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Il gruppo francese Rémy Cointreau ha posto in vendita i propri marchi di Champagne, Piper-Heidsieck e Charles Heidsieck, per una cifra che potrebbe superare i 450 milioni di euro. Diageo e Pernod Ricard sono da più parti indicati come i probabili acquirenti, mentre di sicuro vi è l’incarico al Crédit Agricole Cib di valutare le migliori offerte.

Il marchio Piper non è mai stato redditizio nei 20 anni in cui è rimasto di proprietà del gruppo Rémy Cointreau tranne che negli inizi del 2008, quando ottenne un utile del 10-12%. Ma la crisi economica ha riportato in rosso i bilanci e le vendite, infatti, sono diminuite di 6,9 milioni di bottiglie a marzo 2010, di cui 5,6 milioni a marchio Piper e 800 mila a marchio Charles.


Nove vini italiani nella Top 100 di Wine Spectator, la classifica stilata dalla nota rivista americana che fin dal 1988 è un importante punto di riferimento per professionisti e intenditori del vino. Il primo italiano, in ottava posizione, è il Flaccianello 2007 di Fontodi, seguono al 25° posto il Modus 2007 di Ruffino, il Brunello di Montalcino Terralsole 2004 (31° posto), l’Amarone della Valpolicella Classico 2006 di Zenato (36° posto), il Chianti Classico Riserva 2007 di Viticcio (40° posto), il Chianti Classico 2007 Castello d’Albola (47° posto), il Pinot Grigio 2008 di Attems (al 51° posto, unico bianco), il Chianti Rufina Castello di Nipozzano Riserva 2007 di Frescobaldi (65° posto) e il Nobile di Montepulciano 2007 di Avignonesi (93° posto).


Preoccupati per il danno economico che la nuova denominazione causerebbe all’Igt ‘Delle Venezie’, il consorzio Cavit del Trentino-Alto Adige, dopo che il Comitato nazionale vini aveva già respinto le loro osservazioni, ha presentato un nuovo ricorso contro la nuova Doc Venezia.

Questa nuova Doc, in attesa di pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale, comprende l'intero territorio delle province di Venezia e Treviso; ad essa si aggiunge la modifica delle attuali Doc Piave e Lison Pramaggiore e l'attribuzione della Docg a due vini di tradizione e qualità, il Lison Classico e il Malanotte del Piave.

La scelta di un nome così noto in tutto il mondo come Venezia ha lo scopo di rendere questa nuova Doc competitiva con le produzioni californiane o sudafricane di Pinot grigio, Sauvignon blanc o Cabernet. Ore il ricorso del Trentino blocca per il momento questa iniziativa e la conseguente campagna di promozione in attesa di ulteriori sviluppi.


Ad appena un mese dall’inizio delle festività di Natale e Capodanno, una analisi della Coldiretti diffusa oggi prevede un aumento record dell’export di spumante italiano del 21%. In forte crescita la Germania (+10%), che è il principale importatore, seguono dagli Stati Uniti (+15%) e il Regno Unito (+ 30%). Si fa luce al quarto posto la Russia e il Giappone che rimane però sostanzialmente stabile.

Complessivamente, sostiene la Coldiretti, si stima che saranno circa 150 milioni le bottiglie di spumante italiano consumate all’estero nel 2010 su una produzione complessiva di circa 340 milioni.


E come ogni anno, il terzo giovedì di novembre è il giorno del Beaujolais nouveau. Evento pubblicizzato in tutto il mondo, il rito del déblocage allo scoccare della mezzanotte viene celebrato con la consueta risonanza mediatica condivisa ben oltre la regione Rodano-Alpi, ma anche in tutta la Francia e a livello internazionale. Le cifre di mercato sono note: 450.000 hl di prodotto venduto, di cui la metà all’estero, con Giappone, Stati Uniti e Germania in testa nella lista dei paesi importatori.

