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Il gruppo editoriale milanese ‘Il mio castello’ ha annunciato la sua improvvisa chiusura, una decisione presa senza che nulla facesse presagire ciò. Di conseguenza, viene a interrompere le pubblicazioni il mensile ‘Il mio vino’, da una dozzina di anni presente nel panorama editoriale vitivinicolo nazionale. Il direttore Gaetano Manti, in un comunicato, giustifica questa decisione, da lui definita ‘dolorosissima’, con il progressivo deteriorarsi del mercato italiano Horeca, oltre ad una cronica e gravissima situazione di ritardo nei pagamenti.

La brusca chiusura della testata provoca anche la cessazione del progetto di promozione del vino italiano in Cina che la rivista ‘Il mio vino’ aveva condotto in primissima persona con numerose iniziative tra cui l’edizione della rivista in lingua cinese.


Una ottima vendemmia quella del 2013 in Nuova Zelanda: con una produzione record di 345.000 tonnellate di uva, pari a circa 2,5 milioni di hl, la scarsa vendemmia del 2012 viene così messa dietro le spalle. Lo scorso anno, infatti, la vendemmia non raggiunse i due milioni di hl e le aziende produttrici scelsero di difendere le posizioni guadagnate con fatica sui mercati esteri lasciando così cadere il mercato interno del 19% e di conseguenza subire la crescita delle importazioni del 50%.

Questa scelta si traduce ora in cifre in un aumento del 3% dell’export con un valore record di 1,21 miliardi di dollari neozelandesi (circa 700 milioni di euro) e un calo del 5% in volume. L’Australia resta saldamente al primo posto, con quasi 220 milioni di euro, mentre Stati Uniti e Regno Unito registrano circa 165 milioni di euro ciascuno; al quarto posto il Canada, con poco più di 45 milioni di euro.


Produrre il vino proprio come si faceva nell’antica Roma, con le tecniche colturali in uso in quel tempo e riportate in vari testi romani dal I secolo a.C. al II d.C., in particolare nel De Agricultura di Columella e nel secondo libro delle Georgiche di Virgilio. È questa la sfida che l’istituto per i beni archeologici e monumentali del Cnr in collaborazione con la cattedra di metodologie, cultura materiale e produzioni artigianali nel mondo classico dell’università di Catania hanno raccolto e tradotto in un progetto dal nome ‘Archeologia del vino in Italia: un esperimento siciliano’.

Già in passato vennero fatti alcuni esperimenti di archeologia enologica, come ad esempio l’identificazione e il recupero dei vitigni utilizzati nell’antichità, ma questo progetto intende utilizzare fedelmente le conoscenze degli antichi romani sia nella conduzione della vigna sia poi nella vinificazione. Le viti sono state piantate con attrezzi in legno, ad esempio, e legate al tutore con foglie di canna e di ginestra. Invece di fermentare nelle botti, il mosto verrà posto in grandi vasi di terracotta e seppelliti per terra fino all’imboccatura. I vasi saranno foderati di cera d’api per renderli impermeabili e saranno lasciati aperti durante la fermentazione, ovviamente senza l’uso di moderni agenti fermentanti, e poi sigillati con argilla o resina. La prima vendemmia di questo vigneto sperimentale vicino a Catania è prevista tra quattro anni con una quantità stimata in un quintale circa di uva raddoppiabili già dall’anno successivo.


Dopo avere migliorato nei primi mesi dell’anno la propria posizione sul mercato Usa, a tutto il primo semestre del 2013 il vino italiano è cresciuto in percentuale dell’1,9 in quantità e del 5,6 in valore: un risultato estremamente positivo data la corrispondente riduzione delle importazioni Usa del 6%. Lo si evince da una nota dell’Italian Wine & Food Institute che in più aggiunge una seconda nota positiva per il nostro vino: l’aumento del divario con l’Australia, il secondo paese esportatore per quantità verso gli Usa. La quota di mercato dei vini importati dall’Italia è infatti salita al 26,3% in quantità e al 32,1% in valore mentre quella dell’Australia è scesa rispettivamente del 19,3% in quantità e dell’11,6% in valore. In leggera crescita anche le importazioni dalla Francia, il secondo paese esportatore in valore verso gli Usa, che sono ammontate, sempre nel primo semestre di quest’anno, a quasi 450.000 hl.


La vendemmia 2013 in Italia è iniziata mediamente con una decina di giorni di ritardo rispetto all’anno passato, a causa di un clima meno caldo e con forti escursioni termiche. Vi è un discreto ottimismo tra i viticoltori, al punto da dimenticare la vendemmia avara dello scorso anno e prevedere una produzione attorno ai 42 milioni di hl, più in linea quindi con la vendemmia del 2011.

In Francia la produzione invece è stimata essere poco meno di 45 milioni di hl, abbastanza vicino alla media degli scorsi anni eccetto, anche qui, la vendemmia 2012 assai ridotta. I vigneti godono per il momento di un buon rifornimento idrico, grazie alle numerose piogge primaverili, e di alte temperature, tranne qualche grandinata localmente disastrosa.

