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Le tendenze dei consumatori europei di vino in quarantena

I primi risultati di un sondaggio tra circa 7300 intervistati di Spagna, Francia, Italia e Portogallo

L'associazione europea degli economisti del vino (Euawe) e la Inseec U. research center hanno condotto nelle scorse settimane un sondaggio in otto paesi per valutare come la crisi causata dal coronavirus abbia cambiato il comportamento dei consumatori di vino europei. In attesa dei dati completi sono stati resi noti in questi giorni i primi risultati analizzando le risposte di circa 7300 intervistati di Spagna, Francia, Italia e Portogallo. Durante la quarantena il consumo di birra e alcolici è in generale sceso mentre è cresciuto quello del vino, in particolare nella fascia tra i 30 e i 50 anni di età. Per contro il prezzo medio di acquisto del vino è calato in maniera significativa: i supermercati rimangono il principale canale di distribuzione, ma la quarantena ha dato slancio agli acquisti online con l'8,3% di italiani, 6,6% di spagnoli, 5,2% di portoghesi e 4,6% di francesi che hanno comprato vino su Internet.

In deciso calo i consumi fuori dall'ambito familiare mentre sempre più persone bevono da sole, specialmente se sono uomini con bassi salari o disoccupati.Vi è poi da segnalare l'esplosione del fenomeno degli aperitivi online, in particolare in Italia tra gli studenti e in Francia tra i 30 e i 50 anni. I giovani e gli abitanti delle città che lavorano nel settore terziario tendono a bere il vino subito dopo averlo acquistato, mentre i francesi in generale aspettano un po' prima di consumarlo in particolare in famiglie con due o più bambini. L'ansia causata dal periodo di quarantena è una fattore associato con l'aumentato consumo di bevande alcoliche, ma più che il timore del virus in sé i fattori scatenanti sono le paure delle conseguenze economiche della crisi. Solitudine, disoccupazione e bassi salari amplificano poi questi comportamenti.

In sintesi, la quarantena ha fatto crescere i consumi più in coloro che bevono per ragioni personali e non sociali. Tre quarti degli intervistati hanno risposto che, terminata la pandemia, non faranno più aperitivi online. Un ultimo dato: il 70% degli intervistati ritiene che in questo periodo di crisi sia opportuno favorire gli acquisti dei vini della propria zona. questa tendenza sembra possa consolidarsi a emergenza finita, con ovvie implicazioni per i produttori: imparare di nuovo ad attrarre e accogliere i consumatori locali ma anche prevedere ridotte opportunità nell'export.

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