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Ucraina, il governo non sostiene la viticoltura. Proteste

Un gruppo di produttori ha sfilato per le strade di Odessa, nel sud del Paese, rovesciando quintali di uva per strada e manifestando così le preoccupazioni per il futuro del loro settore

Un gruppo di viticoltori ucraini ha inscenato nelle scorse settimane una protesta per le vie di Odessa, capoluogo nel sud del Paese, rovesciando per strada quintali di uva appena raccolta per protestare contro l'inerzia del governo che non interviene in loro aiuto per contrastare la situazione, da loro definita catastrofica, della industria vinicola locale. Dalla caduta della Unione sovietica agli inizi degli anni Novanta, infatti, l'Ucraina esportava i propri vini quasi esclusivamente a nord, verso la Russia: una strategia che dipendeva dai buoni rapporti politici con Mosca ma cinque anni fa qualcosa è drasticamente cambiato. La annessione unilaterale della Crimea compiuta da Putin nel 2014 ha di fatto bloccato le vendite di vino ucraino in Russia e i viticoltori si trovano senza più sbocchi commerciali. La ricerca di nuovi mercati non è facile né immediata, pertanto la crisi si è intensificata in questi anni e i produttori accusano il proprio governo di non intervenire nell'attuale stallo e di lasciare che le cose vadano per conto loro senza controllo.

La produzione vinicola in Ucraina è attualmente di circa 1,6 milioni di hl, quasi equamente divisa tra la regione di Odessa e quella di Mykolaiv. È però quasi la metà rispetto ai 2,8 milioni di hl prodotti nel 2013, l'anno prima dell'annessione della Crimea, dei quali quasi un quarto (639.000 hl, dati Oiv) prendeva la via dell'Urss. Alla fine del 2018 il governo ucraino aveva annunciato piani per attirare maggiori investimenti stranieri nel settore vitivinicolo del paese allo scopo di migliorare la qualità attraverso lo svecchiamento delle tecniche di vinificazione utilizzate, ma il risultato fu quello di innescare alcuni fenomeni speculativi che spinsero invece a vendere ad investitori stranieri i terreni coltivati a vigneto ad un prezzo inferiore a quello di mercato. A questo si deve purtroppo aggiungere l'import di grandi quantità di vino a basso costo dai paesi limitrofi, in particolare dalla Georgia, che contribuiscono così ad acuire le difficoltà attuali che i viticoltori ucraini stanno subendo.

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