Produzione in aumento anche in Spagna, dove la primavera passata, fresca e di lunga durata, e una estate calda ha visto crescere una uva ben matura, con un elevato livello aromatico. La prospettiva di una produzione di buona qualità è pertanto condivisa dalla totalità dei produttori spagnoli, i cui vigneti sono stati in genere risparmiati dalla grandine e dalle malattie crittogamiche.


È arrivato il mago del vino, ovvero Wine Wizard, l’ultima novità dagli Stati Uniti che garantisce l’invecchiamento dei vini (e degli alcolici) in tempi record: da 15 a 60 minuti operando sulla bottiglia già sigillata. La tecnologia utilizzata consiste in una serie di onde elettromagnetiche pulsate, Electromagnetic Treatment Matrix per la precisione, un processo di chiara origine medicale alternativo agli ultrasuoni o alla laserterapia, che dimostrerebbe la sua efficacia anche sugli alimenti, sulle bevande in genere e sul vino.

Chi vuole approfondire l’argomento può dare una occhiata al sito della Ferris Holding Inc., la società di ricerca proprietaria dei brevetti: scoprirà che le onde elettromagnetiche agirebbero in sostanza sul pH del vino, riducendone il livello dei solfiti e l’acidità in genere, anche se, secondo gli inventori, il processo non funziona sui vini spumanti perché gli alti livelli di zuccheri e l’anidride carbonica sono di ostacolo.


Il caldo elevato e le scarse precipitazioni hanno fatto anticipare il momento della vendemmia in California. Le uve bianche da spumante sono attualmente in fase di raccolta, mentre i rossi inizieranno fra pochi giorni. L’associazione viticoltori della Napa Valley informa che la produzione sarà nella media quantitativa ma di alto livello qualitativo, anche se ammettono che non è stato un anno facile: tutto è iniziato con un inverno e un inizio primavera molto secchi, al punto da temere per le riserve d’acqua, ma poi si è fatto largo un clima più mite per poi giungere ad una estate molto calda, al punto che per evitare danni dovuti alla siccità si è fatto largo ricorso alla irrigazione dei vigneti. La vendemmia 2012 in California ha visto una raccolta di circa 3,7 milioni di tonnellate di uva (3,3 nel 2011).


Sarà possibile fin dalla prossima campagna etichettare e commercializzare le nuove tipologie, come spumante e passito, della Igt Emilia inserite nella proposta di modifica del 7 marzo scorso, ma che sono ancora in attesa del via libera definitivo di Bruxelles. Lo ha stabilito il decreto ministeriale n. 32016 del 31 luglio scorso dal quale si evince che solo il consorzio di tutela vini Emilia è l’unico soggetto richiedente l’autorizzazione di questa etichettatura transitoria e quindi l’unico responsabile in caso di non accoglimento della richiesta di modifica. Se la Commissione Ue infatti respingesse le modifiche al disciplinare i vini etichettati in questione dovranno essere ritirati dal mercato oppure rietichettati con le vecchie regole.


Come si differenzia il consumo di vino nei singoli stati Usa? In una nota dell’ultimo numero dell’Italian Wine and Food Institute di New York vi è la risposta: in soli dieci stati si ottengono i due terzi del totale delle vendite, pari a 17 milioni di hl, a riprova che il consumo di vino negli Stati Uniti si concentra per lo più nelle aree metropolitane. Al primo posto la California, dove nel 2012 sono stati consumati cinque milioni di hl, il 3% in più dell’anno precedente. Al secondo posto la Florida e al terzo New York, con più di due milioni di hl ciascuno, seguono poi New Jersey, Texas e Illinois con poco più di 1,2 milioni di hl ciascuno. Il Massachusetts supera di poco il milione di hl, mentre restano più in basso lo stato di Washington con 877.000 hl, la Virginia con 824.000 hl e l’Ohio al decimo posto con 785.700 hl.


Se in Italia permane in questi giorni un clima generalmente caldo e siccitoso, al di là delle Alpi la situazione meteo risulta assai diversa, con fenomeni atmosferici anche molto intensi come quelli di fine luglio tra Francia, Germania e Belgio dove ci sono stati temporali molto violenti con grandinate di forte intensità. Inevitabili i danni alle colture ma soprattutto in Francia i vigneti sono stati tra i più danneggiati dal maltempo.

Dopo le tempeste di fine giugno, infatti, la Borgogna è stata di nuovo duramente colpita da una tempesta di grandine lo scorso 23 luglio, ma la notte tra il 26 e il 27 luglio è stata invece molto problematica nel bordolese dove circa 1000 ettari di vigneti sono stati duramente colpiti dalla grandine, in particolare nel comune di Libourne, a una trentina di chilometri da Bordeaux. Nella stessa notte la grandine ha portato distruzione anche nello Champagne, dove circa 3000 ettari di vigneto sono stati danneggiati, mentre l’equivalente di 300 ettari risulta distrutto al 100%. Le zone più colpite sono verso Epernay e la Côte des Blanc.


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