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Esordio positivo per Italian Wine Brands spa (Iwb), società composta da Giordano Vini e Provinco Italia, che da ieri ha iniziato ad essere quotata su Aim Italia, il mercato di Borsa dedicato alle piccole e medie imprese. Provinco Italia è attiva nel segmento della grande distribuzione, mentre Giordano vini si occupa delle vendite al consumo. Le due aziende insieme fatturano circa 140 milioni, con un margine operativo lordo di 13-14 milioni e un utile di 5 milioni. La produzione è di 44 milioni di bottiglie l’anno, con una quota di export pari al 70% circa.

Sul sito di MilanoFinanza è possibile controllare l’andamento delle quotazioni di Italian Wine Brands.


Inizia oggi alla Fondazione Edmund Mach di S. Michele all'Adige a Trento la terza edizione del master di Wine export management promosso dal Centro Istruzione e Formazione, percorso formativo che forma export manager nel settore vitivinicolo. Nel 2014 le domande erano state circa una sessantina per venticinque posti disponibili. Quest'anno è stata superata ogni aspettativa più rosea con più di ottanta richieste provenienti da Italia, Stati Uniti, Spagna, Libano, India e Inghilterra. Il master è incentrato sul mercato mondiale del vino, con dati, tendenze e prospettive, focalizzando l'attenzione in particolare sulle possibilità e sulle difficoltà per l'Italia e si rivolge a neo-laureati, imprenditori del settore e addetti commerciali che ambiscono ad acquisire o migliorare le competenze nella gestione dell'export del vino. (g.r.)


Nel 2018 la Germania sorpasserà l’Italia nei consumi di vino. Queste previsioni, contenute in una ricerca dell’International Wine and Spirits Research in collaborazione con Vinexpo, affermano che fra solo tre anni la Germania consumerà l’equivalente di 3,3 miliardi di bottiglie (quasi 25 milioni di hl) contro le 3,28 miliardi di bottiglie dell’Italia. La causa di ciò è il calo dei consumi in Italia, stimato del 5% nei prossimi quattro anni, e dalla contemporanea crescita dell’1% annuo della Germania, specialmente nel settore dei vini spumanti.

La ricerca di Iwsr/Vinexpo inoltre annuncia che gli Stati Uniti consolideranno la loro posizione di maggior mercato vinicolo del mondo (il consumo crescerà da qui a fine 2018 dell’11% con l’equivalente di 4,5 miliardi di bottiglie) e che il mercato del vino nel Regno Unito sta per ripartire dopo il declino iniziato nel 2009 (nel 2018 è previsto un consumo di 1,7 miliardi di bottiglie con gli spumanti e i rosé a guidare la crescita).


Le esportazioni di Champagne continueranno a crescere e a fine del 2015 sorpasseranno le vendite sul mercato interno francese. Sono parole di Vincent Perrin, direttore generale del Comité interprofessionnel du vin de Champagne, pronunciate lo scorso sabato a Epernay durante i festeggiamenti in onore di Saint Vincent, il patrono dei vignerons. La crescita dell’export è dovuta dai mercati extraeuropei come Stati Uniti, Giappone e Australia mentre nel Vecchio continente la crescita è stata più modesta. Ricordiamo, in attesa dei dati ufficiali dell’anno scorso, che nel 2013 le vendite di Champagne in Francia sono state di 167 milioni di bottiglie, -2% rispetto al 2012, mentre l’export ha raggiunto quota 137 milioni di bottiglie.


Secondo il rapporto Deloitte Vintage 2014 i vignaioli neozelandesi vedono una nuova crescita dei profitti anche nel 2014. Il rapporto divide i produttori in cinque categorie: quelli con fatturato superiore a 20 milioni di dollari neozelandesi (13 milioni di euro), quelli tra 10 e 20 milioni, quelli tra 5 e 10 milioni, quelli tra 1,5 e 5 milioni e quelli inferiori a 1,5 milioni. La crescita generale inizia nel 2010 ma per la prima volta negli ultimi sette anni tutte le categorie hanno riportato un aumento dei profitti. Le cantine con un fatturato superiore ai 20 milioni di dollari neozelandesi, e quindi le più grandi e più attrezzate, sono quelle che hanno registrato la crescita maggiore, mediamente del 17,6%. Questo risultato straordinario arriva nonostante le paure per l'eccesso di offerta, l'alto livello del debito e la crisi finanziaria. I produttori sono riusciti a trasformare le giacenze di magazzino in profitto, questo fa molto ben sperare anche per il 2015 dopo il raccolto eccezionale del 2014 che ha superato le 445 mila tonnellate d'uva. Deloitte ha stimato il valore totale dell'industria del vino in Nuova Zelanda intorno ai 2 miliardi di dollari neozelandesi (1,3 miliardi di euro) nel 2014 di cui 1,36 miliardi dovuti solo alle esportazioni (870 milioni di euro). (g.r.)


