In Cina il problema delle contraffazioni dei vini stranieri sta diventando sempre più grosso e preoccupante. Maggiore è la fama internazionale dell’etichetta, più alto è il rischio che il consumatore cinese acquisti al suo posto un vino diverso, falso nel contenuto e nella bottiglia. Non è un fenomeno da sottovalutare: si stima, ad esempio, che il 50% di Chateau Lafite venduto in Cina sia falso e che molti di questi grandi vini contraffatti siano addirittura fabbricati su dei natanti ancorati al largo delle coste cinesi in acque internazionali.
Il fenomeno è ormai a livello industriale e per fronteggiarlo il governo cinese ha lanciato una iniziativa di marcare i prodotti autentici con una etichetta di garanzia di autenticità e di tracciabilità denominata Peop, Protected Eco-origin Product. Una serie di codici, visibili e invisibili al consumatore, abbinati a un QR Code, leggibile da un moderno smartphone, forniranno la garanzia di autenticità richiesta. Le dogane cinesi potranno poi controllare i codici di autenticità consentendo quindi ai vini con etichetta Peop di accorciare i tempi di sdoganamento. L’iniziativa è ancora in corso di progetto avanzato, mentre i costi da sostenere per ottenere questa etichetta antifrode sono ancora in fase di negoziato.