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Il presidente François Hollande ha inaugurato oggi La cité du vin di Bordeaux, un vero e proprio museo del vino sulle rive della Garonna. L’edificio ha la forma di un gigantesco decanter la cui torre arriva a 55 metri di altezza. A piano terra e al primo piano vengono esposti vini di tutto il mondo, mentre al secondo piano si trova un percorso permanente di venti spazi tematici per permettere ai visitatori di scoprire e di comprendere il vino come autentico patrimonio culturale comune. Nei piani superiori degustazioni, un'enoteca con 800 etichette, installazioni teatrali, musica, una biblioteca, boutique e ristoranti.

Costata 81 milioni di euro un quinto dei quali provenienti da privati, compresi i consorzi dei produttori, e sette anni di lavori, la cité du vin di Bordeaux ha l’obiettivo dichiarato di voler ricevere 450 mila visitatori all’anno per un giro d’affari di una quarantina di milioni di euro. Per questi motivi è già stata definita ‘la Guggenheim del vino’, in riferimento alla fama e alla importanza del museo di arte moderna di New York.


Ha meritato la certificazione di biodiversità del Wwf ed è un metodo straordinariamente efficace, anche se un po’ bizzarro, per eliminare l’uso dei pesticidi nei vigneti. Un esercito di un migliaio di anatre che, quotidianamente, girano libere tra i filari della Vergenoegd Wine Estate a Stellenbosch, in Sudafrica, dove trascorrono la giornata cibandosi di lumache, larve, insetti e altri parassiti che minacciano le viti, senza dimenticare poi che le loro deiezioni sono un ottimo fertilizzante naturale. Questa Paperopoli tra i vigneti è in funzione da parecchi anni, ma rimane intatta l’originalità e i benefici ecologici che si ricavano. Un numero così grande di anatre non manca poi di fare spettacolo: ogni mattina e ogni sera il plotone di palmipedi attraversa il cortile dell’azienda recandosi dalle loro stie ai vigneti e viceversa, un avvenimento che anche i visitatori possono vedere su prenotazione per poi acquistare come ricordo una bottiglia di Runner Duck label, una etichetta appositamente creata dall’azienda.


La battaglia legale che il Castello del Poggio (gruppo Zonin) aveva da tempo ingaggiato per includere i suoi terreni nella zone di produzione dell’Asti (vedi anche gli articoli del novembre 2011 e del maggio 2012) volge a chiusura con la recente sentenza delle sezioni unite della cassazione che ha riconosciuto la legittimità del Consiglio di Stato a confermare l’annullamento delle modifiche al disciplinare nel 2012 che in sostanza ammettevano l’allargamento richiesto. La questione è, come si vede, parecchio contorta e sarà quindi di sicuro interesse l'articolo che l’avv. Ermenegildo Mario Appiano ha voluto scrivere per il lettori di WineActs. Vai alla pagina


Dopo uno studio durato alcuni anni il Syndicat des vignerons de Champagne ha messo a punto una nuova tecnica contro le contraffazioni e il commercio illecito. Si chiama Cloé e consiste in un doppio codice a barre all’interno e all’esterno della capsula contenente le informazioni sul vino, sul suo produttore e il terroir relativo, che permette la completa tracciatura della bottiglia. Con un codice Data Matrix esterno e un secondo di tipo QR interno alla capsula, e quindi invisibile dal di fuori, Cloé sarà anche uno strumento di comunicazione per i produttori oltre che permettere la completa verifica dell’origine del vino, elemento di grande importanza per i servizi doganali.


È stato pubblicato ieri sul sito del ministero delle Politiche agricole il seguente comunicato stampa.

Il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali rende noto che il Ministro Maurizio Martina ha firmato oggi il Decreto con cui si dispone la proroga della fase di sperimentazione per la digitalizzazione dei Registri vitivinicoli al 31 dicembre 2016.
Fino alla fine dell'anno, quindi, gli operatori del settore avranno il tempo di prendere confidenza nell'utilizzo dei nuovi registri telematici, disponibili sul portale 
http://mipaaf.sian.it
L'Ispettorato repressione frodi (ICQRF) continuerà il ciclo di incontri avviato da settimane con gli operatori nelle Regioni italiane per dare la massima informazione e sostegno a tutti i produttori sul nuovo sistema.
(leggi il testo del decreto)


Il consiglio nazionale dell’Unione italiana vini, riunito ieri a Milano, ha eletto all’unanimità Giacomo Rallo alla presidenza della confederazione. Il neo presidente ha dichiarato per l’occasione di voler proseguire nello spirito di continuità attuale e nel clima di collaborazione presente nell’Unione italiana vini, una associazione ‘di tutti gli imprenditori e per tutti gli imprenditori che sappia farsi interprete dei principi dell'etica d’impresa, dei valori territoriali e dello spirito di filiera’. La scelta di Antonio Rallo è il coronamento dell’impegno che la famiglia ha profuso in questi anni, in quanto il padre Giacomo, appena deceduto, già in passato era stato candidato alla presidenza dell'associazione, ma per ragioni di salute aveva dovuto rinunciare. Ora il figlio Antonio è stato nominato in questo delicato ruolo di presidenza, il primo per una azienda siciliana.

