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Veronafiere cambia forma societaria e da ente autonomo diventa una spa. Lo ha stabilito all’unanimità l’assemblea straordinaria dei soci di ieri, adottando per l’occasione un piano di investimenti da 94 milioni di euro fino al 2020. Ci saranno novità per il Vinitaly? ‘Per il vino - risponde Giovanni Mantovani, direttore generale di Veronafiere - attiveremo una nuova manifestazione in Cina, offline e online. In quest’ultima promuoveremo, nel ruolo di aggregatore, una pluripiattaforma in grado di aggredire il gigantesco mercato cinese, sul quale gli italiani si ritagliano appena il 6% di quota. Insomma, una sorta di Italian channel’. Per gli Stati uniti, invece, Vinitaly ha in preparazione un evento da posizionare nella settimana italiana del vino, in collaborazione con l’Ice. Nel nuovo piano di investimenti è previsto infine il potenziamento e l’ammodernamento del quartiere fieristico, a parità di superficie installata, con il rafforzamento del lato sud, la costruzione di nuovi parcheggi, la riqualificazione degli ingressi e delle gallerie Mercatali e l’acquisizione di aree adiacenti alla fiera.


Da oggi, con l'approvazione definitiva in terza lettura alla Camera dei Deputati, il testo unico del vino è ora legge. Composto da 91 articoli, il provvedimento riunisce in un unico testo le numerose disposizioni nazionali riguardanti la produzione e la commercializzazione dei vini. ‘Un'operazione di semplificazione - ha dichiarato il ministro Maurizio Martina - che era attesa da anni e che consente di tagliare burocrazia, migliorare il sistema dei controlli, dare informazioni più trasparenti ai consumatori’. La nuova legge realizza infatti un'ampia semplificazione burocratica per quanto riguarda produzione, commercializzazione, denominazioni di origine, indicazioni geografiche, menzioni tradizionali, etichettatura e presentazione, gestione, controlli e sistema sanzionatorio. Tra le novità apportate dalla legge una disposizione sulla salvaguardia dei vigneti eroici o storici al fine di promuovere interventi di ripristino recupero e salvaguardia di quei vigneti che insistono su aree soggette a rischio di dissesto idrogeologico o aventi particolare pregio paesaggistico. Importanti innovazioni anche nella tutela del prodotto contro la contraffazione, da ora infatti i controlli sulle imprese del settore vitivinicolo confluiscono nel registro unico dei controlli a prescindere se siano o no imprese agricole.


Il gruppo Campari ha annunciato per 62 milioni di euro la vendita delle aziende vinicole Sella & Mosca (Sardegna) e Teruzzi & Puthod (Toscana) al gruppo Terra Moretti. La vendita comprende i marchi di fabbrica, 650 ettari di vigneti, gli impianti di vinificazione e di produzione, nonché il patrimonio immobiliare di entrambe le aziende. ‘Con queste due nuove prestigiose acquisizioni - afferma Francesca Moretti, amministratore delegato di Terra Moretti Distribuzione srl - sottolineiamo con forza la strategia della nostra società, tesa a sviluppare un progetto legato alla valorizzazione a livello nazionale ed internazionale della migliore tradizione vitivinicola italiana’. Con questa vendita il gruppo Campari intende concentrarsi maggiormente nel settore degli alcolici uscendo così di fatto dal business italiano dei vini tranquilli ma rimanendo ancora presente in quello degli spumanti con i marchi Cinzano, Riccadonna e Mondoro.


Messo alle spalle il 2015 con una crescita dell’import mondiale di vino del 10% circa, Wine Monitor di Nomisma ha diffuso un rapporto volto ad analizzare l’andamento presente dei principali mercati vinicoli con uno sguardo all’anno prossimo. I principali mercati di sbocco dei vini italiani presentano attualmente andamenti decisamente altalenanti: da +20% della Cina e quasi +2% degli Sati Uniti al -3% del Giappone, -4% della Germania e -9% del Regno Unito. Il motivo è da ricercarsi in una contrazione dell’import di vini fermi imbottigliati, che rappresentano oltre il 70% degli scambi mondiali, mentre in parte fa da contrappeso la crescita dell’import di spumanti, Prosecco fra tutti, che totalizzano un aumento del 30% nel Regno Unito e negli Usa. Per wine Monitor la tendenza attuale è abbastanza attendista, viste le incognite legate alla Brexit e alle recenti elezioni americane, mentre si aspetta con ottimismo l’entrata in vigore nel prossimo anno di due accordi di libero scambio con Canada e Vietnam che prevedono l’abolizione dei dazi che attualmente gravano sui vini italiani e il rafforzamento della tutela delle indicazioni geografiche in caso di contraffazione o di plagio.


