Un recente studio di Wine Monitor, commissionato dal Consorzio di tutela vini Lessini Durello, conferma l’interesse dei consumatori italiani per i vini spumanti prodotti da uve autoctone in alternativa , quindi, allo spumante più tradizionale. Dalle interviste di un migliaio di consumatori da 18 a 65 anni si evidenziano infatti le tre caratteristiche che uno spumante deve avere per definirsi alternativo: zona di produzione delimitata,appartenenza ad una denominazione di origine e produzione da vitigni autoctoni. Molto elevata, il 90% circa, la propensione all’acquisto dimostrata dagli intervistati così come per contro la diffusione limitata e la scarsa riconoscibilità del marchio non risultano,invece, discriminanti ma anzi possono trasformarsi agli occhi del consumatore in un valore aggiunto. Lo studio di Wine Monitor è il seguito di un precedente lavoro statistico svoltosi tre anni fa in collaborazione con Ais che domandò a circa 700 sommelier la loro opinione sugli spumanti autoctoni, il loro prezzo, le occasioni di consumo.