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Tra 46 e 47 milioni di hl, a fronte della media quinquennale di 44,1 milioni e di quella decennale di 45,5 milioni. Secondo Assoenologi la quantità sarà quindi superiore del 10% rispetto al 2014 mentre per le sinfole regioni, fatta eccezione della Toscana (-5%), della Lombardia e della Sardegna (produzione uguale al 2014), tutte le altre regioni registrano un incremento produttivo oscillante da +5% (Emilia-Romagna) a +25% (Puglia). Il Veneto, con ben 9,1 milioni di hl, si conferma la regione italiana più produttiva. Veneto, Emilia-Romagna, Puglia e Sicilia insieme nel 2015 produrranno oltre 28 milioni di hl, ossia più del 60% di tutto il vino italiano. Assoenologi stima il 2015 qualitativamente ottimo con molte punte di eccellente, in particolar modo per i vini ottenuti da uve a bacca rossa che saranno vendemmiate a fine settembre. Sarà infatti l’andamento del mese di settembre, e per alcune varietà tardive parte di quello di ottobre, a decidere il livello qualitativo della produzione.


Tra le innumerevoli iniziative promozionali che le aziende vinicole organizzano localmente in tutta Italia, merita segnalazione per la sua originalità il trekking sensoriale di luna piena nei vigneti che si terrà il 29 agosto nella tenuta Santa Maria Valverde a Marano di Valpolicella. L’azienda non è nuova ad iniziative destinate a ben precisi segmenti di consumatori, come ad esempio la recente prima bike station in Veneto per gli amanti del vino e della bici. È la dimostrazione di come, con un pizzico di originalità ben speso, si possa produrre un giusto mix creativo in grado di fare la differenza per ottenere un conseguente successo promozionale.


L’ispettorato centrale repressione frodi (Icqrf) ha diffuso nei primi giorni di agosto un Vademecum per la campagna vendemmiale 2015-16 con il riepilogo della normativa in vigore, soffermandosi in particolare sui documenti di accompagnamento, sulle dichiarazioni di giacenza, sulle operazioni di arricchimento, sui controlli dei sottoprodotti e sulle norme relative al vino biologico e agli allergeni. Questa pubblicazione risulterà particolarmente utile a tutti gli operatori vinicoli che in questo periodo di vendemmia e di vinificazione si trovano di fronte ad obblighi normativi di particolare importanza.


Nel primo semestre 2015, secondo i dati forniti dall’Observatorio Español del Mercado del Vino (Oemv), le esportazioni di vino spagnolo sono aumentate del 5,7% raggiungendo un valore di 1,2 miliardi di euro, pari ad una quantità di 11,6 milioni di hl (+16,2%). Il prezzo medio al litro però è ora di poco più di un euro al litro, mentre nei 12 mesi del 2014 fu di 1,16 euro al litro, e questo grazie alle notevoli esportazioni di vino sfuso spagnolo alle quali tenta di controbilanciare il forte aumento in quantità dei vini in bottiglia (+10,7% nel semestre). La Germania si conferma il principale mercato con 187,5 milioni di euro (+0,9%) seguito dal Regno Unito con 150,8 milioni di euro (-2,1%) e la Francia con 147 (+8,4%).


Se ne parlava da tempo, ma ora sembra che dalle parole si sia passando ai fatti: la catena americana di caffetteria Starbucks ha deciso che nei primi suoi 24 locali degli Stati Uniti si potrà vendere, oltre al caffè e al ‘frappuccino’, anche vino al calice e birre artigianali assieme a piccoli piatti di stuzzichini. Si vuole così cercare di tenere pieni i locali anche dopo il pomeriggio tardi o la sera, offrendo una sorta di ‘happy hour’ in un ambiente tranquillo e rilassato. A conferma delle intenzioni di aprire al vino e alle birre artigianali, Starbucks ha già chiesto il permesso di vendere alcolici in altre centinaia dei suoi negozi presenti negli Stati Uniti.


Nonostante l’import vinicolo negli Stati Uniti confermi nel primo semestre 2015 un momento di generale contrazione, -3,8% in quantità e -3,4% in valore, i vini italiani mantengono le proprie posizioni con un leggero aumento in quantità (+1,5%) da 1,25 milioni di hl a 1,27 contro un valore in calo del 6,1% da 683 milioni di dollari a 641. Lo riferisce una nota dell’Italian Wine and Food Institute (Iwfi) diramata oggi. Significativa la contrazione nell’export dei vini sfusi provenienti da Australia (-16,4%), Cile (-32,1%) ed Argentina (-8,8%) mentre per quanto riguarda il valore, i dati in discesa risentono largamente del variato rapporto di cambio tra euro e dollaro.

