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Vino blu, mi piaci tu?

Sono un gruppo di giovani spagnoli con poco più di vent’anni, disegnatori, informatici, musicisti e chimici, nessuno di loro appartiene al mondo del vino ma vogliono creare qualcosa di decisamente nuovo, di fortemente creativo: Gik, il vino blu. Perché un vino blu? E perché no?, rispondono in coro. Il blu rappresenta il movimento, la innovazione e l’infinito, da associare alla fluidità e al cambiamento, tanto basta per chiedere la collaborazione dell’università dei Paesi Baschi, iniziare a vinificare uve bianche e nere di diversa provenienza e aggiungere poi antocianine e pigmenti color indaco. Da bere fresco, 11,5 gradi circa, si abbina al sushi, nachos con guacamole, il Tzaziki, la pasta alla carbonara, il salmone affumicato. Vendita unicamente online, prezzo 10 euro a bottiglia. Un vino volutamente iconoclasta, creato ‘per agitare un po’ le cose e vedere cosa succede’ e fuori da ogni schema al punto che la legislazione spagnola lo classifica come bevanda aromatizzata a base di vino, mentre per l’Unione europea è una bevanda alcolica con meno di 15 gradi. E a chi importa?, rispondono di nuovo in coro questi sbeffeggianti pionieri dell’enocromatismo.


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