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Conferenza stampa di presentazione ieri a Roma del padiglione dedicato al vino per l’Expo 2015. ‘Vino, a taste of Italy’ sarà il suo nome e sorgerà all’interno del padiglione Italia occupando una superficie di 2.000 metri quadri: ‘una passerella in grande stile’, lo ha definito il ministro delle politiche agricole, Maurizio Martina.

Il padiglione sarà composto da due parti: nella prima, un percorso didattico multimediale racconterà il ciclo produttivo del vino e sarà un vero e proprio strumento di divulgazione attraverso i cinque sensi, come è stato definito durante la conferenza stampa. La seconda, al piano superiore, sarà occupata da una enoteca dal nome Biblioteca del vino, con mille vini in degustazione presentati come libri da leggere, apprezzare e ricordare. Fra il primo piano e la terrazza vi saranno poi spazi dedicati a degustazioni quotidiane e a un ciclo di eventi divulgativi e di approfondimento realizzati con il contributo di tutti i protagonisti del vino italiano.

Su tutto questo pende però la spada di Damocle del tempo: il padiglione è in ancora in costruzione e sarà consegnato solo il 31 gennaio a Veronafiere, che si occuperà della gestione dell’avvenimento in collaborazione con il ministero per le Politiche agricole e Padiglione Italia. Rimangono quindi solo tre mesi per allestire tutto e, poiché non ci sarà tempo per rimediare a eventuali errori, l’intero padiglione verrà in anticipo completamente montato (e rismontato) in un’altra area, una sorta di prova generale prima della sua collocazione definitiva.


Ritorna il segno positivo sulle cifre relative all’export vinicolo italiano del 2014: alla fine di aprile, infatti, il totale delle esportazioni è stato di 6,42 milioni di hl, +1% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, lo rende noto l’Ismea in un suo comunicato. La crescita però non è omogenea: il vino in bottiglia è aumentato del 2% in quantità e del 4% in valore mentre quello sfuso, al tempo stesso, è in calo sia in quantità (-4%) sia in valore (-18%) e questo a causa anche della concorrenza spagnola, in surplus produttivo, che sta spingendo verso il basso i prezzi degli sfusi italiani.

Osservando i singoli mercati, l’export negli Stati Uniti cresce del 4,3% in quantità e del 0,9% in valore, mentre la Germania scende del 4,4% in quantità e del 4,5% in valore. Segno positivo anche per il Regno Unito e il Giappone, mentre il mercato cinese sembra mostrare i primi segni di riscossa.


L’Agea ha diffuso la consueta circolare sulle dichiarazioni di giacenza per la campagna in corso, la circolare 21 luglio 2014 n. ACIU.2014.491, contenente le istruzioni applicative generali per la compilazione e la presentazione delle dichiarazioni, assieme a un secondo documento contenente le avvertenze generali per la compilazione e un facsimile in bianco del modello da compilare.

La dichiarazione è obbligatoria se si hanno quantitativi di prodotti vinicoli in giacenza alla data del 31 luglio 2014 mentre il termine della consegna della dichiarazione, che va obbligatoriamente presentata per via telematica, è il 10 settembre. Chi risiede in Piemonte o in Toscana deve presentare la dichiarazione di giacenza rispettivamente alla stessa regione Piemonte o all’Artea, organismo pagatore della regione Toscana, secondo modalità da esse stesse direttamente stabilite, tutti gli altri all’Agea competente per territorio.


Su richiesta del Consorzio del Prosecco Doc le regioni Veneto e Friuli-Venezia Giulia hanno prorogato per altri tre anni il divieto di nuove iscrizioni dei vigneti Glera agli albi della Doc Prosecco, la cui superficie vitata rimane così ferma a quota 20.000 ettari. Questa decisione del consorzio non ha mancato di sollevare malumori e polemiche da parte di tutti quei produttori che, sulla spinta del successo che il Prosecco sta riscuotendo su tutti i mercati, avrebbero voluto vedere ampliare la superficie vitata e quindi la produzione ma, come ha affermato il presidente Stefano Zanette, ‘il Consorzio si è fatto carico di informare e coinvolgere tutta la filiera al fine di arrivare ad una decisione il più possibile condivisa nella consapevolezza che un sacrificio nell’immediato avrebbe significato un maggior vantaggio nel medio-lungo periodo’.


