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L’export di vino italiano verso gli Stati Uniti torna ad avere il segno positivo, avendo fatto registrare, sulla base dei dati dei primi due mesi del 2013, un aumento del 10,7% in quantità e del 14,2% in valore. Secondo i dati dell’Italian Wine and Food Institute di New York l’export italiano è stato infatti di 378.090 hl, per un valore di quasi 186 milioni di dollari contro i 341.670 hl, per un valore di quasi 163 milioni di dollari, del primo bimestre del 2012.

Dopo un 2012 segnato da una contrazione nell’export, l’Italia torna a crescere e continua a mantenere una posizione dominante con una quota di mercato del 31,7% in valore. L’Italia inoltre detiene il secondo posto per quantità di esportazioni verso gli Stati Uniti con una quota di mercato del 24,2%, preceduta dall’Australia con una quota di mercato del 24,9% che però ha fatto registrare una diminuzione delle esportazioni del 3,1% in quantità e dello 0,8% in valore. I primi cinque paesi esportatori, Italia, Australia, Argentina, Cile e Francia detengono così una quota di mercato dell’87% in quantità e all’80,7% in valore.


L’Associazione enologi ed enotecnici italiani, riuniti ieri a Milano in assemblea generale, ha eletto il suo nuovo presidente: è Riccardo Cotarella, classe 1948, enologo e docente universitario, titolare con il fratello Renzo dell’azienda vinicola Falesco di Montecchio (Terni). Cotarella, che prende il posto del presidente uscente Giancarlo Prevarin, vanta una lunga carriera professionale, impreziosita da numerosi riconoscimenti internazionali e dal riconoscimento del titolo di Cavaliere della Repubblica nel 2008. Meritorio inoltre anche il suo impegno sociale, come quello profuso nella cantina Cremisan, in Palestina, o la collaborazione per l'attività vinicola della comunità di san Patrignano.


L’Ice organizza la partecipazione italiana alla Fiera Food & Hospitality China 2013, la più importante manifestazione internazionale del settore agroalimentare in Cina., che si terrà a Shanghai dal 13 al 15 novembre. Il Padiglione nazionale italiano si svilupperà su una superficie di circa 800 mq e sarà diviso in due aree: le aziende del settore Food si troveranno nella Hall N4 mentre le aziende del vino saranno nella Hall N1 ProWine China presso lo Shanghai New International Expo Centre. La quota di partecipazione è di 520 euro al metro quadro Iva esclusa. Ogni stand è pari a 12 metri quadri o multipli. Inviare una email a Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. se si desiderano altre informazioni. La chiusura delle iscrizioni è per il 13 maggio prossimo.


Ora che sono stati resi noti i dati ufficiali della vendemmia appena trascorsa, 30,4 milioni di hl, un valore ben lontano dalla media di 35 milioni di hl degli ultimi anni, gli operatori vinicoli spagnoli si interrogano su quali strategie adottare per riuscire a mantenere remunerativo il difficile equilibrio tra produzione, consumi e interscambio con i paesi esteri. Le deboli vendemmie di Italia, Francia e Spagna danno infatti spazio all’offerta di diversi paesi produttori del Nuovo mondo, come Sud Africa e Cile, per esempio.

Nonostante il rallentamento delle esportazioni, i commercianti spagnoli continuano a comprare vini all'estero: nei primi due mesi di quest’anno la Spagna ha importato 160.000 ettolitri di vini cileni ad un prezzo medio di 0,58 dollari per litro e, grazie a questa strategia, riuscire a mantenere il mercato interno su prezzi abbastanza bassi. Il mercato non è al collasso, ma i prezzi più bassi hanno suscitato un rinnovato interesse da parte di acquirenti. Resta quindi da vedere se questa tendenza possa generare rapidamente vendite significative.


La legge Evin, che dal 1991 in Francia vieta ogni forma di pubblicità al vino e alle bevande alcoliche, dovrà prima o poi essere rimessa in discussione. Un paio di settimane fa, infatti, un gruppo di parlamentari di ispirazione cristiano democratica ha presentato una proposta di legge per consentire la creazione di un canale televisivo interamente dedicato alla viticoltura e al vino. Vent’anni fa la legge Evin non poteva certo prevedere lo sviluppo delle televisioni monotematiche in Europa, soprattutto a seguito della revisione nel 2007 della direttiva ‘televisione senza frontiere’; da qui il contrasto tra un canale interamente dedicato al vino e il divieto della legge.

Vi è già un clamoroso precedente: a fine maggio 2001 infatti venne autorizzata a trasmettere Deovino, il primo canale dedicato all'enologia e alla viticoltura, ma il Consiglio di Stato francese intervenne per bloccare le trasmissioni nel giugno 2012. I proprietari aggirarono l’ostacolo recandosi in Lussemburgo per creare Edonys TV, le cui trasmissioni sono iniziate il 15 dicembre 2012 e tra non molto irradierà i suoi programmi anche dal Belgio e dalla Svizzera. Così accerchiata, la Francia non può infatti fare nulla se un canale televisivo straniero, pur diffondendo pubblicità su vini e alcolici, viene visto sul territorio nazionale.


 

Sono ancora pochi i dati statistici disponibili in grado di quantificare con precisione il peso delle vendite di vino via Internet. L’osservatorio vitivinicolo argentino prova a fare un po’ di luce pubblicando sul suo sito un rapporto sull’evoluzione delle vendite di vino su Internet nel Regno Unito, Stati Uniti, Canada, Brasile e Cina, i cinque mercati cioè più importanti per le esportazioni di vino argentino. Nonostante il punto di vista nazionale del rapporto, i dati statistici utilizzati sono quelli di Euromonitor e quindi si possono lo stesso trarre alcuni utili spunti anche per i vitivinicoli europei.

