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Il mercato vinicolo in Russia rischia un nuovo protezionismo, il tutto a vantaggio di birra e vodka e a discapito dei vini esteri importati. Questo è il messaggio lanciato ieri a Mosca da Lamberto Vallarino Gancia e Gianfranco Voglino nell’ambito della manifestazione ‘Solo italiano’ organizzata dalla Iem, International Exhibition Management.

Sono infatti attualmente in discussione nel parlamento russo alcune modifiche alle attuali regole che governano il commercio vinicolo e che, se applicate, rischiano di alterare l’import di vino in Russia: scadenze delle licenze degli importatori, revisione della regolamentazione delle etichette e tutela delle denominazioni di origine sono i principali punti di discussione che, se modificati, faranno da barriera alle importazioni.

L’Italia è al primo posto in volume e quarto in valore nell’export di vini spumanti in Russia, con una tendenza in forte crescita (+104% nel 2010). Per contro, è molto indietro sui vini tranquilli, dove paesi come la Germania esportano più dell’Italia. La Russia è il primo mercato per l’Italia nei Vermut, con 301.000 hl nel 2010 (+4,8%). A gonfie vele anche acquaviti e liquori, con 2 milioni di euro nel 2010, un dato più che raddoppiato rispetto all’anno precedente.


Giunta alla sua diciannovesima edizione, si svolge oggi Cantine aperte, la ormai tradizionale manifestazione organizzata dal Movimento Turismo del Vino. Con l’obiettivo di avvicinare le aziende produttrici e il pubblico di consumatori e appassionati del vino, la giornata di oggi, che coinvolgerà un milione di visitatori per oltre mille aziende vitivinicole italiane associate, avrà come leit motiv la promozione dell’enoturismo, ponendo inoltre l’accento sul tema del viaggio inteso come arricchimento e cultura.

Quest’anno, poi, giunge a conclusione la procedura di certificazione di tutte le cantine associate secondo il Decalogo dell’Accoglienza di cui il Movimento si è dotato nel 2008 e, per testimoniarne l’importanza, sono state strette in occasione di Cantine Aperte 2011 delle collaborazioni con quattro importanti realtà del settore turistico italiano per proporre speciali pacchetti week end e regalare così agli enoturisti viaggi nelle terre del vino con tappe nelle aziende vinicole più caratteristiche.

Ritorna infine anche quest’anno l’iniziativa Cantine Aperte in Feltrinelli, che prevede la presentazione nelle varie librerie Feltrinelli di tutta Italia in anteprima per il pubblico e per i giornalisti locali delle numerose iniziative in programma con interventi di esperti di mondo del vino e dell’enogastronomia.


Il Comitato nazionale per la tutela dei vini nella riunione di ieri ha espresso parere favorevole per tre nuove Docg per la regione Veneto (Colli di Conegliano, Friularo di Bagnoli e Montello Rosso). Più in dettaglio, la Docg Colli di Conegliano comprenderà le tipologie Bianco e Rosso, la cui base sono i moderni incroci Manzoni, e le tipologie Refrontolo Passito e Torchiato di Fregona. Il Friularo è invece un antico vino rosso del territorio padovano, che si basa su un particolare biotipo del Raboso Piave, vitigno autoctono di antica tradizione veneta. I pareri verranno ora pubblicati sulla Gazzetta Ufficiale e dopo due mesi, se non vi saranno osservazioni, le nuove Docg entreranno in vigore già dalla prossima vendemmia.

Nella stessa riunione del Comitato sono state inoltre approvate le modifiche ai disciplinari Doc Montello Colli Asolani e Bagnoli, o Bagnoli di Sopra.


Dopo quattro anni di lavoro sono state divulgate le prime conclusioni del progetto Cenit Demetra, che raggruppa 26 cantine e 31 gruppi di ricerca spagnoli, che ha studiato come il riscaldamento globale influenzerà i vitigni Tempranillo, Verdejo e Albariño. È stato scelto un vigneto campione nella zona di Villafranca del Penedes, composto da 360 ceppi delle varietà indicate, ed è stato sottoposto in parte a una temperatura e una irrigazione simile alla media dell’ultimo decennio, in parte invece in un ambiente controllato con tre gradi in più di temperatura e 50% in meno di acqua.

In attesa dei risultati definitivi, attesi l’anno prossimo, già ad una prima osservazione visiva delle piante quelle che hanno ricevuto meno acqua hanno dimensioni circa della metà, così come tronchi e rami molto meno grossi, mentre quelle sottoposte a un surriscaldamento di tre gradi sono maturate due settimane prima ma, cosa molto importante, le uve presentano caratteristiche organolettiche diverse. La varietà più sensibile al surriscaldamento è l’ Albariño, mentre il Tempranillo risulta più resistente.


Organizzata da Christie’s si è svolta questa settimana a Ginevra una asta di vini di Borgogna. Il prestigioso catalogo includeva autentiche perle da collezione, come un Vintage Chateau Lafite-Rothschild 1887, oppure un Vintage 1909 Chateau Margaux o ancora un Romanée-Conti 1945. Proprio quest’ultimo vino è stato aggiudicato ad un collezionista americano per la iperbolica cifra di 87.815 euro: un record nella storia delle aste.

Il Domaine de la Romanée-Conti è sempre stato in cima alle preferenze dei collezionisti: in passato in una asta di beneficenza (i cui prezzi non vanno paragonati quindi a una asta ‘classica’ come quella di Ginevra) un vino bianco di Montrachet fu esitato a 500.000 dollari (363.000 euro).


