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‘Vinitaly rappresenta nel mondo tutta l’esperienza vitivinicola nazionale. Verona sarà l’occasione per fare insieme il punto delle cose fatte dal governo per la semplificazione burocratica e l’internazionalizzazione delle nostre aziende e per lanciare i nuovi obiettivi oltre l’Expo 2015, tra questi il Testo Unico sul vino, per la riorganizzazione e il riordino del comparto’. Queste le parole del ministro delle Politiche agricole Maurizio Martina durante la conferenza stampa di ieri a Roma per la presentazione del 49° Vinitaly (22-25 marzo). Il 2014 è stato un anno decisamente difficile per l’economia mondiale ma nel mondo del vino si respira comunque aria di ottimismo: intervistando 30 tra le realtà enologiche italiane più importanti, il 55% di queste esprime fiducia per il 2015; il 35% in questi primi due mesi ha già avuto riscontri positivi e il 5% prevede un anno molto positivo. E anche il Vinitaly va a gonfie vele: gli espositori sono ora oltre 4.000 e la superficie occupata è cresciuta a 91.000 metri quadrati, che diventano 100.000 con Sol&Agrifood ed Enolitech. Tra le iniziative di Vinitaly, OperaWine in programma il 21 marzo in collaborazione con Wine Spectator e, dal 16 al 20 marzo sempre a Verona, il primo Corso di certificazione per specialisti del vino italiano. Al Vinitaly, infine, vi sarà anche la presentazione ufficiale di Vino - A taste of Italy, il salone del vino all’interno del Padiglione Italia dell’Expo di Milano.


 

Le esportazioni spagnole di vino hanno superato nel 2014 tutti i record precedenti crescendo in volume del 22,3% e superare così i 22,8 milioni di hl. La vendemmia appena conclusa, con circa 53 milioni di hl contro una media precedente di 40 milioni, ha avuto come conseguenza un calo dei prezzi del vino di circa il 20% rispetto all’anno precedente in quasi tutte le tipologie di vino favorendo quindi l’export che, come detto, è cresciuto in volume ma sceso in valore del 2,8% con 2,6 miliardi di euro.

Analizzando più in dettaglio i dati messi a disposizione dall’Oemv, l’osservatorio spagnolo sul mercato del vino, dei 22,8 milioni di hl esportati poco più della metà, 12,6 milioni, sono costituiti da vini sfusi che scendono in valore del 9% perdendo circa 500 milioni di euro. I vini Dop tranquilli in bottiglia hanno invece registrato vendite stabili in volume con quasi 3,5 milioni di hl (+0,5%) e una crescita del 3% in valore con 1,115 miliardi di euro. Gli altri vini tranquilli poi crescono del 9,9% in volume toccando3,92 milioni di hl. Si osserva una discesa dei prezzi anche nei vini spumanti, Cava in primis, ma l’aumento delle vendite (+5,3%) regala comunque a questi vini un aumento del fatturato.

Non è stata solo una festa per celebrare il successo del vino italiano negli Stati Uniti (dai 44 milioni di dollari del 1975 ad oltre un miliardo e quattrocento milioni nel 2014), il 30° Gala Italia svoltosi giovedì scorso a New York ha voluto ringraziare l’impegno intenso e costante che i produttori vinicoli italiani hanno saputo offrire per il raggiungimento di questi traguardi. È dal 1985 infatti che l’Italian Wine & Food Institute organizza questo evento di risonanza internazionale il cui punto centrale è il Wine & Food Tasting, dove erano presenti, tra i molti dei grandi protagonisti del vino italiano, le 37 aziende che parteciparono alla prima edizione. Per l’occasione, al centro del salone del Pierre Hotel di New York sono state esposte le bottiglie dell’annata 1985 presenti allora, ormai difficilmente reperibili, in speciali confezioni di legno donate dai produttori e poi messe all’asta a beneficio dell'educational fund per la creazione di borse di studio.


Il Comitato nazionale francese dei vini Aoc della Inao, riunitosi la scorsa settimana, ha votato un testo che modifica profondamente le regole per la irrigazione dei vigneti Aoc e che ora verrà inviato al ministero dell’Agricoltura per essere poi tradotto in un opportuno decreto. L’irrigazione, ora eventualmente permessa solo tra il 15 giugno e il 15 agosto, potrà essere richiesta al di fuori di tali date calcolando però la necessaria compensazione degli stress idrici subiti dal vigneto. L’autorizzazione alla irrigazione dovrebbe perciò essere concessa dopo una valutazione più severa che in passato, considerato che ogni singola richiesta dovrà ora essere integrata da un opportuno piano di controllo e di ispezione così come da adeguate procedure di controllo dell’irrigazione. Se il vigneto viene irrigato, questi non potrà assolutamente produrre uva al di là della resa minima prevista o, in altre parole, se la produzione supererà la resa prevista dal disciplinare, solo i vigneti no irrigati potranno avere diritto alla denominazione.


Dagli ultimi dati statistici diffusi in questi giorni dalla Fevs, la federazione francese degli esportatori di vini e alcolici, nel 2014 si registra un calo nelle spedizioni del 3,3% in volume, ma che comunque sfiora i 12,9 milioni di hl, pari a una diminuzione dell’1,7% in valore, con 7,44 miliardi di euro. Questa situazione incide in modo specifico sul valore dei vini tranquilli a denominazione di origine protetta, che scendono dell’8,4%, controbilanciato però da una buona prestazione degli Champagne, +7,8%. Questi dati riflettono, da un lato, il difficile contesto economico e di vendita e, dall'altro, il contesto competitivo che si è intensificato a livello globale. Non ultimo, una certa scarsità di offerta causata dalle vendemmie un po’ avare degli ultimi anni.