Un dato significativo, ad esempio, è che la situazione non è affatto omogenea nei cinque paesi: se nel Regno Unito il 5,45% delle vendite del 2011 è viaggiato sulla rete con una aspettativa di lento ma costante aumento, in Brasile la tendenza è invece costante mentre in Canada invece la quantità di acquisti online è in discesa: solo lo 0,17% nel 2011 contro un ‘massimo’ dello 0,42% nel 2008. Gli Stati Uniti invece realizzano nel 2011 una percentuale del 4,7% avendo superato l’anno precedente il tetto del milione di hl venduto su Internet. La Cina, infine, entra solo ora nel commercio in rete: fino al 2010 le vendite erano praticamente zero, nel 2011 invece quasi 220.000 hl, pari allo 0,57% del totale di vino venduto in questo paese.


Dove va il mondo del vino italiano? Cosa bolle in pentola a Roma ma soprattutto a Bruxelles? Il Vinitaly di Verona è anche il momento in cui fare il punto della situazione e l’occasione, anche quest’anno, la fornisce la cerimonia di apertura. Ecco alcuni dei problemi attualmente sul tappeto.

La burocrazia soffocante che sottrae, è stato calcolato, ‘pesa’ per 100 giorni lavorativi, sei centesimi a bottiglia, due chilogrammi di carta per ogni litro di vino. Per il ministro per le Politiche agricole, Mario Catania, ‘in tema di semplificazioni resta moltissimo da fare: il governo Monti ha fatto partire il processo tra mille difficoltà, ma le riforme fatte sono parziali e c’è molto cammino da fare’.

La piaga delle contraffazioni che, per il vicepresidente della Commissione europea, Antonio Tajani, ‘danneggia il cuore delle imprese, la salute dei consumatori e il sistema imprenditoriale, a vantaggio nove volte su dieci della malavita. Come Commissione europea stiamo cercando di stringere un accordo con la filiera agroalimentare dell’Ue, ma se questo non sarà possibile sarò costretto a intervenire, unitamente al commissario Ciolos, per via legislativa’.

I produttori italiani non fanno squadra. Il ministro Catania lo ha ricordato: ‘Siamo fortissimi sui mercati storici, come Usa e Germania, ma siamo indietro nei nuovi mercati come Asia e Cina. Dobbiamo lavorare per recuperare terreno, dobbiamo fare meglio sistema, e non disperdere le risorse’.

Sulla liberalizzazione dei diritti di impianto dei vigneti la regolamentazione attuale resterà per non destabilizzare il comparto, mentre da Bruxelles si è ottenuta la conferma di fondi per la promozione: per l’Italia quasi 400 milioni su base annua nell’arco di sette anni che, per il presidente della Commissione Agricoltura del Parlamento Ue, Paolo De Castro, potrebbero essere utilizzati per la promozione anche all’interno dell’Ue.

Ultimo spunto lanciato dal ministro Catania è stato quello dei vini 'varietali' la cui importanza è stata forse sottovalutata in Italia, mentre altri Paesi hanno fatto scelte diverse ed forse è giunto il momento di fare una attenta riflessione per riesaminare questa tematica senza chiusure preconcette ma privilegiando le richieste del mercato, naturalmente nel rispetto della doverosa difesa delle denominazioni e nella ricerca di una maggiore valorizzazione dei nostri vitigni. (m.m.)

Ecco l'anteprima di alcune foto scattate ieri. Fare clic sulle immagini per ingrandirle.

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Con la consueta puntualità Mediobanca ha pubblicato sul proprio sito di ricerche e studi l’indagine 2013 sul settore vinicolo in Italia e all’estero, disponibile in edizione completa oppure in una sua sintesi grafica. L’indagine si articola in due sezioni. La prima riguarda le 108 principali società di capitali italiane operanti nel settore vinicolo che nel 2011 hanno fatturato più di 25 milioni di euro, le quali tutte assieme esprimono un fatturato di a 4,9 miliardi, per un tasso di rappresentatività del 61% in produzione e del 55% in export. La seconda sezione analizza l’aggregato 2002-2011 delle 13 maggiori imprese internazionali quotate con fatturato superiore a 150 milioni di euro e successivamente illustra la dinamica dell’indice mondiale di borsa delle imprese vinicole quotate comprendente 46 società con titoli trattati in 20 borse, la cui capitalizzazione era pari a 20,2 miliardi di euro.


Le cifre parlano chiaro: oggi metà del vino italiano prende la via dell’estero, ma sono meno di 30 i produttori di vino con un fatturato superiore a 50 milioni di euro che, tutti assieme, realizzano il 40% dell’export complessivo. Ecco allora arrivare Wine Monitor, una iniziativa di Nomisma per aiutare i produttori italiani a capire in maniera approfondita e in tempo reale i cambiamenti nel mercato del vino. Un osservatorio che si avvale dell’apporto scientifico di analisti economici e di mercato, di esperti di comunicazione, promozione ed internazionalizzazione del vino, oltre che alla collaborazione con enti ed istituti in grado di fornire informazioni per la corretta comprensione delle tendenze di mercato.

Appuntamento quindi a Bologna per domani, 3 aprile, quando durante il convegno ‘Quale futuro per il vino italiano?’ verrà ufficialmente presentato Wine Monitor alla presenza del presidente di Nomisma, Pietro Modiano, numerosi produttori vinicoli italiani e Paolo De Castro, attuale presidente della Commissione agricoltura del parlamento europeo.


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