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A poche ore dalla fine d'anno e dalla prevista entrata in vigore dall'inizio dell'obbligo il ministro delle Politiche agricole, alimentari e forestali Maurizio Martina, con proprio decreto del 30 dicembre, ha rinviato l'entrata in vigore dell'obbligo della tenuta dei registri vitivinicoli telematici. Il decreto ha fissato il rinvio al 30 giugno 2016 per l'obbligo di utilizzare esclusivamente i nuovi registri telematici. Secondo alcune indiscrezioni ufficiose sembrava che la proroga sarebbe stata più ampia per avere la certezza che il nuovo sistema potesse essere veramente funzionale e rispondente alle complessità dei registri telematici. Si ricorda che non è stato ancora emanato il decreto che deve fissare le specifiche tecniche e le modalità applicative per la tenuta del registro telematico.

Qui di seguito il testo aggiornato dell'articolo 8 del decreto ministeriale 20 marzo 2015, n. 293 sulla dematerializzazione dei registri vitivinicoli (in nero le modifiche introdotte)

Articolo 8.
Disposizioni attuative e abrogazioni
1. A partire dalla data di pubblicazione del presente decreto e fino al 30 giugno 2016, in via transitoria, il registro telematico è reso disponibile nel SIAN e può essere utilizzato dagli operatori in via sperimentale.
2. È autorizzato il termine del 1° aprile 2016 a decorrere dal quale gli operatori hanno facoltà di tenere esclusivamente il Registro telematico.
3. A decorrere dal 30 giugno 2016 gli operatori tengono esclusivamente il registro telematico.
4. Sono abrogati:
a) il decreto interministeriale 19 dicembre 1994, n. 768, pubblicato sulla Gazzetta ufficiale n. 69 del 23 marzo 1995, a decorrere dal 30 giugno 2016;
b) l’articolo 15, comma l, lettera c), del D.m. 11 novembre 2011, pubblicato sulla Gazzetta ufficiale n. 295 del 20 dicembre 2011, a decorrere dal 30 giugno 2016;
c) l’articolo 2, comma l, lettere g) ed h), del D.m. del 2 luglio 2013, pubblicato sulla Gazzetta ufficiale n. 178 del 31 luglio 2013, a decorrere dalla data di entrata in vigore del presente decreto.


Wine Monitor di Nomisma, nel suo ultimo report del 2015, conferma la crescita dell’export di spumante italiano con oltre 2,7 milioni di hl contro gli 1,8 di quelli francesi e gli 1,6 di quelli spagnoli. Resta però ancora molto alto il divario in valore: un miliardo di euro contro 3 miliardi per la Francia, molto più staccata la Spagna con circa 420 milioni di euro. Fino al 2008 la quantità di spumante italiano esportato era meno del 70% di quello francese, per poi realizzare il sorpasso dall’anno successivo ed arrivare nel 2015 ad una volta e mezzo. Circa l’80% dei quantitativi esportati dall’Italia è di spumanti Dop per la gran parte Prosecco, che è il vero responsabile del sorpasso sui francesi. L’Asti spumante, al contrario, è calato nelle sue esportazioni di oltre il 30% dal 2009 ad oggi.


Ad inizio campagna 2015-16 le giacenze di vino in Spagna ammontano a poco più di 32 milioni di hl, in leggero calo del 3,5% rispetto alla campagna precedente. I mosti invece sono diminuiti del 48% raggiungendo 1,6 milioni di hl. Lo riferisce il Fondo español de garantia agraria (Fega), un organismo autonomo simile all’Agea nazionale. Del totale, 20 milioni di hl sono rossi, mentre quasi 12 milioni di hl bianchi mentre dal punto di vista qualitativo 20,7 milioni di hl sono a Dop, dei quali circa 4 milioni di hl ciascuno provengono dalla Catalogna e dalla Rioja. Infina le giacenze di vini senza indicazione geografica sono state di 6,4 milioni di hl, la metà dei quali solo dalla regione di Castilla-La Mancha.


A causa di una economia ancora stagnante, il mercato del vino statunitense è previsto aumenti nel corrente anno di appena lo 0,2% per un volume totale di 321,7 milioni di casse da nove litri. Per il ventiduesimo anno consecutivo il mercato statunitense continua la sua crescita, anche se quella di quest’anno è la più piccola fra tutte. Sono i dati raccolti nell’edizione 2015 di Shanken’s Impact Databank Review and Forecast sul mercato statunitense di vino. Ancora una volta, gli spumanti dettano il ritmo di crescita, con un guadagno previsto del 6% in volume, il settimo consecutivo dopo la crisi finanziaria del 2008. A guidare la crescita degli spumanti è il Prosecco, dove due marchi in particolare, La Marca di E. & J. Gallo and Mionetto fanno la parte del leone davanti alla spagnola Freixenet e all’italiana Martini & Rossi.


