Iscriviti alla newsletter per ricevere le news di WineActs ENTRA

Da domani, 1° gennaio 2019, entrerà in vigore in Germania la nuova legge sugli imballaggi VerpackG che sostituisce l’attuale normativa di riferimento, la VerpackV, introducendo nuovi obblighi ai sensi della direttiva comunitaria n. 62 del 1994 sugli imballaggi e i rifiuti di imballaggio che impone a tutti gli Stati membri di adottare misure per la prevenzione della produzione di rifiuti di imballaggio, il riutilizzo degli imballaggi e per un maggior riciclo in peso dei medesimi. Da domani, quindi, i produttori e i distributori di merce imballata in imballaggi primari devono avvalersi dei sistemi organizzati di raccolta e recupero degli imballaggi che sono riconosciuti dal governo tedesco e alternativi alla raccolta non differenziata.

L’attuale apposizione del marchio ‘punto verde’ non è più obbligatoria perché esso ha perso la sua funzione di informare che lo smaltimento dell’imballaggio avveniva con il sistema di raccolta differenziata del Duales System Deutschland GmbH anche se rimane la possibilità di un suo utilizzo volontario. L’importatore tedesco e l’impresa esportatrice italiana devono adesso devono redigere tra loro un accordo scritto all’interno del contratto di fornitura che stabilisce chi dei due soggetti dovrà adeguarsi alla nuova normativa tedesca. Invariate invece sono le disposizioni sulla gestione degli imballaggi secondari e terziari che sono totalmente a carico dell’importatore tedesco.


Sono 466 milioni di bottiglie il quantitativo di Prosecco Doc immesso sul mercato nel 2018, un incremento del 6% rispetto alle 440 milioni di bottiglie dell'anno precedente, pari a un valore di 2,37 miliardi di euro. Queste le stime del consorzio di tutela diffuse nella conferenza stampa di fine anno dalle quali traspare una evidente soddisfazione per i risultati raggiunti e una positiva fiducia per il prossimo futuro della denominazione. L'export pesa per il 75% della bilancia commerciale, circa 350 milioni di bottiglie, di cui 109 nel Regno unito (-7% in volume, +1,3% in valore), 73 negli Usa (+5% in volume, +9,1% in valore), 41 in Germania (+6% in volume, +16,8% in valore), e un inaspettato 15 milioni di bottiglie in Francia (+14% in volume, +27,1% in valore). Le attività di promozione e valorizzazione del Prosecco Doc, per un totale a bilancio di 4 milioni di euro, si sono concentrate su otto mercati interazionali definiti prioritari: Regno unito, Usa, Germania, Canada, Russia, Cina, Australia e Giappone. A questi paesi si aggiungono due nuovi mercati, Norvegia e Svizzera, mentre nel 2018 si sono svolti dei micro interventi promozionali in Francia, Spagna, Belgio, Olanda, Finlandia, Slovenia, Portogallo, Argentina, Panama ed emirati arabi.


La Germania sta tornando a preferire uno stile alimentare più tradizionalmente tedesco a detrimento di quelli stranieri, Italia in testa. Anche nel vino, quindi, prende sempre più piede la scelta dei vini locali e questo nonostante la sostanziale tenuta dell'export vinicolo italiano, in calo del 10% circa in volume ma in crescita del 9,8% in valore. Sono interessanti spunti di riflessione emersi da uno studio dell'osservatorio Wine monitor di Nomisma commissionati dall’Istituto del vino italiano di qualità grandi marchi e presentati a metà dicembre a Roma. Dall'intervista dei proprietari di duecento ristoranti di livello medio alto un terzo di loro ha dichiarato di scegliere i vini da vendere nel proprio locale dapprima in base all'origine tedesca e poi alla popolarità del vitigno e alla notorietà del marchio. Analizzando invece le scelte di un migliaio di consumatori che bevono abitualmente vino fuori casa di fascia alta, questi hanno scelto quasi alla pari il criterio della tipologia e quello della zona di produzione preferendo Germania, Francia e Italia. Risultato: l’import dei vini imbottigliati scende di oltre il 4% in volume, mentre il consumo di vino tedesco negli ultimi cinque anni è cresciuto del 3%.