Oltre ad Antonio Rallo, il consiglio ha eletto anche un vice presidente vicario, Ernesto Abbona, presidente della Federazione degli industriali vinicoli, e un vice presidente, Quirico Decordi, presidente della Federazione del commercio vinicolo.


Una tappa davvero fuori dal comune quella di oggi al Giro d’Italia, una cronometro individuale dedicata al Chianti classico che si snoderà per 40 chilometri da Radda a Greve in Chianti. I ciclisti sfileranno uno alla volta tra i vigneti del Chianti classico, una autentica passerella tra i filari che i telespettatori italiani ed esteri potranno ammirare in pieno. Non è la prima volta che il Giro d’Italia rende omaggio al vino italiano, lo ha fatto nel 2014 con una tappa tra Barolo e Barbaresco e, scavando nella memoria, non si può dimenticare anche quella del 1991 nell’Oltrepò pavese. Tutte tappe a cronometro, quasi a volere ammirare con studiata lentezza i paesaggi vitati ai lati delle strade, tutte testimonianze di come uno sport spettacolare come il ciclismo possa essere un eccellente veicolo promozionale dei vini e dei territori italiani.


Mezzacorona sarà la prima azienda vinicola italiana ad aprire un flagship store dedicato, cioè un negozio on line monomarca, all’interno di Alibaba, il gigante dell’e-commerce in Cina. L’azienda trentina si va ad aggiungere così ad altri prestigiosi marchi dell’alimentare italiano come Ferrero, Barilla, Lavazza e Illy. Le vendite inizieranno nei primi giorni di giugno, in occasione del periodo di promozione dei prodotti italiani organizzato direttamente da Alibaba. Allo scorso Vinitaly Jack Ma, il fondatore di Alibaba, aveva visitato lo stand di Mezzacorona per incontrare i vertici aziendali e in quella occasione aveva espresso grande apprezzamento per i loro vini. Quella visita ha gettato le basi per l’accordo odierno, ricordiamo che su Alibaba viaggia l’80% del commercio web in Cina, i cui dettagli saranno presentati in un grande evento organizzato da Alibaba a Shangai alla fine di questo mese.


Si è spento questa mattina Giacomo Rallo, una delle figure più autorevoli del panorama vinicolo italiano e internazionale. Nato a Marsala nel 1937, alla quarta generazione di una famiglia siciliana impegnata fin dal 1851 nella produzione di vini di qualità, fonda nel 1983 con la moglie Gabriella Anca, dopo aver maturato numerose esperienze all’estero in tema di marketing e nel settore produttivo, l’azienda Donnafugata. Con 260 ettari di vigneti a Contessa Entellina, nel cuore della Sicilia Occidentale, 68 ettari a Pantelleria e con le cantine di vinificazione di Contessa Entellina e Pantelleria e quella di affinamento di Marsala, Donnafugata è stata per Giacomo Rallo il coronamento di un ideale percorso in termini di eccellenza, un innovativo progetto produttivo e culturale in grado di assimilare il meglio della tecnica e della scienza enologica internazionale per esaltare al meglio le identità tipiche del territorio siciliano. La moglie Gabriella e i figli Josè e Antonio, ringraziano quanti, tra collaboratori e amici, hanno voluto manifestare vicinanza e affetto.


La proposta del disciplinare di produzione della nuova Doc ‘Friuli’ o ‘Friuli Venezia Giulia’ (in lingua slovena ‘Furlanija’ o ‘Furlanija Julijska krajina’) è stata pubblicata sulla Gazzetta ufficiale n. 99 del 20 aprile 2016 a seguito del parere favorevole del Comitato nazionale vini Dop/Igp formulato nella riunione svoltasi a Roma il 7 aprile scorso. Ventuno sono le tipologie previste nell’articolo 1 del disciplinare che si riportano in dettaglio: bianco, spumante (categoria vino spumante), spumante metodo classico; Ribolla gialla spumante (categoria vino spumante); Ribolla gialla spumante metodo classico; Chardonnay; Friulano; Malvasia; Pinot bianco; Pinot grigio; Riesling; Sauvignon; Traminer aromatico; Verduzzo friulano; Cabernet; Cabernet franc; Cabernet sauvignon; Merlot; Pinot nero; Refosco dal peduncolo rosso e rosso.

Le aziende interessate possono presentare eventuali istanze sulla proposta al ministero delle Politiche agricole alimentari e forestali - ufficio PQA IV - Via XX Settembre, 20 - 00187 Roma - entro sessanta giorni dalla data di pubblicazione in Gazzetta. Secondo fonti ufficiose sarebbe in preparazione la richiesta dal Consorzio di tutela per ottenere l’autorizzazione alla etichettatura transitoria in modo da poter applicare immediatamente il nuovo disciplinare non appena sarà approvato a livello nazionale e pubblicato in Gazzetta. (g.r.)


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