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Ecco i principali dati statistici forniti dal direttore generale dell'Oiv, Jean-Marie Aurand, nel corso della consueta conferenza stampa annuale che si è tenuta ieri a Parigi. Dopo una annata 2013 da record (291 milioni di hl), la produzione mondiale di vino raggiunge nel 2014 il livello di 279 milioni di hl. In Europa, Francia e Germania registrano aumenti significativi: +11% (rispettivamente 46,7 milioni di hl e 9,3 milioni di hl). Al contrario, Romania, Italia e Spagna riportano flessioni rispettivamente del 20%, del 17% e del 9% dopo i raccolti molto abbondanti del 2013. Al di fuori dell'Europa, gli Stati uniti (22,3 milioni di hl) e il Sud africa (11,3 milioni di hl) mantengono buoni livelli di produzione. Stabile la Argentina (15,1 milioni di hl) e in leggero calo l’Australia (12 milioni di hl). Da segnalare poi la produzione record della Nuova zelanda (3,2 milioni di hl), mentre flessioni più significative interessano il Cile (-18% con 10,5 milioni di hl) e la Cina (-5% con 11,1 milioni di hl).

Il consumo mondiale di vino nel 2014 viene stimato a 240 milioni di hl, con una diminuzione di 2,4 milioni di hl rispetto al 2013. Gli Stati uniti, con 30,7 milioni di hl, confermano la loro posizione di maggior consumatore mondiale mentre la Francia (27,9 milioni di hl) e l'Italia (20,4 milioni di hl) mantengono il loro andamento passato, con un consumo che continua a diminuire tra il 2013 e il 2014, rispettivamente di 0,9 milioni di hl e 1,4 milioni di hl. Infine il livello di consumo in Cina nel 2014 viene stimato a 15,8 milioni di hl, in flessione di 1,2 milioni di hl rispetto al 2013. Gli scambi mondiali di vino sono aumentati l’anno scorso del 2,6% in termini di volume rispetto al 2013 (104 milioni di hl), ma il loro valore si è mantenuto stabile a 26 miliardi di euro. La quota delle esportazioni in bottiglia continua a essere significativa, aumenta leggermente la quota dei vini spumanti (+1%) tra il 2013 e il 2014 e prosegue l'aumento delle esportazioni di vino sfuso.

Secondo i dati Agea, nella campagna 2014/15, sono stati prodotti in Italia 44.739.039 hl di vino. Il dato conferma le previsioni avanzate dall'Ismea e denota una significativa flessione produttiva sull'annata 2013 che si era rivelata particolarmente abbondante (-16%). Il dato produttivo dei vini Dop ammonta a 14.736.523 hl di cui il 52,2% è costituito da vini bianchi, mentre per i vini a indicazione geografica tipica il volume prodotto è pari a 12.669.111 hl con una prevalenza, anche in questo caso, dei vini bianchi (52,1% del totale). La produzione dei vini varietali ammonta a 217.960 hl con una prevalenza di vini rossi (59,5% del totale). In realtà la quota di vino varietale commercializzata è superiore in quanto derivante da riclassificazione di vini Dop e Igp. La produzione dei vini generici ha registrato 10.400.579 hl confermando la netta prevalenza di vini bianchi con il 57,2%. Infine è stata dichiarata la produzione anche di 6.714.865 hl di mosti con leggera prevalenza di bianchi.

Per la prossima vendemmia, secondo indiscrezioni ministeriali, è in preparazione una revisione delle disposizioni relative alla dichiarazione di produzione. Un decreto è allo studio del Mipaaf e prevede novità nelle tempistiche e nelle modalità operative. (g.r.)


Si conferma positivo l'andamento dell’export vinicolo italiano che ha chiuso il 2014 con un incremento sia in volume sia in valore pari all'1%. Il comparto dei vini Dop e Igp vale ora ben 4,3 miliardi di euro pari all'84% del valore complessivo. La domanda interna rimane in flessione, ma l’export si conferma una realtà consolidata. La campagna in corso, sebbene abbia registrata una produzione più scarsa della precedente, è partita con una giacenza di oltre 45 milioni di hl e ciò è stato alla base della scarsa dinamicità dei listini alla produzione pur con una flessione produttiva stimata in tutta la Penisola.

