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Prošek-Prosecco, inviato il dossier di opposizione

La Croazia ha ora 60 giorni di tempo per le controdeduzioni

Trasmesso alla Commissione europea il dossier italiano contenente la opposizione del riconoscimento della menzione geografica tradizionale per il Prošek croato. Ora la palla passa alla Croazia, che a sua volta ha 60 giorni di tempo per presentare le sue controdeduzioni. Il ministro Patuanelli e il sottosegretario Centinaio hanno ribadito in una breve conferenza stampa ieri presso il ministero il no deciso alla proposta croata avanzata due mesi fa e pubblicata in gazzetta Ue della domanda di protezione. Un netto rifiuto, è stato sottolineato, non solo dal mondo vitivinicolo italiano ma anche dalle isituzioni politiche che insieme sono riusciti a fare squadra mettendo a punto un dossier di sostanziale rilievo.

Tra le motivazioni di opposizione c'è la questione della omonimia tra i nomi Prošek e Prosecco, dimostrata da una carta geografica del 1585 dove la città triestina di Prosecco, allora sotto il dominio asburgico, era chiamata Prošek: una traduzione pura e quindi incompatibile con le attuali norme europee sul riconoscimento delle menzioni tradizionali. Ma il dossier contesta anche l'uso di parole, immagini, marchi e riferimenti all'Italia per la promozione di prodotti non made in Italy. Il famoso 'Italian sounding', che Coldiretti stima produrre un danno di circa 1 miliardo di euro per tutto il settore vitivinicolo. A questo proposito giova ricordare, ha affermato il ministro, una recente sentenza della Corte di giustizia Ue: 'Non si può evocare una Dop quando l'uso di una denominazione produce nella mente di un consumatore europeo medio normalmente informato e ragionevolmente attento e avveduto un nesso sufficientemente diretto e univoco tra tale denominazione e la Dop'.

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