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Expo 2015, le luci della ribalta sul vino italiano

Dopo mesi e mesi di attesa, purtroppo con lo strascico di qualche violenza metropolitana, apre finalmente oggi l’Expo 2015 di Milano, il cui tema centrale ‘Nutrire il pianeta, energia per la vita’ è di grande importanza anche per la nostra vitivinicoltura. Per la prima volta, infatti, un intero padiglione verrà dedicato al vino italiano (WineActs ne aveva già parlato durante la firma dell’accordo con Vinitaly e in occasione della conferenza stampa di presentazione) dal nome ‘Vino a Taste of Italy’. L’intento è di raccontare la storia del vino italiano e della sua millenaria tradizione culturale, anche attraverso esperienze interattive e multimediali, con una attenzione particolare alle famiglie, ai bambini e a tutti quelli che non lo conoscono sufficientemente e che desiderano ricevere maggiori informazioni.

Punto centrale al primo piano è la cosiddetta Biblioteca del vino, dove 1.400 vini e distillati rappresentativi di tutte le regioni italiane saranno posti in degustazione (dieci euro tre assaggi) mediante moderni wine dispenser. E proprio il lato economico dell’esposizione non ha mancato di produrre nelle scorse settimane qualche polemica: sfogliando infatti le tariffe di partecipazione, fatti due conti si ricava che per esporre una sola etichetta bisogna sborsare la bellezza di 4.500 euro, iva esclusa, più ovviamente il vino (richieste 144 bottiglie) e senza la possibilità di lasciare materiale promozionale per i visitatori. Una etichetta sola però non è nulla: esporre quindi una selezione della propria produzione significa mandare in tilt il bilancio di qualunque piccola azienda e persino di qualche consorzio.


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