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Il fenomeno Prosecco secondo Wine Intelligence

Un prezzo di vendita a metà strada tra gli Champagne più a buon mercato e i Cava spagnoli, il fascino che la parola Italia sa ancora produrre all’estero nel campo del cibo e dei vini, la capacità di avere creato nuove occasioni di consumo non più limitate ai compleanni e alle feste comandate, infine un gusto più apprezzato dai consumatori, con meno acidità di un metodo classico. Questa è, in sintesi, la ‘ricetta’ che, secondo Wine Intelligence, ha permesso al Prosecco di raggiungere anno dopo anno quota 500 milioni di bottiglie, di cui l’80% all’estero.

Ma la concorrenza non sta a guardare. Incoraggiati dal successo del Prosecco, numerose cantine di Stati Uniti, Australia e Europa continentale stanno sviluppando a gran velocità nuovi spumanti, spesso prodotti con l'uva Glera. Anche in Nuova Zelanda è terminato il periodo di quarantena per il vitigno Glera che ora può essere piantato liberamente e quindi fra pochi anni arriverà sui mercati locali. Non bisogna infine trascurare la rivalità degli spumanti provenienti dalla Loira e dal sud della Francia, una rinascita di interesse per il Lambrusco e un piccolo ma crescente numero di sostenitori per il Sekt tedesco. Ma se tutti questi vini hanno guadagnato la loro piccola fetta di successo, conclude Wine Intelligence, nessuno di questi ha ancora il fascino e il carisma che il Prosecco possiede.


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