La cuvée 2010 si preannuncia senz’altro positiva, poiché le condizioni di raccolta sono state ideali per lo sviluppo degli aromi e, di conseguenza, un’evoluzione regolare della maturità dei grappoli. Pertanto gli esperti si spingono a ritenere il 2010 un cru unico nel suo genere perché riunirà le qualità delle migliori annate precedenti: la struttura e il grande equilibrio del 2000, la morbidezza e la delicatezza del 2006 e gli aromi dei frutti scuri del 2009.


Dopo l’obbligo di esporre un etilometro nei locali notturni, la Coldiretti di Bergamo lancia una semplice proposta per evitare che il cliente di un ristorante, per restare nei limiti di legge, rinunci a ordinare una bottiglia di vino: la possibilità di portare a casa il vino non consumato con una ‘wine bag’, un sacchetto offerto dal ristoratore.

‘Forse è un’idea non molto in linea con il galateo - spiega il presidente Giancarlo Colombi - ma può essere un modo per evitare di vuotare forzatamente la bottiglia di vino aumentando il rischio sulle strade perché - prosegue Colombi - è senza dubbio importante mettere in evidenza i rischi legati all’abuso di alcol, bisogna però anche evitare di fare di ogni erba un fascio e di criminalizzare senza appello prodotti, come il vino, che se assunti in modo ragionato e corretto possono invece avere anche un effetto benefico sulla salute’.


La celebrazione della Giornata europea dell’enoturismo si svolgerà oggi nelle Città del vino facenti parte della Rete europea. In programma una serie di eventi basati sulla promozione dei territori del vino, organizzati da ogni strada del vino nella propria area.

L’iniziativa è nata per raggiungere in contemporanea una diffusione internazionale del turismo del vino, favorendo inoltre una omogeneizzazione degli standard di qualità delle numerose strade del vino europee.


Presso il Salone della Rocca della Banca Monte dei Paschi di Siena si è svolto ieri il primo Forum del Vino Italiano, una occasione per riunire attorno a un tavolo i rappresentanti delle istituzioni della viticoltura italiana e le massime istituzioni italiane, tra cui il ministro delle Politiche agricole, Giancarlo Galan.

Assieme alle due tavole rotonde dedicate a ‘Il futuro che ci aspetta’ e ‘Dal prodotto alla vendita, cosa manca ancora’, è stata presentata una ricerca realizzata da Montepaschi sulle prospettive e gli scenari futuri del settore vitivinicolo che conferma come il vino sia tra i principali artefici della ripresa dell’export italiano.


Nei disciplinari di produzione dei vini Docg e Doc, che ancora non lo prevedevano, viene inserito, con decreto del ministero delle Politiche agricole del 5 ottobre scorso, l’obbligo di riportare nell’etichettatura l’anno di produzione. Il suddetto obbligo si riferisce a tutte le tipologie di vini, salvo i vini liquorosi, spumanti e frizzanti per i quali rimane facoltativa l’indicazione dell’annata.

Per le partite di vino derivanti dalla vendemmia 2009 e precedenti, fatte salve le norme restrittive già presenti nei disciplinari, si può continuare ad etichettare senza l’indicazione dell’annata e lo smaltimento delle etichette potrà avvenire fino ad esaurimento delle scorte.


L'ufficio stampa dell'Associazione enologi enotecnici italiani ha reso noto oggi i risultati definitivi della vendemmia 2010 sulla base delle valutazioni condotte dai suoi associati. La quantità totale prodotta è quindi di 45,5 milioni di hl, praticamente uguale a quella dell'anno scorso, mentre lo scarso sole di settembre non ha portato quell'auspicata spinta verso l'eccellenza.

Il Veneto, con oltre 8 milioni di hl, si conferma, per il quarto anno consecutivo, la regione italiana più produttiva, seguita da Emilia Romagna, Puglia e Sicilia. Queste quattro regioni producono insieme quasi il 60% di tutto il vino italiano.


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