Gli Stati uniti rafforzano la loro posizione di primo mercato per l'export di vini e liquori francesi (+4%) con oltre 2 miliardi di euro nel 2014, che rappresenta quasi un quinto del valore totale delle esportazioni. La Cina mantiene la quinta posizione per le esportazioni francesi, riaffermando il suo potenziale a lungo termine nonostante la politica avviata da Pechino nel 2013 di frenare i consumi più voluttuari e che continua a incidere sulle vendite di vino, in particolare sui prodotti di alto livello. In Europa, ancora in crisi economica, continuano a crescere Germania e Svezia, mentre Spagna e Italia recuperano in parte il loro fatturato. L'Europa centrale e orientale, invece, risente del clima politico ed economico per nulla favorevole dopo la crisi politica e militare tra Ucraina e Russia, nonché del forte calo del rublo alla fine del 2014.

Il consiglio dei ministri del 10 febbraio scorso ha approvato martedì scorso un decreto che prevede l’ampliamento dell'arco temporale di conversione dei diritti fino al 31 dicembre 2020 e la trasferibilità dei diritti di impianto tra le regioni. Viene inoltre abrogata la possibilità di limitare l'esercizio del diritto di reimpianto ad ambiti territoriali omogenei e limitati al fine di tutelare le viticolture di qualità e salvaguardare gli ambienti orograficamente difficili. Attualmente i diritti di reimpianto detenuti dai produttori viticoli ammontano a circa 47.000 ettari, pari al 7% della superficie vitata nazionale.

Chi è attualmente in possesso di un diritto di reimpianto valido, può trasferirlo su tutto il territorio nazionale entro il 31 dicembre 2015. Scaduto tale termine i diritti di reimpianto ancora validi non potranno più essere trasferiti ma possono essere convertiti in autorizzazioni che hanno la stessa validità del diritto che l’ha generata e che scadranno il 31 dicembre 2023 se non utilizzati. ‘Con questo provvedimento - ha dichiarato il ministro delle Politiche agricole, Maurizio Martina - tuteliamo il nostro potenziale viticolo, dando rassicurazioni al settore che chiedeva da tempo un intervento di semplificazione in questa direzione’.

Durante una conferenza stampa tenutasi ad Hong Kong la scorsa settimana, Guillaume Deglise, direttore generale di Vinexpo, ha affermato che attualmente non vi sono piani immediati per creare una nuova fiera vinicola in Cina dopo la cancellazione di Vinexpo in Beijing programmata lo scorso giugno ma gli sforzi di crescita e di promozione verranno indirizzati verso Vinexpo Asia-Pacific di Hong Kong e verso Vinexpo Nippon di Tokio. Deglise si è detto poi fiducioso nella ripartenza del mercato vinicolo in Cina, grazie ai segnali di crescente interesse da parte dei consumatori che non mancheranno di influenzare il mercato. Da quest’anno, infatti, il consumo pro capite è previsto in crescita, mentre dal punto di vista statistico si segnala già una certa riduzione delle attuali giacenze di vino delle scorse annate.


Per la prima volta una azienda vinicola ha deciso di aprirsi ad un pubblico di investitori più ampio mediante la tecnica del crowdfunding, un metodo di finanziamento collettivo che richiede piccoli capitali da parte di un gran numero di persone. E così la Domaine Chanzy di Borgogna, 32 ettari di vigneti in Côte Chalonnaise, Côte de Beaune e Côte de Nuits, è riuscita a raccogliere in 24 ore più di 180.000 euro sulla piattaforma online seedrs.com grazie allo slancio di 130 micro investitori di tutta Europa. In più, Domaine Chanzy offre agli investitori che acquistano un minimo di 1000 azioni sconti fino al 55 per cento sui propri vini, da quelli di più economici ai premier e Grand Cru Domaine. L’obiettivo finale è la raccolta di 2,5 milioni di euro che Domaine Chanzy intende utilizzare per sviluppare la rete di distribuzione e creare un nuovo marchio di vini di Borgogna rivolto soprattutto ai consumatori stranieri.


Il governo russo vuole introdurre un prezzo minimo per il vino, una misura simile a quella decisa nel 2010 per la produzione di Vodka. L’intenzione è quella di rendere la coltivazione della vite più redditizia e di contrastare il fenomeno delle contraffazioni di vino sul mercato interno. Il prezzo minimo dovrebbe essere fissato tra 100 e 110 rubli (1,28 / 1,41 euro al cambio odierno) per il vino tranquillo e tra 120 e 130 rubli (1,54 / 1,67 euro) per quello frizzante. Poiché attualmente gran parte del vino a buon mercato viene offerto ai consumatori sotto i 100 rubli, l’introduzione di un prezzo minimo potrebbe ottenere il risultato di una diminuzione del consumo di vino in Russia e per contro una crescita dei consumi di Vodka e di alcolici.


È andata in onda ieri sera la prima puntata dei Signori del vino, un viaggio attraverso dieci regioni, Piemonte, Sicilia, Emilia-Romagna, Friuli-Venezia Giulia, Lazio, Toscana, Trentino Alto Adige, Lombardia, Veneto e Abruzzo, per presentare ai telespettatori alcuni dei più grandi produttori vinicoli italiani, la loro storia e il loro lavoro in vigna e in cantina. Ideato da Marcello Masi e Rocco Tolfa, direttore e vicedirettore del tg2, e realizzato in collaborazione con il ministero delle Politiche agricole, il programma si avvale della collaborazione di Marco Simonit, che si occuperà degli aspetti più tecnici in merito alla coltivazione, raccolta e vinificazione.

Il programma, trasmesso su Rai2 ogni sabato sera alle 23.45, è disponibile anche in streaming sulla pagina Signori del vino sul sito della Rai.


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