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Mediobanca, il vino italiano continua a crescere

L'indagine sul settore vinicolo del 2018 di Mediobanca conferma la crescita del vino italiano. Nel 2017, infatti, è aumentato il fatturato delle società italiane (+6,5% sul 2016) grazie ai buoni risultati dell’export (+7,7%), con la forte crescita verso l’Asia (+21,1%), ma anche al contributo delle vendite interne (+5,2%). Aumentano gli occupati (+1,8%), continuano a crescere gli investimenti (+26,7%) e c’è ottimismo sulle aspettative di vendita per il 2018, mentre si confermano le aziende venete e toscane.

Cantine Riunite-GIV si conferma prima per fatturato (594 milioni, +5,1% sul 2016), seguita da Caviro che aumenta del 3,9% a 315 milioni e da Antinori che guadagna lo 0,4% a 221 milioni, primo gruppo non cooperativo; stabile in quarta posizione Zonin (+4,2% a 201 milioni) tallonata dalle forti crescite di Fratelli Martini (+13,3% a 194 milioni) e Mezzacorona (185 milioni); Cavit (+2,6% a 183 milioni) è 7° precedendo Botter (+9,5%) che con 180 milioni rimane stabile all'8° posto; con 169 milioni in 9° e 10° posizione si trovano Enoitalia (+14,5%) e Santa Margherita (+7,4%). Il record di crescita nel 2017 spetta ancora alla cooperativa La Marca che passa da 101 a 131 milioni (+30,7%), seguita da Farnese; altre cinque società hanno realizzato aumenti dei ricavi superiori al 10%; la più rilevante presenza sui mercati esteri è della Botter che vi realizza il 96% del proprio fatturato, seguita dalla Ruffino (93,3%), dalla Fratelli Martini (89,9%), da Mondodelvino (85,4%) e dalla Zonin (85,1%); altre quindici società realizzano all’estero oltre il 50% delle vendite; i top performer di redditività 2017 sono Antinori (utile su fatturato al 25%), Frescobaldi (20,5%), Santa Margherita (17,2%) e Ruffino (15,7%).

I Paesi dell'Unione europea hanno assorbito nel 2017 il 53,4% del fatturato del vino italiano all'estero, in incremento sul 2016 dell’8,6%, quando pesavano il 53,1%. Il Nord America rappresenta la seconda area di riferimento, in leggera contrazione al 31,9% del totale (dal 32,5%), in aumento a valori del 5,7%. Africa e Medio Oriente sommano il 9,1%, in progresso del 5,8%, mentre i mercati asiatici e del Far East e il centro-sud America segnano incrementi di portata rilevante rispettivamente +21,1% e +20,1%) pur restando ancora marginali (4,2% e 1,4% del totale).


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