Si è appena conclusa la terza edizione del China Dalian International Wine & Dine Festival, la più importante fiera vinicola e alimentare nella Cina nordorientale, ed è il terzo appuntamento anche per Vinitaly International in terra cinese, dopo la tappa a Chengdu lo scorso marzo e a Shanghai a maggio. La città di Dalian rientra tra i primi dieci mercati di consumo del vino in Cina ed è un’area sempre più di rilievo per gli investimenti stranieri, grazie anche allo status di zona economica speciale ottenuta trent’anni fa. Nell'area che Vinitaly International ha attrezzato per la fiera di Dalian era presente una sezione didattica che ha visto aumentare, dopo il successo riscosso dalla tappa di Shanghai, il numero di sessioni didattiche. Da segnalare inoltre tre esclusivi seminari sul vino della Vinitaly International Academy, uno dei quali dedicato unicamente al Brunello di Montalcino


Non deovrebbe essere attivata la misura di promozione per il mercato interno né quella sulla innovazione. Le ristrutturazioni per ragioni sanitarie o fitosanitarie saranno invece finanziate con il 15% massimo dei 140 milioni di euro già destinati alla ristrutturazione. Sono questi gli orientamenti del ministero delle Politiche agricole espressi in un incontro svoltosi a Roma in questi giorni per meglio definire le misure del Piano nazionale di sostegno da applicare nella prossima campagna vitivinicola in attuazione del nuovo regolamento comunitario 1308/13.


Dopo quasi 50 anni di esistenza, il Consorzio tutela vini Doc Friuli Isonzo getta la spugna. Lo ha deciso il consiglio di amministrazione il cui presidente, Giorgio Badin, ha proposto in sua vece la nascita di un comitato spontaneo che possa confrontarsi con gli enti pubblici e al quale tutte le aziende possano partecipare a titolo gratuito.

‘Le cause - ha spiegato Badin - sono principalmente due: le dimensioni troppo piccole del Consorzio Isonzo, che non ne consentono una gestione economicamente sostenibile, e il venir meno del sostegno pubblico. Il sistema consortile regionale così come è strutturato ha dei limiti e il fatto che pochi associati sostengano economicamente una struttura utile a tutti crea mille problemi’. ‘Ma sarebbe un grosso errore per i produttori – ha aggiunto Badin - pensare che non ci sia più bisogno di promozione territoriale e di coordinamento tra aziende. Se il Consorzio chiude per esaurite finalità, la Doc Isonzo deve proseguire il cammino’.


La super vendemmia in Spagna, oltre 53 milioni di hl, ha sì consegnato agli iberici il titolo di maggior produttore europeo, ma anche il crollo dei prezzi e dei margini di guadagno dei produttori. Con le cantine che ‘scoppiano’ di vino, oltre 30 milioni di hl in giacenza, bisognava fare qualcosa e, come previsto dall’art. 167 dell’Ocm vino, il ministero dell’Agricoltura spagnolo, assieme alle organizzazioni interprofessionali riconosciute, ha deciso di avviare alla distillazione 4 milioni di hl e di accompagnare questa misura con un piano strategico, ancora tutto da definire, per regolare la futura offerta.

Scartata quindi l’ipotesi che circolava nei giorni scorsi di uno stoccaggio forzato di 4 milioni di hl di vini bianchi generici, la Spagna decide di ricorrere alla distillazione di una pari quantità di vino ‘per usi energetici o industriali’. Ora si attende sulla Gazzetta ufficiale spagnola il decreto di autorizzazione, ma non bisogna dimenticare che l’ultima parola spetterà comunque a Bruxelles.


Il tappo a vite si prende sempre più spazio nei mercati inglesi e australiani, mentre gli Stati Uniti rimangono ancora fedeli al tappo di sughero. Lo riferisce un recente rapporto di Wine Intelligence che osserva come il tappo di sughero resti comunque su tutti e tre i mercati analizzati sinonimo di vino di qualità. Più in dettaglio, il 55% degli australiani acquista vini con tappo a vite, contro il 38% che preferisce il sughero; nel Regno Unito si ha un sostanziale del 40% mentre negli Stati Uniti solo il 21% sceglie il tappo a vite mentre il triplo (64%) vuole il tappo di sughero.

Osservando l’evoluzione degli ultimi sette anni, Wine Intelligence rivela come il tappo a vite abbia guadagnato positività sia nel Regno Unito che in Australia, mentre negli Stati Uniti non si registrano differenze di comportamento rispetto al passato. Questa differenza sembra essere strettamente correlata con la frequenza di utilizzo: oltre il 70% dei consumatori di Regno Unito e Australia, infatti, afferma di avere acquistato almeno una bottiglia di vino con tappo a vite nelle ultime quattro settimane.


Il Consorzio del vino Brunello di Montalcino, nel corso dell’ultima assemblea, ha approvato alcune modifiche tecniche al disciplinare di produzione ed inoltre ha approvato il principio del controllo preventivo sulle vendite di uva e vino sfuso che obbligherà i produttori a comunicare all’organismo di controllo ogni trasferimento con un preavviso di almeno due giorni lavorativi, un ulteriore passo in avanti verso la completa tracciabilità del Brunello.

Tra le altre modifiche approvate, la densità di impianto minima che passerà da 3.000 a 4.000 piante per ettaro per i vigneti nuovi o reimpiantati, l’introduzione della possibilità dell’irrigazione di soccorso, fino ad oggi vietata, e la possibilità di tagli, per il Brunello e per il Rosso a patto che l’85% sia di vino dell’annata rivendicata.


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