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Dopo un periodo di alti e bassi, nel quale Italia ed Australia si sono alternate in vetta alla classifica, l’Italia è tornata ad essere il primo paese esportatore di vini verso gli Stati Uniti sia in quantità che in valore.

Sulla base dei dati relativi al primo semestre dell'anno in corso e diffusi dall’Italian Wine & Food Institute, l'Italia ha infatti esportato 1.082.990 hl di vino per un valore di 521 milioni di dollari, con un aumento rispettivamente del 10,5% e dell'11,6% e una quota di mercato del 32,5% fra i vini importati.


Poco più di 45 milioni di hl: questo il quantitativo previsto da Ismea e Unione Italiana Vini per la vendemmia 2010 che risulterebbe quindi in linea con quella del 2009 o addirittura leggermente inferiore (-1%). Il dato attesterebbe per il quinto anno consecutivo i volumi italiani abbondantemente sotto la soglia dei 50 milioni di hl.

Se per le regioni del Nord si prevede un sostanziale aumento, nel Centro si oscilla tra situazioni stabili e una lieve flessione. Al Sud, invece, a partire dall'Abruzzo e dalla Puglia si registrano significative riprese produttive dopo le decise flessioni dello scorso anno. La qualità nel complesso si presenta buona.


‘Nessun cortocircuito normativo. Né tantomeno una riedizione del caso Tocai in salsa italiana. Non c’è alcun rischio per il vino Nobile di Montepulciano, né di anonimato, né di declassamento’. È quanto afferma il ministro delle Politiche agricole, Giancarlo Galan, in relazione alla scomparsa della denominazione ‘Nobile di Montepulciano’ tra un passaggio e l'altro dal regolamento europeo che definisce la nuova Ocm Vino, la cui ultima versione, la 401/2010, presenta solo il nome del vitigno Montepulciano.

Nonostante le rassicurazioni del ministero i produttori del Consorzio continuano ad essere preoccupati e, ritenendo che l’intera faccenda evidenzi ancora di più la confusione che si riscontra a livello normativo comunitario, hanno deciso di intraprendere alcune misure precauzionali tra cui un ricorso al Tribunale europeo del Lussemburgo.


Si inaugura oggi al Castello Falletti di Barolo il WiMu Wine Museum, il museo del vino nato dalla creatività di François Confino, noto autore di numerosi allestimenti museali in tutto il mondo.

Non si tratta del classico museo del vino, da osservare soltanto, ma un percorso in venticinque sale disposte su cinque piani dove si viene immersi in atmosfere avvolgenti, installazioni multimediali, diorami, teatrini e cappellette, macchine e pulsanti che il visitatore può azionare di persona.

Completamente nuovo è anche il sito internet wimubarolo.it dove è possibile fare una passeggiata virtuale fra le sale del nuovo museo.


Con un decreto del ministero delle Politiche agricole emanato ieri, le regioni e le province autonome potranno posticipare la presentazione dei progetti per la promozione del vino nei Paesi terzi al 30 settembre 2010.

Le Regioni e le Province autonome che intendono posticipare la data dovranno emanare proprie disposizioni in tal senso. Resta comunque fissata la data del 15 settembre 2010 come termine ultimo per la presentazione dei progetti promozionali sui fondi nazionali.


Secondo i dati ufficiali del ministero dell'Agricoltura, la vendemmia in Francia nel 2010 dovrebbe raggiungere i 47,2 milioni di ettolitri, leggermente superiore a quella del 2009, ma inferiore alla media degli ultimi cinque anni. La produzione di Champagne è in leggero calo (-1%), mentre Cognac e Armagnac invece crescono del 9 per cento rispetto al 2009.


Il 15 settembre prossimo scade il termine per partecipare al Premio 'Vino in versi' organizzato dal Comune di San Paolo di Jesi. Il tema da trattare è 'Il verdicchio o il vino tipico della propria zona' e si può partecipare con una o più poesie in lingua italiana o in vernacolo marchigiano della lunghezza massima di 40 versi.

Per eventuali contatti ed informazioni: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.



L’export di vino tedesco nel primo semestre 2010 è calato del 13% in volume (900.000 hl) mentre il valore è diminuito del 9% (178 milioni di euro). Il dato è stato reso noto durante il Forum sull’export del Deutsche Weininstitut (DWI) organizzato oggi a Oppenheim.

Questo declino è dovuto al crollo dell’export dei vini di bassa qualità, mentre per i paesi dell’UE il calo tocca un po’ tutti i comparti. In controtendenza invece l’export verso gli Stati Uniti, il principale mercato per i vini tedeschi, con una crescita del 10% (158.000 hl) e dell’11% in valore (50 milioni di euro).


È in vigore da oggi un nuovo accordo che disciplina il commercio del vino fra l’Australia e l’Unione europea e che protegge il regime di etichettatura del vino adottato nell’UE, garantisce la piena protezione delle indicazioni geografiche dell’UE, anche per i vini destinati all’esportazione in paesi terzi, e include un esplicito impegno da parte dell’Australia a proteggere le espressioni tradizionali dell’UE.

In aggiunta, entro un anno dall’entrata in vigore dell’accordo e dopo un periodo di transizione, l’Australia non potrà più utilizzare per i propri vini alcune importanti denominazioni dell’UE, come 'Champagne' e 'Porto'.


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