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Chianti classico, il territorio va in etichetta

Nascono le unità geografiche aggiuntive per valorizzare al meglio le singole aree produttive

L'assemblea dei soci del consorzio vino Chianti classico ha approvato giovedì scorso, a larghissima maggioranza, il progetto di modifica del disciplinare attualmente vigente introducendo due importanti novità. La prima riguarda il progetto di suddivisione del territorio di produzione in aree più ristrette per giungere così a indicare in etichetta il nome della singola località.

Le aree individuate e delimitate sono: Castellina, Castelnuovo Berardenga, Gaiole, Greve, Lamole, Montefioralle, Panzano, Radda, San Casciano, San Donato in Poggio (comprensivo dei territori di Barberino Tavarnelle e Poggibonsi), Vagliagli. Secondo il consorzio queste unità geografiche aggiuntive avranno lo scopo di rappresentare le eccellenze del territorio per presentarsi così sui mercati esteri a pari livello con i più grandi vini internazionali. Ecco perché in questa prima fase le unità geografiche aggiuntive saranno applicate alla sola tipologia gran selezione, lasciando in un tempo successivo l'utilizzo alle altre tipologie.

La seconda novità chiesta dall'assemblea soci riguarda, per il Chianti classico gran selezione, l'aumento della percentuale minime di Sangiovese al 90% e l'eliminazione invece dei vitigni internazionali finora ammessi nel 10% rimanente lascando così solo gli autoctoni a bacca rossa.

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