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Presentato ufficialmente lunedì al Vinitaly il Testo unico del vino, frutto della fusione e del relativo compromesso tra la proposta di legge n. 2236, elaborata dalla quasi totalità della filiera vitivinicola, e la n. 2618, proposto dalla Coldiretti. Il Testo, che ora continuerà il suo iter nella commissione agricoltura della Camera, riordina la materia dei controlli, riducendo così il carico burocratico ed i costi per i produttori; differenzia i piani di controllo in base alla classificazione qualitativa dei vini Docg, Doc e Igt e favorisce la stipula di convenzioni fra gli enti di vigilanza per razionalizzare i controlli ispettivi. Forti novità sono previste sul fronte della lotta alla contraffazione nonché in tema di sanzioni, introducendo il principio del ravvedimento operoso.


Non ha usato mezze misure il ministro delle Politiche agricole Maurizio Martina ieri durante la cerimonia di apertura del 49° Vinitaly a Verona. Lo ha definito infatti ‘un punto di svolta storico’ il momento attuale, perché stanno per essere messi in pratica alcuni provvedimenti annunciati da anni e fortemente voluti dal mondo agricolo e vitivinicolo in particolare.

Innanzitutto Agricoltura 2.0, un ambizioso progetto di digitalizzazione che interesserà un milione e mezzo di imprese agricole, il cui avvio operativo verrà presentato ufficialmente oggi al Vinitaly.

Sempre oggi la presentazione del tanto atteso testo unico sul vino, frutto di un anno di lavoro della commissione agricoltura assieme alle organizzazioni di settore.

La continuazione e il compimento del decreto Campolibero, presentato giusto un anno fa qui a Verona, ispirato da una nuova filosofia nei rapporti tra le pubbliche amministrazioni e il settore vitivinicolo, come ha spiegato il ministro Martina: non più autorizzare (per fare qualcosa devo chiedere il permesso) ma comunicare (io faccio e comunico quello che sto facendo).

La firma, avvenuta giorni fa, del decreto sulla dematerializzazione dei documenti agricoli e vitivinicoli, un provvedimento che, ha affermato il ministro con una punta di orgoglio, ‘eliminerà definitivamente 64.000 documenti cartacei’.

Da non dimenticare infine la recente approvazione del decreto sulla trasferibilità dei diritti di impianto e infine la convenzione, alla firma oggi, per contrastare la agropirateria sul web. (m.m.)

Alcune foto scattate al 49° Vinitaly. Fare clic sulle immagini per ingrandirle.

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In attuazione del decreto legge n. 91/2014 denominato Campolibero, convertito dalla legge n. 116/2014 e in particolare di quanto previsto dall’articolo 1-bis, il ministero delle Politiche agricole alimentari e forestali ha emanato oggi il decreto n. 293 contenente le attese disposizioni per la tenuta in forma dematerializzata dei registri nel settore vitivinicolo. L'obbligo della tenuta dei registri in forma telematica, nell’ambito dei servizi del Sian, partirà dal 1° gennaio 2016, ma per scelta volontaria le aziende potranno anticiparlo dal 1° agosto 2015.

L'articolo 2 stabilisce quali operatori saranno soggetti al nuovo registro e quali i soggetti esonerati. Ogni stabilimento o deposito sarà soggetto alla tenuta di un registro distinto. La gestione del registro telematico potrà essere delegata ad un'impresa specializzata come definita all'articolo 1, lettera p). I termini per le registrazioni e le relative operazioni sono indicati nell'articolo 5. Gli operatori che utilizzano la contabilità computerizzata avranno 30 giorni per completare le registrazioni e ugualmente le aziende con produzione inferiore a 1.000 ettolitri e prevalentemente di produzione aziendale godranno della possibilità di effettuare le registrazioni entro i 30 giorni. Ulteriori semplificazioni sono previste per i produttori sotto i 1.000 ettolitri annui, attraverso registrazioni cumulate durante il periodo vendemmiale. Le aziende dovranno essere in grado di produrre documenti giustificativi attendibili come indicato nel paragrafo 3 dell'articolo 5 del decreto. L'operatore non avrà responsabilità in caso di impossibilità di adempiere agli obblighi in caso di malfunzionamento del sistema informatico.

La compilazione dei registri potrà avvenire direttamente online sul portale oppure via webservice. Gli operatori in possesso di un software gestionale potranno continuare a utilizzarlo, collegandosi in webservice con il Sian. Le informazioni saranno trasmesse in automatico con apposita procedura nel Sian. Le aziende sprovviste di tali applicativi opereranno in modalità on-line compilando i registri direttamente sul portale Sian. Nell'allegato 1 sono stabilite le modalità di designazione sul registro e nell'allegato 2 sono precisati quali elementi devono essere riportati per determinate operazioni. Con successivo decreto dell'Icqrf saranno definiti gli aspetti tecnici e di dettaglio per il corretto funzionamento del nuovo sistema. (g.r.)


Una leggera crescita nel segno del consolidamento: così appaiono, ad una prima lettura, le statistiche sull’export vinicolo del 2014 diffuse oggi dall’Istat. Rispetto al 2013, infatti, la quantità è cresciuta dell’1%, da 20,3 a 20,5 milioni di hl, e dell’1,4% in valore, da 5,04 a 5,11 miliardi di euro. Stati Unti e Germania, nel 2013 sostanzialmente alla pari con poco più di un miliardo di euro a testa, vedono ora la prima salire del 4,4% con 1,125 miliardi di euro, e la seconda scendere dello stesso valore e toccare quota 975 milioni di euro. Medaglia di bronzo sempre al Regno Unito, in crescita del 6% con 657 milioni di euro.

Il comparto degli spumanti continua a elargire grandi soddisfazioni: dai 625 milioni di euro del 2012 ai 736 del 2013 si è ora arrivati a 840,4 milioni di euro (+14,2%) pari a una quantità di 2,45 milioni di hl (+19,7%). Crescita record nel Regno Unito, che in soli due anni raddoppia il suo import di spumanti italiani (da 88 milioni di euro nel 2012 a quasi 181,5 nel 2014) sorpassando decisamente gli Stati Uniti, che però anche loro registrano una crescita a doppia cifra: 152,1 milioni di euro nel 2014 (+11%). Continua la discesa del terzo mercato per gli spumanti: la Germania, ora a poco più di 237.000 hl in quantità (-6,9%) e a 83 milioni di euro (-8,4%).


Nel mondo si beve ormai più spumante italiano che Champagne: lo afferma la Coldiretti che, analizzando i dati Istat del 2014, ha calcolato in 320 milioni di bottiglie il totale dei vini spumanti italiani esportati, il record di sempre, mentre l’export di Champagne è stato nello stesso periodo di 307 milioni di bottiglie. Di rilievo, precisa la Coldiretti, la crescita dell’export in Cina dove le bottiglie di spumante italiano consumate nel 2014 sono quasi raddoppiate (+90%) rispetto allo scorso anno. In forte crescita anche il Regno Unito (+45%) che diventa il primo mercato di riferimento scavalcando gli Stati Uniti (+14%). E lo spumante italiano, in ordine di preferenza Prosecco, Asti, Franciacorta, risulta vincente anche in un ipotetico scontro diretto con i cugini d’Oltralpe: nel 2014 infatti sono state esportate in Francia 9,8 milioni di bottiglie di spumante mentre l’Italia ha importato solo 5,8 milioni di bottiglie di Champagne.


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