Assoenologi ha diramato i dati definitivi della vendemmia 2016 che vedono la produzione nazionale raggiungere i 51,5 milioni di hl, una quantità di poco superiore all’anno scorso, in un quadro abbastanza eterogeneo da regione a regione, con Abruzzi e Puglia in crescita del 10-15%, il Veneto +7%, Emilia-Romagna e Piemonte +3%, mentre la Campania ha prodotto il 20% in meno, seguita dal Trentino-Alto Adige, Friuli, Toscana, Lazio, Umbria e Sicilia con decrementi tra il 5 e il 7%. Produzione invariata infine per Marche e Sardegna. Dal punto di vista meteorologico il mese di settembre ha favorito il Centro Nord, Sardegna e Sicilia con buone escursioni termiche e scarsa piovosità mentre nel Sud Italia una piovosità abbondante ha complicato non poco le operazioni vendemmiali. Questo ha influenzato la qualità ottenuta, nel complesso buona con punte di eccellenza dove il maltempo non ha lasciato il suo segno. Le quotazioni di mercato sono nel complesso stazionarie, mentre i consumi interni caleranno ancora e, secondo Assoenologi, a fine anno si raggiungerà i 36 litri pro capite contro i 45 del 2007.


Il Comitato nazionale tutela vini, nel corso della riunione di ieri a Roma, ha tra l’altro approvato la modifica della Igt Terre siciliane che esclude, dalla vendemmia 2017, le Igt Grillo e Nero d’Avola e che potranno quindi essere prodotte e commercializzate solo come Doc. La resa massima per entrambe le tipologie sarà di 140 quintali per ettaro, contro gli attuali 180 per il Grillo e 160 per il Nero d’Avola. La decisione del Comitato vini è nata dalle richieste di circa 3000 viticoltori della Igt Terre Siciliane. Grillo e Nero d’Avola rappresentano attualmente circa il 40% della produzione totale della Igt Terre Siciliane.


Un recente studio di Wine Monitor, commissionato dal Consorzio di tutela vini Lessini Durello, conferma l’interesse dei consumatori italiani per i vini spumanti prodotti da uve autoctone in alternativa , quindi, allo spumante più tradizionale. Dalle interviste di un migliaio di consumatori da 18 a 65 anni si evidenziano infatti le tre caratteristiche che uno spumante deve avere per definirsi alternativo: zona di produzione delimitata,appartenenza ad una denominazione di origine e produzione da vitigni autoctoni. Molto elevata, il 90% circa, la propensione all’acquisto dimostrata dagli intervistati così come per contro la diffusione limitata e la scarsa riconoscibilità del marchio non risultano,invece, discriminanti ma anzi possono trasformarsi agli occhi del consumatore in un valore aggiunto. Lo studio di Wine Monitor è il seguito di un precedente lavoro statistico svoltosi tre anni fa in collaborazione con Ais che domandò a circa 700 sommelier la loro opinione sugli spumanti autoctoni, il loro prezzo, le occasioni di consumo.


L’import vinicolo in Cina continua a crescere in quantità e in valore secondo i dati statistici raccolti dalla China Association for Imports & Export of Wines & Spirits. Nei primi nove mesi di quest’anno, infatti, sono stati importati nel complesso 4,64 milioni di hl, una crescita del 14,4% per un controvalore di 1,77 miliardi di dollari, la quasi totalità (1,66 miliardi di dollari) di vino imbottigliato. Francia e Australia occupano il 70% circa del mercato dei vini imbottigliati, seguite da Cile, Spagna, Italia e Stati Uniti. Il prezzo medio maggiore è per i vini della Nuova Zelanda, 9,66 dollari al litro, seguita dall’Australia, con 7,14 dollari al litro mentre il prezzo più basso, 2 dollari al litro, è dei vini spagnoli.


Anche in Germania la vendemmia 2016 si è ormai conclusa e le prime proiezioni indicano in 9 milioni di hl la produzione attesa, in leggero aumento del 2% rispetto all’anno scorso e sostanzialmente in linea con la media dell’ultimo decennio. Se il totale però è stazionario, vi sono da registrare variazioni quantitative da regione a regione a seconda se colpite più o meno intensamente dalle copiose piogge primaverili. I viticoltori tedeschi sono comunque in gran parte soddisfatti per la qualità ottenuta, grazie alla piena maturazione delle uve raccolte che hanno approfittato in pieno di un inatteso periodo soleggiato di fine estate.


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