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Il primo ministro francese, Bernard Cazeneuve, si è recato la scorsa settimana in Cina dove ha potuto salutare l'arrivo di un treno partito da Lione e carico di migliaia di bottiglie di vini pregiati francesi. Il treno ha trasportato più di trenta diversi tipologie di vini provenienti da diciotto cantine tra cui Château Guiraud, Domaine de Chevalier e Champagne Ruinart, per un valore di oltre un milione di euro. In viaggio i vini erano tenuti in un ambiente stabile con la temperatura controllata a 15 gradi e l'umidità al 70%. Il treno, che ha iniziato la sua attività lo scorso anno come parte del progetto ‘New Silk Road’ in Cina, viaggia direttamente tra Lione e Wuhan e impiega solo 15 giorni, rispetto al tempo medio di 35 giorni che normalmente richiede una spedizione di vini dalla Francia alla Cina.


Il consorzio vino Chianti, in occasione dell'assemblea dei soci riunita a Firenze, ha chiesto di modificare il disciplinare attuale introducendo alcune novità: la prima è una riduzione del 10% delle quantità massime per ettaro, la seconda è la riduzione della produzione nei vecchi vigneti da 5 a 3 chilogrammi a ceppo, infine l’innalzamento del limite di 4 grammi/litro dello zucchero residuo. Quest’ultima richiesta è dettata da esigenze di mercato, specialmente estero, alla ricerca di vini meno asciutti. ‘Se vogliamo - afferma Giovanni Busi, presidente del consorzio - incrementare la presenza della nostra denominazione, dobbiamo mettere in condizione i nostri produttori di poter lavorare a un vino che vada nella direzione dei gusti del consumatore. Con questa scelta ci aspettiamo un incremento di vendite in tutto il Sud-est asiatico’. Resta ora da vedere la reazione dei ‘puristi’ del Chianti.


La società Valle della Versa, appartenente a Terre d’Oltrepò e a Cavit, si aggiudica con 4,2 milioni di euro l’asta per l’acquisizione della storica cantina La Versa, recentemente fallita. Da parte di Terre d’Oltrepò si sottolinea, per bocca del presidente Andrea Giorgi, la strategicità dell’operazione, di grande importanza per la valorizzazione e il rilancio dell’intero territorio dell’Oltrepò pavese. In piena sintonia Bruno Lutterotti, presidente di Cavit: ‘Siamo lieti di poter contribuire con la nostra esperienza tecnica e manageriale a questa operazione di rilancio, esempio di come fare sistema nel mondo cooperativo e di creare valore per i soci viticoltori’.


Con una lettera indirizzata al ministro Martina i vignaioli indipendenti della Fivi sollevano il problema della rendicontazione dei fondi erga omnes nei consorzi di tutela. Come è noto, la legge attuale dà il potere ai consorzi di richiedere contributi per finanziare le proprie attività anche alle aziende vinicole non aderenti purché gli associati siano almeno il 40% dei produttori con almeno il 66% del vino certificato. Le voci di spesa di cui si chiede contribuzione ai non soci devono però avere un bilancio separato, regola che invece sembra non venga del tutto rispettata. Ecco perché la Fivi chiede al ministro di intervenire per richiamare i consorzi a fornire una rendicontazione chiara e ben distinta tra soci e non soci. Sulla stessa lunghezza d’onda le famiglie dell’Amarone d’arte che chiedono al consorzio di tutela vini Valpolicella di ricevere i conti separati di spesa assieme alla opportuna documentazione sulle attività di informazione e di valorizzazione.


Da 5,5 milioni di hl nel 2015 a 6,3 nel 2016. L’import di vino in Cina segna così un incremento del 15% e a fare da traino, come in passato, sono i vini in bottiglia con il 76% in volume e il 93% in valore, mentre i vini sfusi rimangono fermi in quantità ma non in valore. Sono dati elaborati da Ismea e diffusi in un recentissimo report che mostrano le grosse potenzialità ancora inespresse da questo enorme mercato.

ETTOLITRI20122013201420152016%
Francia 1.396.570 1.367.705 1.295.113 1.719.454 1.964.796 +14,3
Cile 610.018 836.458 908.254 1.540.786 1.461.932 -5,1
Australia 427.322 411.902 408.961 686.633 1.049.900 +52,9
Spagna 713.428 432.641 494.733 776.901 937.770 +20,7
Italia 325.197 237.033 253.406 289.490 323.772 +11,8
. . .            
TOTALE 3.939.883 3.766.398 3.838.470 5.555.317 6.389.440 +15,0

 

MIGLIAIA DI EURO20122013201420152016%
Francia 612.351 533.024 498.450 814.257 903.296 +10,9
Australia 177.138 178.069 193.724 410.183 518.096 +26,3
Cile 114.629 125.553 126.057 210.945 243.040 +15,2
Spagna 87.526 80.725 83.462 117.031 144.162 +23,2
Italia 75.007 79.273 78.571 90.626 120.225 +32,7
. . .            
TOTALE 1.229.978 1.170.757 1.145.111 1.839.734 2.142.935 +16,5

 

La Francia rimane e si consolida come principale paese fornitore, mentre l’Italia mantiene la quinta posizione. In mezzo Cile, Australia, Spagna. Secondo i dati statistci forniti dalle dogane di Pechino e riportate da Ismea, la domanda cinese di vino italiano è cresciuta del 10% in volume e del 32% in valore.


