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Questa notiziona è stata sparata domenica scorsa dal Daily Mail, un famoso quotidiano popolare inglese. Nel dare la parola ad alcuni ‘esperti’ l’articolo mette in guardia i consumatori britannici che il contenuto di zucchero nel Prosecco potrebbe danneggiare a lungo andare lo smalto dei denti e in particolare le giovani signore rischiano di avere un indesiderabile e poco piacevole ‘prosecco smile’. Un articolo che fa immediatamente sorgere qualche dubbio sull’obiettività e neutralità del medesimo. A chi giova quindi tutto questo? La risposta ce la fornisce indirettamente l’articolo stesso quando ricorda che in quei giorni centinaia di persone hanno fatto la fila davanti ai supermercati Lidl per approfittare di una offerta di Prosecco a 3,33 sterline alla bottiglia.

Evidentemente il successo del nostro Prosecco comincia a dare un certo fastidio ad altre bevande e qualche articolo-shock può sempre servire a disinformare i consumatori, specialmente se si usa un quotidiano di grandissima diffusione, più di un milione di lettori, ma che l'8 febbraio scorso la sezione britannica di Wikipedia ha rimosso dalla lista delle fonti attendibili citando ‘scarso controllo delle fonti’ tra le motivazioni. Il giornalismo copia-e-incolla però non risparmia nessuno e il giorno dopo la notiziona è stata ripresa senza controllo da altri giornali inglesi, tra cui the Guardianthe Sun e Metro. ‘Il Prosecco non teme strane campagne giornalistiche che penso potranno solo aumentare curiosità e voglia di provare questo bere italiano’, è il lapidario commento di Debora Serracchiani, governatore della regione Friuli-Venezia Giulia, contattata ieri dall’Ansa.


Con decreto del 17 agosto scorso il ministero delle Politiche agricole alimentari e forestali ha autorizzato l’organismo di controllo denominato Triveneta certificazioni srl, con sede a Vò (PD), piazza Liberazione 325, ad effettuare i controlli previsti dall’art. 90 del regolamento Ue 1306/13 e dal D.m. 12 giugno 2012 nei confronti di tutti i soggetti che operano all’interno della filiera della Doc 'delle Venezie' o in lingua slovena 'Beneških okolišev', e della Igt 'Trevenezie' o in lingua slovena 'Tri Benečije'.

Come noto, con provvedimento ministeriale del 30 marzo scorso, è stato approvato a livello nazionale e inviato alla Commissione Ue, per il riconoscimento definitivo, il disciplinare della nuova Doc 'Delle Venezie' che prevede le tipologie Pinot grigio (fermo, frizzante e spumante) e bianco fermo e successivamente il Dm del 10 aprile 2017 ha autorizzato l'etichettatura transitoria.

Pertanto, dalla vendemmia 2017 il Pinot grigio delle Venezie sarà Doc e per i vini delle Venezie Igt delle vendemmie precedenti il Dm 19 luglio 2017 ha stabilito che, conformemente alle indicazioni della nota ministeriale n. 44447 del 5 giugno 2017, le partite di vini Igt 'delle Venezie', provenienti dalla campagna vendemmiale 2016-17 e precedenti, ottenute in conformità alle norme del preesistente disciplinare, possono essere commercializzate, come 'delle Venezie' Igt, fino ad esaurimento delle scorte, purché siano confezionate entro il 31 luglio 2018 e i produttori interessati presentino apposita dichiarazione dei quantitativi detenuti alla data del 1° agosto 2017 all’ufficio competente per territorio dell’Icqrf ed al competente organismo di controllo entro il 30 settembre 2017. (g.r.)


Il ministero delle Politiche agricole alimentari e forestali ha emanato, con effetto dalla campagna 2017-18, il decreto n. 60710 del 10 agosto scorso sulle modalità attuative della misura promozione dell'Ocm vino ed ha abrogato il D.m. n. 32072 del 18 aprile 2016 che, però, continua ad applicarsi ai progetti presentati e approvati a valere sui fondi di pertinenza della campagna 2017-18. L'approvazione del decreto è avvenuta con deliberazione motivata per la mancata intesa raggiunta in conferenza Stato regioni dove la regione Lombardia si era opposta.