L’Italia, con 20,4 milioni di hl di vini che hanno varcato i confini nazionali, ha perso quest’anno la supremazia tra gli esportatori mondiali a vantaggio della Spagna. L'abbondante vendemmia spagnola del 2013 aveva infatti permesso agli operatori iberici di posizionarsi con quotazioni assai competitive soprattutto sul mercato dello sfuso. Dei 22,6 milioni esportati (+22%) il segmento dello sfuso spagnolo rappresenta 12,5 milioni di hl (+38% sull’anno precedente). Il punto debole dell’export spagnolo è però il valore totale, in quanto nel 2014 sono stati incassati 2,5 miliardi di euro, con una flessione del 5% sul 2013. Anche la Francia, peraltro, ha visto scendere i propri introiti a 7,7 miliardi di euro (-1%) ed anche i volumi hanno registrato una lieve battuta d’arresto (-1%).

In questo contesto internazionale non brillante l’Italia, tra i grandi esportatori europei, rimane ad avere una crescita, pur limitata, sia in quantità sia in valore. Dal dettaglio dei singoli segmenti esportati dall’Italia si osserva che, nel corso dei mesi, gli sfusi abbiano rallentato la propri discesa attestandosi a fine anno a -2% in volume, con una perdita comunque importante in termini di introiti (-18%). Questo risultato negativo è dovuto al calo dei prezzi dei vini comuni che nel 2014 è stato pari al 28%. (g.r.)


Gli attesi regolamenti relativi al nuovo sistema delle autorizzazioni degli impianti vitati sono stati pubblicati sulla gazzetta ufficiale dell’Unione europea n. 93 del 9 aprile 2015. Con l'emanazione del regolamento delegato n. 560/15 che integra il regolamento Ue n. 1308/13 del Parlamento europeo e del Consiglio per quanto riguarda il sistema di autorizzazioni per gli impianti viticoli e del regolamento di esecuzione n. 561/15recante modalità di applicazione del regolamento Ue n. 1308/13 del Parlamento europeo e del Consiglio per quanto riguarda il sistema di autorizzazioni per gli impianti viticoli, il quadro normativo Ue è completo, ma si dovrà attendere che vengano predisposti i provvedimenti nazionali che definiranno le modalità operative.

Ciascun Stato membro, entro il 1° marzo di ogni anno, dovrà decidere se utilizzare l'intero plafond dell'1% della propria superficie vitata e quali criteri applicare per l'assegnazione. L’assegnazione delle autorizzazioni, in base ai criteri di priorità definiti, dovrà essere effettuata a livello nazionale. I produttori viticoli potranno presentare le domande per nuove autorizzazioni entro il 1° maggio di ogni anno e le autorizzazioni verranno assegnate agli aventi diritto entro il 1° agosto. Per i reimpianti la richiesta di autorizzazione potrà essere presentata durante la medesima campagna viticola in cui si effettua l’estirpazione del vigneto e l'utilizzo dovrà avvenire nell'ambito dell'azienda in cui è stata effettuata l’estirpazione. Il regolamento delegato n. 560/15 fissa i criteri di ammissibilità e di priorità e le relative le modalità applicative per assicurare le stesse condizioni di attuazione nell’Ue. (g.r.)


L’anno 2014 si chiude per lo Champagne con due risultati positivi. Dai dati diffusi dal Civc, il Comité Interprofessionnel du vin de Champagne, si osserva come il volume delle spedizioni sia cresciuto di quasi l'1% superando i 307 milioni di bottiglie mentre le vendite hanno raggiunto il secondo massimo storico a 4,5 miliardi di euro. La maggior parte dei paesi dell'Unione europea sta tornando a crescere dopo diversi anni difficili.

Significativa la ripresa del mercato inglese (+6,1%), prima destinazione dello Champagne al di fuori della Francia. È il caso anche dei mercati spagnolo (+11,6%) e italiano (+8,1%), fortemente segnati dalla crisi economica. In Europa, ma soprattutto nei paesi terzi, l’anno appena iniziato presenta prospettive più favorevoli. Tuttavia, la situazione economica e politica in molte aree, nonché una maggiore sensibilità ai tassi di cambio, creano un ambiente incerto e di difficile lettura.

Osservando meglio i paesi terzi, è particolarmente marcata la crescita delle spedizioni in America, Asia, Oceania e anche in Africa, ma sono quattro le nazioni che hanno maggiormente contribuito alla crescita nel 2014: Stati uniti ( 19,2 milioni di bottiglie, +7,3% in volume), Giappone (10 milioni di bottiglie, +7,8%), Australia (6,5 milioni di bottiglie, +8,3%) e Svizzera (5,6 milioni di bottiglie, +8,1%).

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