Cina, il coronavirus abbatte l'import di vino

Nei primi due mesi di quest'anno il calo complessivo è stato del 25,4% rispetto allo stesso periodo del 2019

Non era difficile prevedere che l'epidemia di coronavirus esplosa in Cina nei mesi scorsi avrebbe depresso pesantemente l'economia di questo paese. Nemmeno il vino sarebbe sfuggito da questo destino e così è stato: -25,4% è infatti il calo del valore complessivo di vino importato dalla Cina tra gennaio e febbraio di quest'anno rispetto allo stesso periodo dell'anno scorso. Dai dati della amministrazione generale delle dogane cinesi emergono però differenze significative per i singoli paesi. Bandiera nera per la Francia, che quasi dimezza il suo export, 42,6% per la precisione, mentre invece la Spagna si salva con un calo del 16,1% grazie alla tenuta dei suoi vini sfusi. Meglio di tutti l'Australia, con una diminuzione di appena del 6,8% anche se per la gran parte computati sul mese di gennaio.

L'Italia, per cominciare, riesce ad attutire in parte le perdite scendendo 'solo' del 20,4% poiché i vini imbottigliati, quasi il 90% dell'export italiano in Cina, sono calati nel bimestre considerato da 26,3 a 20,9 milioni di dollari. In grande affanno i vini spumanti, che perdono oltre un terzo in valore. Considerato che il mese di marzo è un mese statisticamente debole, al pari di febbraio e ottobre, non si vedono all'orizzonte cambiamenti di passo né possibilità di recupero a breve termine.