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Nelle stive del laboratorio spaziale cinese Tiangong 2, lanciato in orbita lo scorso 15 settembre, questa volta si trova un carico davvero speciale: una selezione di vitigni di Cabernet Sauvignon, Merlot e Pinot Nero inviati in orbita per studiare la loro crescita in condizioni estreme come solo lo spazio sa fornire. Il freddo intenso e un terreno sfavorevole sono alcune delle sfide che in Cina i produttori di vino devono affrontare in regioni climaticamente difficili come lo Ningxia, dove in inverno si raggiungono i -25 gradi. Gli scienziati cinesi sperano che l’esposizione alle radiazioni spaziali possa innescare dei cambiamenti genetici alle viti portate in orbita che permetta loro di avere maggiore resistenza al freddo, alla siccità e alle malattie. Dopo il ritorno a terra le piante saranno sottoposte a test appositi e confrontati con altri vitigni rimasti a terra al fine di ricercare le mutazioni più idonee.


Si conclude oggi a Canelli, città natale del primo spumante italiano, l’edizione 2016 di Canelli città del vino, una tre giorni dedicata allo spumante metodo classico. Momento clou il forum di sabato 24 dal titolo ‘questione di metodo’, dove sono stati dibattuti opportunità e criticità dello spumante italiano metodo classico del quale Canelli desidera essere un punto di riferimento centrale. Ecco perché nel corso dell’incontro Canelli ha voluto candidarsi per creare o organizzare un osservatorio degli spumanti italiani, con report periodici sulle novità del comparto spumanti e sull’andamento dei relativi mercati. Completano la tre giorni canellese una serie di iniziative, degustazioni vinicole e local food, eventi di piazza e visite alle cattedrali sotterranee del vino, come vengono chiamate le storiche cantine costruite a partire dal 1831 e divenute un vero e proprio monumento.


Nella serata di martedì 20 settembre scorso la Camera dei Deputati ha approvato il provvedimento dal titolo la disciplina organica della coltivazione della vite e della produzione e commercio del vino, meglio conosciuto come testo unico del vino, esaminando ben 42 proposte di emendamenti presentate dalla commissione Agricoltura. L'articolato completo composto da 91 articoli può essere letto nell'allegato. Ora il prossimo passaggio sarà l'esame del testo unico in Senato, dove approderà, si spera, in breve tempo, ma l'iter non è ancora ben definito anche se gli addetti ai lavori assicurano che prima del prossimo anno si potrebbe avere l'approvazione definitiva, salvo imprevisti di natura politica. (g.r.)


La proposta di riconoscimento del disciplinare di produzione della Doc 'delle Venezie' è stata pubblicata sulla Gazzetta ufficiale n. 208 del 6 settembre scorso. Sono previste quattro tipologie: Pinot grigio, Pinot grigio frizzante, Pinot grigio spumante e bianco, con una resa massima di uva non superiore a 18 tonnellate ad ettaro di vigneto. Il territorio di produzione comprende la provincia autonoma di Trento e le regioni Friuli-Venezia Giulia e Veneto, mentre le operazioni di vinificazione, elaborazione, ivi comprese le operazioni di frizzantatura e spumantizzazione oltre che nei territori citati sono possibili anche nella provincia autonoma di Bolzano.

Contemporaneamente è stata pubblicata anche la proposta di modifica del disciplinare di produzione della Igt 'delle Venezie' che modifica il nome in 'Trevenezie' e non prevede più il riferimento alla specificazione di vitigno Pinot grigio. Nel disciplinare viene inserita la prescrizione che nei vini con la specificazione del nome di due vitigni la varietà presente in misura minore sia presente almeno per il 15% del totale. La nascita della Doc delle Venezie e della Igt Trevenezie ha richiesto l'adattamento di alcuni disciplinari delle Igt del territorio per estendere il divieto all'uso nella designazione e presentazione dei vini il riferimento alla varietà Pinot grigio e precisamente le Igt Alto Livenza, Colli Trevigiani, Conselvano, Marca Trevigiana, provincia di Verona, Vallagarina, Veneto orientale, Veneto, Venezia Giulia. (g.r.)


Accogliendo le richieste del Consorzio di tutela del Prosecco Doc, la direzione agroalimentare della regione Veneto ha emanato il decreto che consentirà l’attivazione della misura della riserva vendemmiale per le uve destinate alla produzione di Prosecco Doc. Il supero ottenuto dalla vendemmia 2016 potrà quindi essere utilizzato per far fronte nelle annate successive a carenze di produzione, fino al limite massimo previsto dal disciplinare di produzione e calcolato in circa 600.000 ettolitri, oppure sbloccato nei mesi successivi qualora ne ricorrano le condizioni per un intervento riequilibratore del mercato limitato nel tempo. Si è in attesa ora di una delibera equivalente da parte della giunta regionale del Friuli-Venezia Giulia.


Nata nel 1967 dall'iniziativa della Camera di commercio di Asti, la Douja d'Or ha accresciuto edizione dopo edizione la sua importanza fino a raggiungere quest'anno il traguardo delle 50 candeline. Dal 9 al 18 settembre vengono presentati in degustazione e in vendita centinaia di vini selezionati dagli esperti dell'Onav con il concorso nazionale Premio Douja d'Or. Due le novità introdotte in occasione del cinquantesimo: una modifica tecnica del regolamento, che innalza il livello qualitativo per ottenere il premio del concorso, ma in particolare l'accresciuto coinvolgimento della città di Asti attraverso un itinerario che dal centro storico attraversa i vari quartieri coinvolgendo cantine, mostre d'autore e soprattutto ristorazione con il Festival delle sagre, dove in piazza Campo del Palio 40 pro loco prepareranno nella serata di sabato 10 e per tutta domenica 11 i piatti tipici della tradizione astigiana.


Con decreto del ministero delle Risorse agricole, pubblicato sulla Gazzetta ufficiale n. 203 del 31 agosto scorso, è stata proposta la modifica della Doc Contea di Sclafani. Se approvata, il nome della denominazione cambierà da Contea di Sclafani a Valledolmo- Contea di Sclafani mentre le tipologie ammesse saranno solo bianco, anche riserva e vendemmia tardiva, e rosso, anche riserva e vendemmia tardiva. Novità anche per i vitigni utilizzati: per il rosso saranno ammesse solo le uve di Nero d’Avola e di Perricone senza altri vitigni complementari, per il bianco solo il Catarratto viene ammesso almeno per il 95% limitando così Insolia, Grecanico e altri vitigni ammessi a solo il 5% massimo.


Pubblicata sulla Gazzetta ufficiale n. 197 del 24 agosto scorso la proposta di modifica della Docg Chianti già approvata lo scorso luglio dal Comitato nazionale vini Dop e Igp. Le principali novità richieste sono l’obbligo dell’imbottigliamento in zona di produzione (articolo 5) e l’innalzamento da 11 a 11,5% del titolo alcolometrico naturale per la sottozona Rufina (articolo 4). Come è consuetudine, è possibile inviare al ministero entro sessanta giorni eventuali istanze e controdeduzioni alla proposta suddetta.


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