Ma è possibile inveritre la rotta: se per molti degli intervistati i vini italiani consumati al ristorante mostrano prezzi in crescita non giustificati da una analoga crescita di qualità, la curiosità di sapere di più sui vini provenienti da altri paesi, Italia inclusa, resta forte. Occorre quindi lavorare sempre più sulla promozione e sulla conoscenza dei nostri vini, attraverso degustazioni ed eventi mirati. Il consumatore tedesco, è la conclusione dello studio di Wine monitor, vuole certamente sapere di più dei vini italiani, apprezzarli nella loro diversità e apprendere meglio la cultura e la tradizione enoica italiana.


Secondo i dati elaborati dall’osservatorio spagnolo del mercato del vino (Oemv) e riportati dalla rivista francese vitisphere, nei 12 mesi da luglio 2017 a giugno 2018 il commercio mondiale di vini confezionati in bag in box da 2 a 10 litri è stato di 4,3 milioni di hl pari a 588,9 milioni di euro, un aumento del 4% in volume e del 9% in valore. Continua quindi la crescita del bag in box che ora rappresentano il 2% dei volumi e il 4% del valore dei vini scambiati in tutto il mondo. La Francia è il principale paese esportatore di bag in box, con 99,5 milioni di euro in valore, seguono poi Germania e Italia. Per quanto riguarda il volume, invece la Francia è al quarto posto, dopo Sudafrica, Australia e Germania, con 427.000 hl. L’Italia invece è al terzo posto in valore con 73,3 milioni di hl e al quinto posto in volume, con 376.000 hl. Un bag in box venduto su dodici è quindi di provenienza italiana e tutti assieme realizzano un ottavo dei volumi esportati in tutto in mondo con un prezzo medio di 1,95 euro al litro.


Il ministero delle Politiche agricole ha reso noto i dati relativi alle giacenze di vini e mosti al 31 luglio 2018. I dati, ora ufficiali, possono differire leggermente da quelli pubblicati dal bollettino Icqrf Cantina Italia n. 14 del 2 agosto scorso.

Produzione Vino bianco Vino rosso Totale
Vino da tavola 3.109.651 2.899.381 6.009.032
Vini varietali 275.961 176.963 452.924
Vini Igt 2.809.888 5.320.144 8.130.032
Mosti di uve (compresi Igt) 1.049.398 702.810 1.755.140
Doc e Docg (mosti compresi) 6.700.912 10.870.738 17.571.650
Vini importati da paesi terzi - - -
Mosto concentrato - - 265.465
Mosto concentrato rettificato - - 237.217
TOTALE 13.628.109 16.598.292 34.421.460

 

Commercio Vino bianco Vino rosso Totale
Vino da tavola 689.243 720.774 1.410.017
Vini varietali 83.767 57.338 141.105
Vini Igt 283.088 724.884 1.007.972
Mosti di uve (compresi Igt) 89.733 88.327 179.556
Doc e Docg (mosti compresi) 1.765.479 1.161.654 2.927.133
Vini importati da paesi terzi 3.830 4.574 10.708
Mosto concentrato - - 15.544
Mosto concentrato rettificato - - 99.837
TOTALE 2.799.175 1.949.868 5.791.872

È di 6602 ettari la superficie autorizzata nel 2019 a costituire nuovi impianti viticoli. Lo ha stabilito il decreto n. 6638 del ministero delle Risorse agricole del 14 dicembre scorso. Il valore di 6602 ettari, pari all'1% della superficie vitata nazionale, è comprensiva delle superfici autorizzate nel 2108 ed oggetto di rinuncia. Il decreto è in corso di pubblicazione sulla Gazzzetta ufficiale della Repubblica italiana.


Dopo numerosi anni di calo dei consumi di vino, l’Italia sembra avere invertito la tendenza registrando negli ultimi cinque anni una crescita dell’8%. Lo sostiene una analisi della Coldiretti presentata ieri a Roma durante il convegno dal titolo Mercati del vino e innovazioni in vigna. L’Italia, con 22,6 milioni di ettolitri nel 2017, è il terzo paese consumatore di vino dietro a Stati Uniti con 32,7 milioni ed una crescita del 5,7% nel quinquennio considerato e Francia con 27 milioni (-2,8%). In termini di percentuale, invece, l’Italia è al secondo posto superata solo dalla Cina con +8,2%. Secondo la Coldiretti è in atto una rivoluzione sulle tavole degli italiani con i consumi che dopo aver raggiunto il minimo hanno invertito la tendenza con una decisa svolta verso la qualità. I consumi di vino sono in crescita anche a livello mondiale, i dati Oiv citati nel corso del convegno indicano un totale di 244 milioni di hl nel 2017 e un aumento del 2% in un anno. Di riflesso, cresce anche la produzione mondiale stimata in 279 milioni di hl con una crescita del 13% rispetto al 2017.


