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Australia, l'export 2020 regge

Nonostante i dazi cinesi, la diminuzione è solo dell'1% in valore a 1,87 miliardi di euro

A causa della imposizione di dazi all'import da parte della Cina le esportazioni di vino australiano in Cina sono crollate drasticamente a dicembre 2020, con spedizioni in questo mese in picchiata da 112 milioni di euro nel 2019 a soli 2,6 milioni di euro. Tuttavia, osservando tutti i dodici mesi del 2020, le esportazioni complessive di vino sono diminuite solo dell'1% in valore a 1,87 miliardi di euro, e anche leggermente aumentate in volume dello 0,5% per raggiungere così una quantità di 7,47 milioni di hl. Merito dell'export di vino sfuso, che è aumentato del 20% in valore con 353 milioni di euro e del 9% in volume con 4,28 milioni di hl, mentre il suo prezzo medio del vino sfuso è aumentato del 10% a 82 centesimi di euro per litro.

Per quanto riguarda le destinazione dell'export di vino australiano, il Regno unito si è comportato particolarmente bene con un aumento di quasi un terzo (29%) per raggiungere i 295 milioni di euro e una crescita del 19% in volume pari a 2,66 milioni di hl, diventando così il primo paese per l'export australiano di vino. Gli Stati uniti diventano così la seconda destinazione, in aumento del 4% e raggiungendo i 281 milioni di euro nonostante il volume sia sceso dell'1% a 1,36 milioni di hl.

Per aggirare i dazi cinesi alcuni esportatori potrebbero dirottare i loro vini verso Hong Kong, dove i dazi sono nulli, e da lì raggiungere la Cina. Lo dimostra l'aumento da 72 a 102 in un anno degli esportatori australiani che spediscono verso questo paese mentre il valore è cresciuto del 27% con 85,5 milioni di euro.

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