Sono ammissibili le seguenti azioni di comunicazione e promozione da attuare in uno o più Paesi terzi:
a) azioni in materia di relazioni pubbliche, promozione e pubblicità;
b) partecipazione a manifestazioni, fiere ed esposizioni di importanza internazionale;
c) campagne di informazione, in particolare sui sistemi delle denominazioni di origine, delle indicazioni geografiche e della produzione biologica vigenti nell'Unione;
d) studi per valutare i risultati delle azioni di informazione e promozione.

La promozione potrà riguardare: vini Dop e Igp, vini spumanti di qualità, vini spumanti di qualità del tipo aromatico aromatici e vini varietali senza Dop/Igp. L'articolo 10 fissa nuovi criteri di priorità nell'assegnazione del contributo e l'importo, a valere sui fondi europei, è pari al massimo al 50% delle spese sostenute per svolgere le azioni promozionali. (g.r.)


Crescita sostenuta dell’export di vini e bevande alcoliche del Regno unito nel primo semestre di quest’anno. Lo Scotch Whisky è cresciuto del 3,7% raggiungendo 69,5 milioni di euro, il gin del 4% pari a quasi 255 milioni di euro. Il vino, considerando sia il vino prodotto nel Regno unito che quello importato sfuso, imbottigliato e poi riesportato è cresciuto nello stesso periodo del 2017 del 21,1% (297 milioni di euro) mentre il volume è cresciuto del 15,4%. Buoni risultati anche per la birra, con quasi 340 milioni di euro (+3,3%) anche se il volume esportato è sceso del 2,2%. Sebbene l’Unione europea sia il principale mercato per l’export britannico, le maggiori crescite nel fatturato si sono avute nel’Est asiatico, in particolare Corea del Sud e Cina.


Nella prima metà del corrente anno, il valore totale del vino imbottigliato è cresciuto del 3,3% rispetto allo stesso periodo del 2016. Vi è stato infatti un recupero nel secondo trimestre, dopo un calo delle importazioni nel primo trimestre. Una crescita quindi minore rispetto al primo semestre dello scorso anno, che ha visto una crescita del 17,2% in valore e del 22% in quantità. L’Italia, sempre al quinto posto dopo Francia, Australia, Cile e Spagna, registra la crescita maggiore fra tutti con +18% in valore e +17% in volume (quasi 150.000 hl contro i 128.000 hl di un anno prima). Da osservare inoltre un calo notevole del prezzo medio dei vini francesi e australiani rispettivamente del 16,6% e del 22%, segno questo di una richiesta sempre maggiore di vini da 4 a 5 euro per bottiglia.


Dai dati del Bureau national interprofessionnel du Cognac (Bnic) nell’ultimo anno mobile, dal 1° agosto 2016 a fine luglio 2017, l’export di Cognac ha avuto una crescita globale del 10,2% in volume e del 15,2% in valore pari a circa 190 milioni di bottiglie e un valore di tre miliardi di euro. Gli Stati uniti hanno importato 78,7 milioni di bottiglie, mentre tutta l’Europa pesa per 42,1 milioni di bottiglie. In evidenza poi la Cina, con 22,6 milioni di bottiglie. Spinti dal mercato statunitense le vendite di Cognac di qualità very superior, che equivalgono a circa la metà del totale esportato, sono cresciute in volume del 9,6% e in valore del 15%. Il 40% del totale invece è di qualità very superior old pale, con una crescita del 7,4% in volume e del 9% in valore. Le altre qualità più vecchie sono parimenti cresciute del 24,2% in volume e del 23,2% in valore grazie al continuo recupero dei mercati asiatici.


