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Finisce in tribunale la ‘guerra dell’Amarone’

Il consorzio della Valpolicella ha depositato presso il tribunale delle imprese di Venezia una azione legale contro l’associazione delle famiglie dell’Amarone d’arte dopo la loro richiesta in sede Ue di registrazione di un marchio proprio. La ‘guerra’ tra consorzio e associazione ebbe inizio nel 2009 quando dodici aziende storiche della zona (Allegrini, Begali, Brigaldara, Guerrieri Rizzardi, Masi Agricola, Musella, Speri, Tedeschi, Tenuta Sant’Antonio, Tommasi, Venturini e Zenato) entrarono in rotta di collisione con il consorzio di tutela, accusato di non garantire elevati standard qualitativi, creando così una propria associazione con un proprio regolamento volontario più rigido.

Attualmente il consorzio contesta alle dodici famiglie l’uso del termine Amarone, forte del fatto che la legislazione attuale vieta a un privato la registrazione di un marchio che contenga al suo interno una denominazione d’origine protetta, ma l’associazione delle famiglie dell’Amarone d’arte per tutta risposta ha chiesto di registrare in sede Ue, all’ufficio per l’armonizzazione del mercato interno, il proprio marchio, un ologramma 'A' riportato anche sulle bottiglie. Ora tocca alla carta bollata.


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