sul valore aggiunto (Iva) del 10% sul valore Cif più dazio più le accise. Nonostante le imposte siano quindi al 91%, in Vietnam la domanda di vino è molto cresciuta negli ultimi anni e le importazioni hanno avuto dal 2003 incrementi annuali medi del 30%.

Leggendo gli ultimi dati statistici disponibili, nel 2010 il valore complessivo dell’import vinicolo è stato di 43 milioni di dollari. La Francia detiene, sempre nel 2010, una quota di mercato del 23%, seguita da Hong Kong e Stati Uniti. L’Italia è all’ottavo posto, con una quota di mercato del 3% circa.


Il direttore generale di Cantina di Soave, Bruno Trentini, è il nuovo presidente del Consorzio di Tutela del Vino Lessini Durello. Succede ad Andrea Bottaro, rimasto alla guida del consorzio per due mandati consecutivi. ‘Possiamo dire con soddisfazione che oggi - ha sottolineato il neo presidente - il Lessini Durello gode di un momento particolarmente felice: complice un trend di mercato che premia i vini spumanti, le nostre bollicine brillano di una popolarità che mai come oggi si è vista per questo vino che fino ad un decennio fa rischiava quasi di estinguersi. Grazie ad un importante lavoro di promozione e di valorizzazione messo in piedi dal Consorzio del Lessini Durello oggi questo spumante inizia ad avere una sua ben definita nicchia di consumatori che sempre più lo richiedono e lo ricercano. E non è un caso che dalle 180.000 bottiglie iniziali di qualche anno addietro abbiamo oggi superato la soglia delle 600.000 bottiglie’.


Il ministro inglese della Sanità, Anna Soubry, ha ufficialmente confermato che è allo studio da parte del suo governo la possibilità di obbligare ad indicare in etichetta il contenuto calorico anche per i vini e gli alcolici. L’obiettivo è quello di contrastare obesità e sovrappeso sempre più diffusi tra la popolazione, oltre a quello di ridurre consumi e comportamenti antisociali indotti dall’alcol.

Ma il ministro si spinge un po’ in là e si augura che fra due anni, nel corso della revisione della legislazione vitivinicola comunitaria, la Commissione europea possa chiedere di estendere l’ etichetta nutrizionale, a breve obbligatoria per gli alimenti, anche a tutte le bevande alcoliche, vino compreso.

Le associazioni britanniche di produttori non sembrano al momento completamente contrarie alla iniziativa governativa, a differenza delle barricate erette nei confronti di una altra proposta, quella relativa all’introduzione di un prezzo minimo sull’alcol (vedi un paio di articoli più sotto).


Con il decreto regionale n. 3 del 30 gennaio il Veneto, d’accordo con il Friuli Venezia Giulia, ha tolto i vincoli allo stoccaggio temporaneo del 10% del vino atto a diventare Prosecco Doc ottenuto nella ultima vendemmia. Lo scorso agosto, infatti, il Consorzio di tutela del Prosecco aveva ottenuto tale provvedimento nell’intento di mantenere in equilibrio i prezzi della materia prima e di tenere sotto controllo i volumi di prodotto commercializzati. Lo stoccaggio avrebbe dovuto terminare alla fine di luglio, ma il Consorzio ha chiesto e ottenuto di anticipare lo sblocco visto l'andamento favorevole degli imbottigliamenti e la sostanziale tenuta dei prezzi entro la forbice individuata dalla filiera produttiva.


La Wine and Spirit Trade Association (Wsta) raccoglie le proteste di tutti gli operatori vinicoli, produttori e commercianti, sul progetto del governo britannico di fissare un prezzo minimo per la vendita di bevande alcoliche (45 o 50 pence per unità di alcol), e lancia una campagna nazionale dal titolo Perché i consumatori responsabili dovrebbero pagare di più? promuovendo inizialmente un dibattito aperto sulle conseguenze che questi aumenti causeranno ai consumatori.

Fatti rapidi calcoli, un prezzo minimo di 45 pence per unità di alcol farebbe aumentare il prezzo di una bottiglia di vino da 3,69 sterline a 4,39 mentre una bottiglia di vodka salirebbe da 9,00 sterline a 11,81. Se poi l’aumento fosse di 50 pence, allora il vino arriverebbe a costare 4,88 sterline e la vodka 13,13.

L’opinione pubblica inglese sembra comunque già disposta negativamente al progetto governativo: già un sondaggio commissionato ad hoc rivela che solo il 19% è favorevole all’aumento proposto, mentre per contro il 62% dei consumatori ritiene che l’aumento paventato non farà comunque diminuire i comportamenti antisociali legati all’alcol.


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