 

La Spagna aggiunge il suo ‘no’ a quello di altri nove stati europei, Italia, Francia, Germania, Portogallo, Romania, Lussemburgo, Austria, Ungheria, Cipro, contrari alla liberalizzazione dei vigneti voluta da Bruxelles a partire dal 2015. Tra il coro di voci contrarie l’ultima raccolta in ordine di tempo è quella della Confagricoltura che, per voce del suo presidente, Mario Guidi, ha ricordato che ‘eliminare i diritti di impianto avrebbe conseguenze gravissime: aumento incontrollato delle superfici a denominazione d’origine, eccedenze nell’offerta, concentrazione nelle aree con costi di produzione più bassi, flessione del valore del vigneto, affermazione di una viticoltura lontana dalla nostra storia’.

Si rafforza così il raggruppamento contrario alla proposta della Commissione Ue verso una decisione che porterebbe all’ingovernabilità del sistema vitivinicolo: un provvedimento che rischia di annullare anni di lavoro, nel nostro Paese e negli altri, per costruire un sistema vitivinicolo di qualità fondato sulle denominazioni di origine e sul ruolo dei Consorzi di tutela per la loro gestione e valorizzazione, questo in sintesi il punto di vista della Confagricoltura, in piena sintonia con quello delle altre associazioni europee del settore vitivinicolo. Ora che il fronte del ‘no’ raggruppa tutti i maggiori paesi produttori di vino dell’Unione europea, l’auspicio che rimbalza da paese membro a paese membro è che Bruxelles possa ora tornare sui suoi passi e intraprendere una attenta riflessione su questo spinoso problema.


Presso la Sala Conferenze dell’Enoteca Italiana di Siena si svolgerà lunedì 13 giugno la prima edizione del Corso di formazione sulla tutela e la garanzia della qualità dei vini Dop e Igp. Verranno affrontati alcuni degli argomenti di maggiore attualità, come le nuove regole sulla protezione dei vini Dop e Igp, gli obblighi legati alla certificazione dei vini alla luce del nuovo decreto sullo schema di Piano dei Controlli, le nuove regole sull'etichettatura dei vini con le novità introdotte dalla recente Ocm vino e dal Decreto 61/2010.

Docente del corso, che si svolgerà nell'ambito delle iniziative organizzate per la 45° Settimana dei Vini a Siena, sarà Luca Pollini, collaboratore tecnico dell'Enoteca Italiana ed esperto di legislazione vitivinicola. La partecipazione al corso è gratuita: per informazioni e iscrizioni rivolgersi a Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. o telefonicamente allo 0577-228811.


La Giunta provinciale di Trento, su proposta dell'assessore all’agricoltura, foreste, turismo e promozione Tiziano Mellarini, ha deciso di dare attuazione alla campagna 2011/12 del ministero delle Politiche agricole, alimentari e forestali per la promozione del vino trentino sui mercati extra unione europea.

La delibera provinciale approvata ieri apre ufficialmente il bando per la presentazione dei progetti e prevede delle griglie di priorità, con punteggi differenziati, che privilegiano i progetti presentati da consorzi di tutela e associazioni di produttori nonché l'export verso Giappone, Russia e Svizzera. A disposizione dei produttori fondi per 1.538.500 euro.

I progetti di promozione saranno esaminati da un Comitato di valutazione e dovranno essere presentati alla provincia di Trento, ad Agea ed al ministero delle Politiche agricole entro il 10 giugno 2011.


 

In arrivo dalla prossima campagna vinicola i nuovi contrassegni di stato per i vini Doc e Docg: lo prevede il nuovo decreto ministeriale del 19 aprile (pubblicato sulla Gazzetta ufficiale n. 106 del 9 maggio scorso). Le nuove fascette saranno solo di due colori: violetto per le Docg e verde per le Doc; obbligatorio un codice alfanumerico, per la rintracciabilità del prodotto (da notare anche l’introduzione in fascetta di un codice a barre datamatrix 2D), e il volume nominale, mentre potrà essere aggiunto il nome per esteso della denominazione e l’eventuale logo identificativo, purché previsto dal disciplinare di produzione.

I nuovi contrassegni saranno stampati dall'Istituto poligrafico dello Stato dal prossimo mese di ottobre mentre, per quanto riguarda la loro gestione, verrà realizzato un apposito portale su Internet realizzato e gestito dall’Istituto poligrafico e condiviso con il ministero dell’Economia e delle Finanze e con la Repressione frodi.


 

La famiglia reale britannica produrrà vino: in questi giorni, infatti, 16.700 piantine di vite verranno piantate al Windsor Great Park, l'ex tenuta di caccia dei reali britannici, e la regina Elisabetta coltiverà così Chardonnay, Pinot nero e Pinot meunier per ottenere uno spumante metodo champenois. Il principe Filippo sarebbe coinvolto molto da vicino nel progetto, supervisionato da Stephen Skelton, un consulente che nel 1976 ha piantato le prime viti a Chapel Down nel Kent, da dove proviene il vino scelto per il recente matrimonio del principe William con Kate Middleton.

Non vi sono dubbi che il settore vinicolo inglese sia attualmente in crescita: da soltanto 56 ettari di vigneti nel 1990 a 267 nel 2007, l’Inghilterra può vantare nel 2010 ben 550 ettari, praticamente tutti per la produzione di vini spumanti, che non necessitano di uve molto mature. Ma il ‘merito’ di tutto questo sta nel surriscaldamento globale della terra, che adesso rendono il sud dell’Inghilterra una zona con un clima simile a quello dello Champagne negli anni Cinquanta e Sessanta. Da non trascurare poi la composizione geologica simile delle due regioni.

La notizia sembra quindi eccentrica, ma si poggia su solide basi: basterà dare una occhiata a www.englishsparklingwine.co.uk oppure a www.a-little-different.com per rendersi conto.


 

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