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In vendita da oggi, il vino novello continua la sua fase calante al punto che quest’anno verranno prodotte solo 6 milioni di bottiglie, una cifra molto lontana dalle quasi 18 milioni di bottiglie del 2002. Ma non è solo una perdita generale di interesse da parte dei consumatori a decretare questo ribasso, è complice anche la vendemmia di quest’anno, la più bassa degli ultimi 60 anni, che ha spinto i produttori a riservare al novello un quantitativo di vino minore del solito.

Stabili i prezzi di vendita, 5 euro di media a bottiglia, mentre continua la tendenza che vede privilegiare come canale di vendita la grande distribuzione. I produttori interessati sono circa duecento mentre Veneto e Trentino sono le due regioni che assieme producono circa la metà del novello di quest’anno.


Le vendite di spumante italiano sono cresciute quest’anno del 4,7% in netta controtendenza con il calo dell’11,6% del mercato del vino. Lo afferma una ricerca del Cermes-Bocconi commissionata dal Consorzio del Franciacorta che vede i propri spumanti balzare in alto nella classifica delle vendite con un +16,7% rispetto al 2010 mentre si evidenzia un +30% nelle esportazioni di Franciacorta metodo classico.

La ricerca stima che dalle 11,6 milioni di bottiglie di Franciacorta di quest’anno si passerà nel 2012 a 13 milioni di bottiglie e a 14 milioni nel 2013. A gonfie vele anche il Prosecco, i cui volumi di vendita si prevede passeranno, dalle attuali 200 milioni di bottiglie di Prosecco Doc e 68,5 milioni di bottiglie di Prosecco di Conegliano, a 250 milioni e 70 milioni nel 2012, e a 300 milioni e 70 milioni nel 2013.


In aumento le frodi dal Regno Unito mediante furto di identità, con il quale dei truffatori riescono ad ottenere vini dai produttori di tutta Europa senza poi provvedere al pagamento. Lo segnala la Wine and Spirit Trade Association (WSTA) che ha predisposto una unità di prevenzione che fa riferimento alla email Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

Il meccanismo è semplice: il truffatore si finge un businessman conosciuto nel settore e, utilizzando dati aziendali e nomi reali di dipendenti, effettua un ordine chiedendo un pagamento a 30 giorni e fornendo un indirizzo fasullo. Ricevuta la merce, i truffatori spariscono nel nulla senza ovviamente pagare la fattura. Sono stati coinvolti finora produttori in Francia, Spagna, Italia, Portogallo e Germania per un importo complessivo, stimato dalla WSTA, di 600.000 euro a partire dallo scorso maggio.


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