Iscriviti alla newsletter per ricevere le news di WineActs ENTRA

Con la pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale n. 302 di ieri il testo unico del vino conclude il suo iter durato quasi tre anni e che ha visto la partecipazione attiva dei principali soggetti e istituzioni di tutta la filiera vitivinicola alla stesura e alle successive modifiche del testo. La nuova legge entrerà in vigore a tutti gli effetti il 12 gennaio prossimo e da essa si attende un robusto taglio del tempo dedicato alla burocrazia, grazie alla semplificazione delle comunicazioni e degli adempimenti a carico dei produttori, alla revisione del sistema di certificazione e controllo dei vini Dop e Igp e del sistema sanzionatorio. Con i decreti applicativi, di prossima emanazione, si potranno infine rendere completamente operative le importanti novità che questa nuova legge introduce.


Livio Felluga, il patriarca della viticoltura goriziana, è morto nella sua casa a Brazzano di Cormons nella notte tra il 22 e il 23 dicembre. L’annuncio è stato dato dai familiari solo a esequie avvenute. Nato nel 1914 a Isola d’Istria, allora impero austro ungarico, nel periodo delle due guerre mondiali dovette trasferirsi dall’Istria a Grado e nell’entroterra, sul Collio, poi. Nel 1956, quando le campagne erano in pieno spopolamento a causa delle vicissitudini del dopoguerra, Livio Felluga decise di andare controcorrente e si stabilì sulle colline che circondano la secolare Abbazia di Rosazzo, mettendo a dimora qui i primi venti ettari di vigneto. Imboccò senza indugi la strada difficile della viticoltura di qualità e capì pioneristicamente l’importanza di legare i suoi vini al territorio e alla cultura che sanno produrre scegliendo come logo delle sue etichette la carta geografica di questi luoghi. Adesso, dopo sessanta anni, la sua azienda è nota in tutto il mondo e vanta una produzione di 800.000 bottiglie per più di 150 ettari vitati. Un autentico gioiello che ora, a 102 anni, Livio Felluga lascia alla moglie Bruna e ai figli Maurizio, Andrea, Elda e Filippo.


Da luglio 2015 a giugno 2016 le vendite di vino nel canale Horeca sono cresciute in valore del 5,9% e in volume del 2,3%. È il dato più significativo che l’Osservatorio del vino ha esposto l’altro ieri in un convegno svoltosi nell’ambito di wine2wine di Verona. Una crescita che non passa inosservata e che premia l’innovazione e la capacità di adeguarsi alle mutate richieste della ristorazione in particolare.

Il canale di vendita principale è diverso a seconda della tipologia: la ristorazione per i vini tranquilli, bar e wine bar per gli spumanti e tra questi il prosecco la fa da padrone: +59% nelle enoteche, +30% nei ristoranti e +27% nei bar/wine bar. Da segnalare poi che nell’ultimo anno il 46%, quasi un italiano su due, ha consumato vino fuori casa e in queste occasioni il Prosecco è in cima alle preferenze, preferito per il 36% non solo durante l’aperitivo, ma anche in abbinamento ai pasti.


L’associazione francese dei vigneron independant ha presentato questa settimana un libro bianco indirizzato ai politici impegnati nelle prossime elezioni presidenziali del 2017 comprendente una serie di 18 proposte e di 8 obiettivi per migliorare il futuro del settore del vino. Lo scopo dichiarato è di mettere sotto i riflettori i problemi irrisolti della vitivinicoltura d’Oltralpe alimentando così i futuri dibattiti politici che si terranno da adesso al giorno delle elezioni. Dopo aver ricordato l'importanza economica e il successo del modello della unione tra viticoltori indipendenti, il libro bianco presenta una panoramica dei molti ostacoli che ancora adesso frenano le aziende vitivinicole e lo sviluppo di migliaia di piccole imprese tra cui spiccano i pesanti oneri amministrativi e normativi, i costi del lavoro, la fiscalità inadeguata.


L’industria vinicola della Nuova Zelanda sta facendo i conti dei danni subiti dal forte terremoto dello scorso mese. Secondo i dati riportati dalla rete sismica neozelandese il terremoto, di magnitudo 7.8, ha causato lo spostamento del terreno verso nord per due metri e verso il basso di un metro. In particolare nella regione di Malborough, vicina all’epicentro, le scosse hanno causato danni rilevanti nelle cantine al punto che circa il 20% delle botti e dei vasi vinari hanno subito danni causando la perdita di quasi il 2% del vino in essi contenuto. Ci vorranno mesi per riparare i danni subiti, informa l’associazione dei viticoltori neozelandesi, e pertanto crescono le preoccupazioni di non riuscire ad essere pienamente operativi per la prossima vendemmia primaverile. La regione di Malborough produce circa 2 milioni di hl, tre quarti circa della produzione neozelandese, di cui l’80% circa destinato all’export.


Cerca nel sito

Questo sito non utilizza cookie di profilazione per fini pubblicitari ma solo cookie tecnici o di terze parti come Google Analytics, Facebook o Twitter.
Continuando a visitare questo sito si accetta il loro utilizzo.