La Nuova Zelanda sta per riconoscere 18 delle sue regioni vinicole come indicazioni geografiche ufficiali. Il relativo decreto, in gestazione da anni, ha subito una accelerata da quando è scoppiato tempo addietro lo scandalo di una casa vinicola locale che ha esportato migliaia di bottiglie con etichette intenzionalmente errate per quanto riguarda varietà, annata e origine del vino. Da qui la decisione di introdurre il concetto di indicazione geografica in modo da proteggere il nome di una zona vinicola nel suo utilizzo. Restano però notevoli le differenze con le Dop o le Igp europee: per la Nuova Zelanda una indicazione geografica è un semplice riconoscimento della zona di origine ma non impone nessuna regolamentazione nelle tecniche di coltura, nella resa o nella vinificazione. Le 18 zone vinicole in questione sono: Waipara Valley, Northland, Auckland, Matakana, Kumeu, Waiheke Island, Gisborne, Hawke’s Bay, Central Hawke’s Bay, Wairarapa, Gladstone, Martinborough, Nelson, Marlborough, Canterbury, North Canterbury, Waitaki Valley North Otago, Central Otago.


È stato diramato, anche per la campagna 2017/2018, il programma di attività degli uffici dell’Ispettorato centrale della tutela della qualità e della repressione frodi dei prodotti agroalimentari comprendente i controlli per il settore vitivinicolo che devono essere effettuati nel corso del periodo vendemmiale in quanto in tale periodo occorre prevenire le eventuali frodi che potrebbero avere conseguenze sul settore creando situazioni di concorrenza sleale di mercato e mancata tutela dei produttori e delle loro produzioni. Al fine di fornire un concreto aiuto operativo per lo svolgimento dell’attività in argomento, l’Icqrf ha elaborato un pratico vademecum che riassume alcuni aspetti della principali disposizioni che disciplinano la materia.


Secondo una nota dell’Italian Wine & Food Institute (Iwfi) di New York, nel primo semestre di quest’anno il vino italiano riesce a mantenere la prima posizione sul mercato Usa, grazie ad un lieve aumento sia in quantità (+0,7%) sia in valore (+1,1%) raggiungendo gli 1,3 milioni di hl e un valore di quasi 574 milioni di dollari. Dopo l’Italia, l’Australia ritornata in seconda posizione davanti a Cile e Francia grazie a una crescita del 45,5% in quantità e del 3,9% in valore; un aumento essenzialmente dovuto ad un notevolissimo incremento (+186,5%) delle esportazioni di vini sfusi che hanno controbilanciato la contemporanea diminuzione del 9% delle esportazioni di vini in bottiglia. Al quinto posto la Nuova Zelanda che, sempre nel primo semestre di quest’anno, è cresciuta del 20% in quantità e dell’8,8% in valore.

Continua l’andamento positivo, sempre secondo la nota dell’Iwfi, dell’export italiano di spumanti che, nel primo semestre del 2017, ha fatto registrare un aumento del 13,9% in quantità e del 9,6% in valore raggiungendo una quota di mercato del 58,9% in quantità del 35% in valore: da 282.070 ettolitri, per un valore di quasi 150 milioni di dollari a 321.370 ettolitri, per un valore di oltre 164 milioni di dollari.


Mai come quest’anno è di difficile interpretazione la vendemmia in Italia: gelate primaverili tardive, grandinate e siccità africana rendo quanto mai ardua una previsione attendibile. Ci prova la Coldiretti, che prevede un calo tra il 10 e il 15% rispetto ai 51,6 milioni di ettolitri dello scorso anno con punte del -30% in Franciacorta e un calo tra il 20 e il 30% per il Chianti e le altre denominazioni toscane ricordando come la vendemmia 2017 sia la più precoce dell’ultimo decennio con un anticipo rispetto allo scorso anno di circa dieci giorni. Molto comunque dipenderà dall’andamento climatico delle settimane precedenti la raccolta ma, continua la Coldiretti, le condizioni attuali fanno ben sperare per una annata di buona/ottima qualità, in particolare dove si sono subite meno le carenze idriche o dove i viticoltori sono riusciti ad intervenire con irrigazioni di soccorso.


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