Sempre più consistenti i segnali positivi per l’export 2015 del vino italiano, Wine Monitor di Nomisma ha calcolato infatti che si raggiungerà la cifra record di 5,4 miliardi di euro, una crescita di circa il 6% rispetto ai 5,1 miliardi del 2015. Aumentano i vini spumanti, mentre i vini tranquilli in bottiglia restano sostanzialmente stabili. Calano invece i vini sfusi, stretti dalla concorrenza spagnola, che anche nel 2015 sono cresciuti del 10% nell’export a fronte di un calo del loro prezzo medio di un analogo 10%. Ormai, riferisce Wine Monitor, più di un litro su tre di vino sfuso commercializzato nel mondo è di origine spagnola.


Dopo sette anni termina la presidenza di Maurizio Zanella al Consorzio Franciacorta e il testimone passa ora a Vittorio Moretti, entrambi figure carismatiche e grandi protagonisti della crescita e del successo del metodo classico in Lombardia. Durante gli ultimi sette anni, infatti, il numero di bottiglie di Franciacorta prodotte sono passate da 9 a 16 milioni, mentre il bilancio del consorzio è salito da 2,8 milioni di euro ai 5 di quest’anno. Ma non è solo nei numeri che la Franciacorta è cambiata e continuità è la parola d’ordine che il neo presidente Moretti si è dato, approfondendo i valori di fondo della viticoltura e dell’enologia, con una particolare attenzione all’ambiente e al paesaggio, e diffondendo sempre di più ‘uno stile di vita all’insegna dell’eccellenza’.


Il vino tranquillo è la bevanda alcolica preferita dai francesi per il 34%, seguono alcolici e cocktail per il 22%, birra per il 16% Champagne e spumanti per il 15%. Sono cifre tratte dal survey annuale di Sowine, una agenzia francese di marketing specializzata in vini e alcolici, che per il sesto anno ha condotto una ricerca tra oltre mille consumatori. I dati però differiscono se il campione in esame è quello dei giovani tra 18 e 25 anni: essi, infatti bevono meno vino e più birra al punto tale che le percentuali per loro sono del 23% per il vino, 22% per gli alcolici e 24% per la birra.

Cambiano anche le motivazioni di acquisto: il 38% dei francesi, infatti, segue i consigli di amici e coetanei, specialmente attraverso i social network, per la scelta del vino contro il 23% che si rivolge a professionisti del settore, siano essi giornalisti o influencer. Solo il 17% consulta con regolarità i blog sul vino ma chi lo fa dà grande importanza a quanto letto (82%) per poi passare all’acquisto nel 27% dei casi. Infine, il 28% dei possessori di uno smartphone o di un tablet hanno acquistato vino utilizzando una app, una crescita rilevante rispetto al 9% dello scorso anno.


Presentato ufficialmente ieri a Roma, presso la sala Cavour del ministero delle Politiche agricole, l’Osservatorio del vino italiano, su iniziativa di Unione italiana vini con la collaborazione di Ismea e Sda Bocconi Wine management Lab e la partecipazione di Wine Monitor-Nomisma. Attraverso i dai trasmessi dalle aziende oltre a fonti ufficiali e fonti internazionali pubbliche e private, l’Osservatorio del vino monitorerà e successivamente diffonderà dati vendemmiali e di produzione, l’andamento dei prezzi all’origine e al consumo, le vendite nel mercato interno ed in quelli internazionali. Ma per la prima volta si riuscirà ad avere sott’occhio anche l’andamento delle vendite e dei consumi di vino nel canale horeca (hotel, ristorazione e catering), finora difficilmente analizzato in profondità. L’Osservatorio intende così colmare una lacuna da sempre avvertita dagli operatori professionali del vino, che lamentavano la mancanza di una fonte di dati statistici garantita istituzionalmente e necessaria per una moderna pianificazione commerciale.


L’export di spumante italiano cresce del 19% e, secondo stime Coldiretti, raggiungerà nel 2015 la cifra record di un miliardo di euro. La domanda è cresciuta in valore del 50% in Gran Bretagna e del 32% negli Stati Uniti mentre la Germania si trova al terzo posto. Anche in Francia si registra un aumento di richieste di spumante italiano, +19%. La Coldiretti, ricordando che quest’anno si sono stappate più bottiglie di spumante italiano che di champagne francese, evidenzia questo risultato straordinario che sostiene l'intero comparto del vino, il quale rappresenta la principale voce dell'export agroalimentare nazionale, e che assieme ai buoni risultati della vendemmia appena terminata induce l’intero settore vinicolo ad un maggiore ottimismo per il futuro.


Il Consiglio dei ministri di ieri ha approvato il decreto sul nuovo sistema di autorizzazioni per gli impianti viticoli e che entrerà in vigore dal 1° gennaio prossimo fino alla fine del 2030. Finisce definitivamente in soffitta il precedente sistema dei diritti di impianto per introdurre un nuovo strumento che permetterà il rilascio di autorizzazioni per l’impianto di nuovi vigneti, per i reimpianti e per convertire ed utilizzare i vecchi diritti di reimpianto in possesso dei produttori nel limite massimo annuo dell’1% della superficie vitata nazionale, circa 6.400 ettari. Il decreto prevede inoltre che al termine del primo anno di applicazione sarà effettuata una verifica approfondita per valutare i risultati e apportare, se del caso, modifiche ed integrazioni migliorative.


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