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Asia orientale, un mercato di grandi potenzialità

Uno studio dell'osservatorio Vinitaly-Nomisma wine monitor evidenzia come stia crescendo senza soste la richiesta di vino su questi mercati che già ora valgono 6,45 miliardi solo di import

Cresce senza soste la richiesta di vino nell'Asia orientale che già ora valgono 6,45 miliardi di euro solo di import, una cifra assai vicina a quella dell’America del nord, (Usa e Canada) che è 6,95 miliardi di euro. Sono dati presentati dallo studio ‘Asia: la lunga marcia del vino italiano’ a cura dell'osservatorio Vinitaly-Nomisma wine monitor e illustrati oggi a Roma nel corso della presentazione del 53° Vinitaly. Lo studio evidenzia come la presenza in Asia orientale sia ancora marginale rispetto alle potenzialità italiane. Dei 6,45 miliardi di euro di importazioni registrate lo scorso anno in Cina, Giappone, Hong Kong, Corea del Sud (ma anche Vietnam, Taiwan, Tailandia, Filippine, Singapore e altre), la Francia pesa per la metà del totale per un equivalente di 3,24 miliardi di euro. La quota di mercato italiana si ferma invece al 6,5% (419 milioni di euro), meno anche di Australia (15,9%, a 1 miliardo di euro) e Cile (8,9%). Le previsioni sul futuro del vino italiano sono comunque positive, con un tasso annuo di crescita nei prossimi cinque anni stimato a un valore comunque superiore ai consumi previsti: fino all’8% in Cina, dall'1% al 2,5% in Giappone, grazie anche all'accordo di partenariato economico, dal 5,5% al 7,5% in Corea del sud e dal 3% al 4,5% a Hong Kong.

Il presidente di Veronafiere, Maurizio Danese, ricordando le grandi opportunità per il made in Italy che la Cina e tutto il Far East offrono, ha lamentato però la mancanza di una vera regia di sistema unica che non permette alle aziende italiane di riscuotere quanto potrebbero. Concetto identico anche dal direttore generale di Veronafiere, Giovanni Mantovani: per contrastare vecchi e nuovi competitor non serve più marciare in ordine sparso, bisogna correre in una unica direzione e con un brand in grado di aprire la strada. Ecco perché Veronafiere sta attualmente gettando le basi per una presenza costante in Cina di Vinitaly e degli altri settori di punta, attraverso una piattaforma fieristica proprietaria dedicata.

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