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Champagne, la resa scende a 80 quintali/ettaro

La decisione appare un compromesso accettabile tra i produttori diretti e le grandi case vinicole

Il Comité Interprofessionnel du vin de Champagne (Civc), riunitosi in assemblea l'altro ieri, ha deciso di ridurre per l'imminente vendemmia la resa produttiva a 80 quintali per ettaro. Una decisa sforbiciata, considerando che l'anno scorso la resa fu fissata a 108 quintali/ha mentre fu di 102 nel 2018, ma la crisi innescata dal coronavirus ha particolarmente colpito lo Champagne che ha visto nei primi mesi di quest'anno addirittura dimezzare le vendite. La decisione di ridurre la resa non è stata presa a cuor leggero, ma il risultato appare un compromesso accettabile tra i produttori diretti che volevano ancora mantenere margini di profitto sufficienti e le grandi case vinicole, che spingevano invece per una riduzione ancora più accentuata. Questa decisione consentirà così di mantenere un reddito accettabile per i viticoltori sia di aiutare gli operatori di marketing nel soddisfare le richieste dei loro clienti e preservare il loro flusso di cassa.

La situazione continua a restare grave: il Civc stima che a fine anno rimarranno invendute 100 milioni di bottiglie con una perdita economica di 1,7 miliardi di euro. In più, a magazzini pieni si dovrà aggiungere anche la produzione di questa vendemmia, iniziata questa settimana con due settimane di anticipo circa rispetto alla media decennale, che si presenta di buona qualità nonostante alcuni recenti problemi di siccità.

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