Senza soste invece l’aumento delle importazioni di spumanti negli Stati Uniti che, sempre secondo l’Iwfi, nel primo semestre di quest’anno hanno fatto registrare un aumento del 23% in quantità e del 12,9% in valore. L’Italia, in particolare, ha registrato un cospicuo aumento del 35% in quantità e del 15% in valore con una quota di mercato del 57% in quantità del 31% in valore. Tradotto in cifre, nei primi sei mesi del 2015 gli spumanti italiani sono passati da 175.000 hl e poco più di 100 milioni di dollari a 236.000 hl e quasi 117 milioni di dollari.


Vinea Transaction, una rete di agenzie immobiliari francesi specializzate in aziende vinicole, ha recentemente svolto uno studio per esaminare la nazionalità dei proprietari di vigneti francesi. Lo studio, che ha interessato l’80% circa del totale nazionale, ha calcolato che solo il 2% del vigneto francese è in mano a investitori stranieri, smentendo così sostanzialmente l’opinione comune di una sempre maggiore globalizzazione del vino d’Oltralpe. Le tre regioni che attraggono maggiormente capitale straniero sono Bordeaux, il Languedoc-Roussillon e la Provenza. Di questo 2% gli inglesi sono poco più di un quinto, sebbene lo studio di Vinea Transaction osserva che gli investimenti britannici sono notevolmente scesi dopo la crisi finanziaria del 2008; anche i cinesi sono poco più di un quinto, seguiti dai belgi e dagli statunitensi.


Dopo due anni e mezzo di negoziati, Unione europea e Vietnam hanno annunciato un accordo per il libero commercio che rimuoverà tra breve tutti i dazi sulle merci scambiate. Verranno inoltre fornite le basi per creare nuove opportunità di investimento nei servizi e nei trasporti così come nell’industria alimentare e delle bevande. L’accordo anche contiene un rafforzamento della protezione delle denominazioni di origine europee sui mercati vietnamiti, vino compreso. Il consumo di vino in Vietnam è di circa 70.000 hl annui di cui circa 15.000 prodotti da poco più di una dozzina di produttori. Nonostante le cifre modeste, il Vietnam è comunque considerato, dopo la Cina, uno dei mercati vinicoli con maggior potenziale nell’area asiatica, grazie alla sua giovane popolazione e all’influenza della cultura francese nel Paese. Nel 2014 l’export di vino italiano in Vietnam è stato di quasi 6.500 hl, pari a circa 2,6 milioni di euro, di questi 1,7 milioni di euro sono stati di vini imbottigliati.


Continua senza sosta la tendenza al ribasso dei prezzi sui mercati internazionali dei vini comuni. Lo rileva una recente analisi Ismea sulle dinamiche dei prezzi dei vini italiani ed esteri, in particolar modo nel segmento dei vini comuni, caratterizzati da una forte competitività dei vini spagnoli, scambiati a prezzi nettamente più bassi grazie anche alle ingenti scorte della super vendemmia del 2013. In un anno il prezzo in Italia dei vini comuni bianchi è sceso del 25% circa e ora è di 3,27 euro/ettogrado, mentre per i rossi il prezzo è di 3,95 (-7%). Analogamente in Spagna, dall’inizio del 2015 ad oggi i bianchi si sono sempre posizionati sotto la soglia di 1,90 euro/ettogrado, scendendo a a 1,79 euro, mentre i rossi sono scambiati a 2,82. Diversa è la situazione del mercato francese da sempre meno sensibile alle oscillazioni internazionali perché non ha un mercato dei vini comuni sfusi così rilevante come Spagna e Italia. Salendo lungo la piramide qualitativa, il condizionamento del mercato spagnolo si fa sempre più debole: i vini bianchi Igt sono in calo solo del 12% mentre per i rossi Igt la flessione si limita al 4%. In crescita invece le quotazioni dei vini Doc-Docg, +6% i rossi e +2% i bianchi dall’inizio dell’anno.


In anticipo rispetto al consueto mese di ottobre, l’Agea ha diramato la circolare sulle dichiarazioni obbligatorie di vendemmia e di produzione, comprendente anche le istruzioni applicative e di compilazione, per la campagna 2015-16. Il termine di presentazione delle dichiarazioni è stato anticipato al 15 dicembre mentre per consentire la rivendicazione della produzione di particolari tipologie di vini che devono essere commercializzate prima del 15 dicembre è possibile presentare una dichiarazione preventiva.

Le dichiarazioni di vendemmia e di produzione vino e/o mosti devono essere presentate alla regione o provincia autonoma nel cui territorio si trovano i vigneti o gli impianti di vinificazione. Per la campagna 2015-16 l’Agea è competente per il territorio nazionale, ad eccezione delle regioni Toscana, Veneto, Piemonte, Lombardia, Emilia-Romagna e della provincia autonoma di Trento. L’Artea, per la regione Toscana, l’Avepa per la regione Veneto, l’Agrea per la regione Emilia-Romagna, oltreché la regione Piemonte, la regione Lombardia e la provincia autonoma di Trento, con proprie comunicazioni, forniscono ciascuna le proprie istruzioni operative per la presentazione delle dichiarazioni stesse.


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