L’italiana Simei e la tedesca Drinktec, le due fiere leader nei settori del vino e del beverage, uniscono le loro forze per organizzare una manifestazione fieristica che vuole proporsi agli operatori del settore come una unica e comune grande vetrina internazionale. In dettaglio, il Simei terrà la sua prossima edizione non più a Milano, ma si trasferirà a Monaco durante la prossima Drinktec in programma dall’11 al 15 settembre realizzando così un polo esteso su oltre 20mila metri quadrati specializzato nel settore enologico che completerà, arricchendola, la tradizionale offerta espositiva di Drinktec nel campo dell’industria del beverage e del liquid food. Il Simei conserverà comunque la sua storica biennalità, alternando un’edizione italiana con una a Monaco.

Nella conferenza stampa di presentazione di ieri a Milano è stato messo l’accento in particolare sulle sinergie che le due fiere sono ora in grado di produrre. ‘Con la cooperazione tra Simei e Drinktec - ha dichiarato Petra Westphal, exhibition group director di Messe München - il mondo del beverage ha a disposizione una grande piattaforma internazionale estesa, grazie alla competenza di Simei, anche al settore delle tecnologie per la produzione enologica’, mentre ‘gli operatori abituali di Simei – ha affermato Paolo Castelletti, segretario generale dell’Unione italiana vini, organizzatrice del Simei - avranno a disposizione un nuovo polo d’attrazione per esplorare mercati diversi e altri settori del beverage’ e quelli di Drinktec ‘potranno conoscere da vicino i nostri operatori che, da sempre, si sono distinti come nessun altro nell'ambito delle tecnologie dedicate alla filiera vitivinicola’. Tra le numerose novità in programma, da segnalare l’Innovation Challenge, che presenterà le soluzioni più innovative ed efficaci nel modernizzare il processo produttivo del vino, oltre a una serie di incontri ad alto livello tra industria, mondo accademico e istituzioni internazionali. (m.m.)


Il nuovo testo unico sul vino, ma soprattutto le novità che introduce, sono il tema di un convegno organizzato da Ugivi, unione giuristi della vite e del vino, in programma a Grinzane Cavour il prossimo 3 marzo. In programma: le linee guida della legge 238/2016 (testo unico vino): organicità, semplificazione, stimoli alla commercializzazione (prof. avv. Oreste Calliano); sintesi su novità del testo unico vino e su salvaguardia di vigneti storici ed aree di pregio paesaggistico (avv. Ermenegildo Mario Appiano); il sistema sanzionatorio e il dilemma per gli agenti verificatori (avv. Pietro Caviglia). A seguire gli interventi del dott. Oreste Gerini (la lotta alle contraffazioni sul web); dott. Andrea Ferrero (il ruolo dei consorzi di tutela alla luce della nuova normativa); avv. Diego Saluzzo (la tutela della qualità e il supporto all’export e alle forme di vendita diretta); avv. Marco Didier (le novità in tema di etichettatura dei vini); prof. Stefano Massaglia (i collegamenti tra normativa sulla commercializzazione e marketing del vino).

La segreteria del convegno è curata dagli uffici del Castello di Grinzane Cavour. La partecipazione all’incontro è libera, ma prevede l’iscrizione on line scrivendo a Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.


Un prezzo di vendita a metà strada tra gli Champagne più a buon mercato e i Cava spagnoli, il fascino che la parola Italia sa ancora produrre all’estero nel campo del cibo e dei vini, la capacità di avere creato nuove occasioni di consumo non più limitate ai compleanni e alle feste comandate, infine un gusto più apprezzato dai consumatori, con meno acidità di un metodo classico. Questa è, in sintesi, la ‘ricetta’ che, secondo Wine Intelligence, ha permesso al Prosecco di raggiungere anno dopo anno quota 500 milioni di bottiglie, di cui l’80% all’estero.

Ma la concorrenza non sta a guardare. Incoraggiati dal successo del Prosecco, numerose cantine di Stati Uniti, Australia e Europa continentale stanno sviluppando a gran velocità nuovi spumanti, spesso prodotti con l'uva Glera. Anche in Nuova Zelanda è terminato il periodo di quarantena per il vitigno Glera che ora può essere piantato liberamente e quindi fra pochi anni arriverà sui mercati locali. Non bisogna infine trascurare la rivalità degli spumanti provenienti dalla Loira e dal sud della Francia, una rinascita di interesse per il Lambrusco e un piccolo ma crescente numero di sostenitori per il Sekt tedesco. Ma se tutti questi vini hanno guadagnato la loro piccola fetta di successo, conclude Wine Intelligence, nessuno di questi ha ancora il fascino e il carisma che il Prosecco possiede.


Il consiglio di amministrazione del consorzio di tutela del Soave ha deciso all’unanimità di avviare l’iter per la modifica al disciplinare di produzione chiedendo l’imbottigliamento obbligatorio in zona. Pur salvaguardando i diritti acquisiti da tutti coloro che già confezionano il Soave al di fuori dell’area di produzione e vinificazione, questa scelta del consorzio intende rafforzare la tutela della denominazione e segue un’altra importante decisione che riguarda la riduzione delle rese. La scorsa vendemmia ha visto una produzione di Soave e Soave Classico di circa 400.000 hl dei quali poco meno di 100.000 hl prenderanno la via dell’export. Per questi motivi il consorzio intende puntare a una promozione mirata soprattutto su Stati Uniti e Giappone, mentre a livello comunitario sono previste azioni promozionali specifiche in Gran Bretagna e Germania al fine di consolidare le posizioni di mercato fin qui raggiunte.


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