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Russia, vaccino sì ma solo se astemi

Per non compromettere la sua efficacia bisogna per circa due mesi evitare assolutamente l'alcol

Il capo della sanità di Mosca è stato molto chiaro: perché il vaccino russo Sputnik V sia efficace bisogna per circa due mesi evitare assolutamente l'alcol e cioè due settimane prima, tre settimane tra una dose e l'altra più tre settimane dopo la seconda iniezione. I russi non hanno ovviamente gradito questa raccomandazione, in grado di smorzare ogni orgoglio patriottico per essere stati i primi ad iniziare la campagna di vaccinazione contro il coronavirus battendo nel tempo anche il Regno unito e gli Usa. L'indicazione delle autorità sanitarie di astenersi dall'alcol per quasi due mesi si scontra purtroppo con il comune sentire dei cittadini russi che invece ritengono che il consumo di alcol in generale, ma soprattutto di vodka, rafforzi invece il sistema immunitario. Anche il fumo, sembra, sia stato sconsigliato sempre per il rischio di incidere negativamente sulle risposte immunitarie generate dal vaccino.

Irritazione e disappunto trapelano dai siti social russi fino a diventare in qualche caso una vera e propria istigazione alla disobbedienza. Alla fine ci si chiede con una punta di ironia se, a volere seguire alla lettera questi avvertimenti sanitari, solo i bambini riusciranno a non indebolire alcolicamente il vaccino mentre qualcuno fa i calcoli e azzarda: di questo passo metà del paese non sarà adatto alla vaccinazione. Il problema resta aperto, aggravato dal fatto che le imminenti festività natalizie e di fine anno sono, come in tutto il mondo, un momento in cui si registra invece un gioioso aumento nei consumi di birra, vino e alcolici.

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