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Dal Vinitaly il punto sul vino italiano

Dove va il mondo del vino italiano? Cosa bolle in pentola a Roma ma soprattutto a Bruxelles? Il Vinitaly di Verona è anche il momento in cui fare il punto della situazione e l’occasione, anche quest’anno, la fornisce la cerimonia di apertura. Ecco alcuni dei problemi attualmente sul tappeto.

La burocrazia soffocante che sottrae, è stato calcolato, ‘pesa’ per 100 giorni lavorativi, sei centesimi a bottiglia, due chilogrammi di carta per ogni litro di vino. Per il ministro per le Politiche agricole, Mario Catania, ‘in tema di semplificazioni resta moltissimo da fare: il governo Monti ha fatto partire il processo tra mille difficoltà, ma le riforme fatte sono parziali e c’è molto cammino da fare’.

La piaga delle contraffazioni che, per il vicepresidente della Commissione europea, Antonio Tajani, ‘danneggia il cuore delle imprese, la salute dei consumatori e il sistema imprenditoriale, a vantaggio nove volte su dieci della malavita. Come Commissione europea stiamo cercando di stringere un accordo con la filiera agroalimentare dell’Ue, ma se questo non sarà possibile sarò costretto a intervenire, unitamente al commissario Ciolos, per via legislativa’.

I produttori italiani non fanno squadra. Il ministro Catania lo ha ricordato: ‘Siamo fortissimi sui mercati storici, come Usa e Germania, ma siamo indietro nei nuovi mercati come Asia e Cina. Dobbiamo lavorare per recuperare terreno, dobbiamo fare meglio sistema, e non disperdere le risorse’.

Sulla liberalizzazione dei diritti di impianto dei vigneti la regolamentazione attuale resterà per non destabilizzare il comparto, mentre da Bruxelles si è ottenuta la conferma di fondi per la promozione: per l’Italia quasi 400 milioni su base annua nell’arco di sette anni che, per il presidente della Commissione Agricoltura del Parlamento Ue, Paolo De Castro, potrebbero essere utilizzati per la promozione anche all’interno dell’Ue.

Ultimo spunto lanciato dal ministro Catania è stato quello dei vini 'varietali' la cui importanza è stata forse sottovalutata in Italia, mentre altri Paesi hanno fatto scelte diverse ed forse è giunto il momento di fare una attenta riflessione per riesaminare questa tematica senza chiusure preconcette ma privilegiando le richieste del mercato, naturalmente nel rispetto della doverosa difesa delle denominazioni e nella ricerca di una maggiore valorizzazione dei nostri vitigni. (m.m.)

Ecco l'anteprima di alcune foto scattate ieri. Fare clic sulle immagini per ingrandirle.

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