Dopo Livio Felluga, scomparso due anni fa, ci ha lasciati anche Angelo Jermann, un altro capostipite del vino friulano di qualità. 95 anni, discendente di una famiglia di agricoltori austriaci giunta a Farra d’Isonzo nel 1881 dalla zona di produzione vinicola del Burgenland, Angelo Jermann non ha mai smesso di occuparsi personalmente dei suoi vigneti, in una continua ricerca dell’eccellenza in tutti i suoi aspetti. A lui si affianca negli anni Settanta il figlio Silvio, laureatosi in enologia a San Michele e a Conegliano, e padre e figlio iniziano assieme una nuova avventura, realizzata con vini di altissima qualità capaci di ottenere ancora oggi il plauso unanime dei mercati e gli allori di numerosi premi internazionali. Ultimo traguardo raggiunto è stata nel 2007 l’inaugurazione di una seconda cantina a Ruttars, sempre nel goriziano. Ora, dopo la morte a novembre di sua moglie Bruna, rimangono a continuare la tradizione di famiglia i due figli, Marcella con il genero Giuseppe, e il già citato Silvio assieme a numerosi nipoti.


I dati del Bulk Wine Club lo confermano: il consumatore svedese nella prima metà di quest’anno ha quasi dimezzato gli acquisti di vino sfuso. Tradotto in cifre, 170.000 hl e 330 milioni di corone svedesi (circa 32 milioni di euro) pari al -44% in volume e -24% in valore ma nello stesso periodo sono aumentate vistosamente le vendite di vino imbottigliato e nei bag in box. Il calo delle spedizioni di vino sfuso è presente in tutti i principali paesi esportatori, dal -22% della Spagna e dal -42,9% del Sudafrica fino al -66,5% della Francia e al -76,5% dell’Italia. Questi paesi hanno visto però aumentare le loro vendite di vini imbottigliati, spumanti e bag in box, indicando che la Svezia si sta concentrando sempre più sui vini con un maggiore valore aggiunto. E proprio gli spumanti registrano la crescita più vistosa: +49,7% per l’Italia, +19,9% per la Francia, +26,2% per la Spagna mentre il bag in box cresce in modo più omogeneo per i tre paesi europei: +11%, +10,4% e +17,9% rispettivamente.


Misurare e monitorare lo sviluppo delle uve nel vigneto ma anche fornire adeguata assistenza al momento della vendemmia. Tutto questo è ora a portata di una app per smartphone, sviluppata dal National Wine and Grape Industry Center (Australia) e dai ricercatori della Charles Sturt University. Dopo avere fotografato un grappolo di uva la app fornisce una stima delle dimensioni medie degli acini e i loro colore e con queste informazioni il viticoltore può tracciare un grafico di crescita e di maturazione. E poiché ogni sfumatura particolare del cambiamento di colore dell’acino si riferisce ai cambiamenti nello stile sensoriale del vino, affermano i ricercatori australiani, essere in grado di misurare e tracciare il cambio di colore consente di prevedere il momento ottimale per la raccolta delle uve allo scopo di ritrovare lo stile di vino particolare che il viticoltore vuole produrre. Gli stessi dati, inoltre possono essere utilizzati per controllare lo stato di salute e la consistenza dei grappoli nonché per monitorare eventuali sviluppi negativi nella maturazione e nel raccolto. La app, dal nome WineOz SmartGrape, è già scaricabile liberamente da Google Play per dispositivi Android.


Cerca nel sito

Questo sito non utilizza cookie di profilazione per fini pubblicitari ma solo cookie tecnici o di terze parti come Google Analytics, Facebook o Twitter.
Continuando a visitare questo sito si accetta il loro utilizzo.