Più di cento persone sono state ricoverate in ospedale e almeno 29 sono morte nello stato indiano di Uttar Pradesh dopo aver bevuto dell’alcol contaminato da metanolo, che assunto in forti dosi può portare alla cecità, danni al fegato e alla morte. I primi casi di avvelenamento si sono verificati a Kharta, un villaggio vicino a Lucknow, capitale dell'Uttar Pradesh, prima di diffondersi in tutto lo stato indiano, come riferito dalla Bbc. Nel 2011 quasi 170 persone sono morte nello stato del Bengala occidentale per avvelenamento da alcol, mentre un altro caso analogo causò la morte di 107 persone in Gujarat nel luglio 2009.


A dieci mesi dal suo svolgimento previsto il Simei, fiera leader delle macchine per enologia e imbottigliamento, decide di anticipare le sue date di esposizione di un paio di settimane e pertanto la 26° edizione si terrà dal 3 al 6 novembre prossimi anziché dal 17 al 20. Lo spostamento di data esclude così il rischio di sovrapposizione con l’Itma, fiera del macchinario tessile, prevista sempre a Milano Rho, avvicinandosi quindi alla data di chiusura di Expo 2015. Rimangono confermati i due appuntamenti internazionali: un convegno sulla sostenibilità, che prosegue il lavoro di studio iniziato già la scorsa edizione, e il primo convegno internazionale sull’analisi sensoriale, presieduto dalla professoressa Anita Oberholster, della facoltà di viticoltura ed enologia dell’Università di Davis in California.


Non si sono ancora spenti gli echi dei tragici fatti di Parigi, tre giorni di terrorismo e di violenza che hanno lasciato sul campo troppi morti innocenti, dagli ostaggi inermi e impotenti, ai poliziotti caduti nello svolgimento del loro dovere, ma soprattutto ai redattori e ai disegnatori di Charlie Hebdo, colpevoli soltanto di avere esercitato la propria libertà di pensiero e di opinione. E proprio a Charbonnier, Cabu, Honoré, Tignous e Wolinski che WineActs vuole porgere un semplice omaggio, una piccola raccolta di loro opere a tema vinicolo che negli anni questi artisti hanno realizzato per varie occasioni. Dalle loro matite emerge chiaramente quella meravigliosa ‘joie de vivre’ che purtroppo in altre parti del mondo il fanatismo religioso sta clamorosamente facendo mancare. (m.m.)

Fare clic sulle immagini per ingrandirle.

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I produttori del Prosecco stanno minacciando azioni legali contro alcuni bar e pub inglesi che stanno vendendo con lo stesso nome del semplice vino spumante o frizzante alla spina invitando la Food Standards Agency e la Intellectual Property Office del Regno Unito a far cessare questa commercializzazione illegale. Il Consorzio di tutela del Prosecco ricorda infatti con un comunicato che, a norma dell’art. 8 del disciplinare di produzione, il Prosecco può essere venduto solo in bottiglie di vetro e pertanto i vini attualmente venduti alla spina come Prosecco non possono sicuramente esserlo. Il Consorzio infine rammenta che chiunque si ostini a utilizzare illegalmente il nome Prosecco può essere perseguito per frode ai sensi dei regolamenti sul commercio in vigore nell’Unione europea e rischiare una multa che può arrivare a 20.000 euro.


Una bottiglia di vino rosso a un dollaro australiano (70 centesimi di euro) e nello scaffale vicino una bottiglia di acqua da 350 ml a 2,50 dollari australiani: nei supermercati di Melbourne si possono trovare sorprese come questa. I prezzi del vino sono crollati in Australia a causa del rafforzamento del dollaro australiano rispetto a quello statunitense, il che ha portato ad una saturazione del mercato nazionale.

In altre parole, non riuscendo più a esportare come in passato, i vini australiani si sono riversati sul mercato interno, causando un aumento della concorrenza e quindi un forte ribasso dei prezzi. Il sistema in vigore di tassazione degli alcolici ha poi per la sua parte contribuito al problema, poiché i vini sono tassati in proporzione al prezzo e non al contenuto alcolico. Le due più grandi catene di negozi, Woolworths e Coles, che assieme realizzano il 70% circa delle vendite di vino del Paese, sono ormai ai ferri corti impegnate in una aspra battaglia di sconti e offerte speciali per svuotare i loro magazzini dal vino rimasto invenduto.


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