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Nozze d’argento per la ProWein di Düsseldorf che infatti inaugura oggi la sua 25° edizione. Numerose le novità presentate per i tre giorni della manifestazione, tra queste uno stand collettivo del governo giapponese sul tema Sake e sui vini di Koshu. Ma l’Italia è particolarmente attesa per questa edizione: a Düsseldorf verrà infatti ufficialmente presentata la prima vendemmia del Pinot grigio Doc delle Venezie, sempre più richiesto dai consumatori esteri con il 37% della quota export negli Stati uniti, 27% in Gran Bretagna con e 10% in Germania. Attenzione ai vini italiani anche da parte della associazione tedesca dei sommelier che lascerà aperto nelle sue degustazioni il tema Italia e offrirà alla conclusione della prima giornata della fiera vini spumanti tradizionali con fermentazione in bottiglia di viticoltori italiani. Grande attenzione verrà poi posta nel padiglione 13, dedicato ai vini biologici, dove troveranno spazio tutte le principali associazioni di viticoltura biologica della Germania, Italia e Francia oltre a numerosi altri espositori individuali. Offerta ampliata infine nel padiglione 9, dove saranno presenti, in forma completa, i paesi vinicoli d’oltremare, come Australia, Argentina, Cile, Canada, Nuova Zelanda, Sud Africa e Usa.


Come richiesto un anno fa dalla Commissione europea, le associazioni internazionali delle industrie europee di vino e bevande alcoliche hanno congiuntamente presentato nei giorni scorsi a Bruxelles una proposta di autoregolamentazione della etichettatura, inserendo così l’obbligatorietà per tutte le bevande contenenti alcol, anche oltre l’attuale limite dell’1,2%, di indicare in etichetta la lista degli ingredienti e la dichiarazione nutrizionale. La proposta fa essenzialmente perno sulla possibilità, da parte del produttore, di scegliere se indicare queste informazioni direttamente in etichetta o rimandarle online su una pagina web attraverso un codice a barre o un QR code. Per quanto riguarda invece l’indicazione delle calorie, la Commissione europea aveva chiesto di utilizzare 100 ml di bevanda come quantità di riferimento per il calcolo, mentre i produttori chiedono di potere fornire le stesse indicazioni anche per singola porzione, considerando che 100 ml sono molti per un superalcolico e pochi per un vino o una birra.

Tocca ora alla Commissione europea esprimere un giudizio sulla proposta di autoregolamentazione e, se positiva, inizierà un periodo di due anni in cui verranno presentati dei rapporti settoriali sulla sua introduzione progressiva fino a sfociare in una relazione completa sulla sua attuazione prevista nel marzo 2021.


L'export vinicolo italiano ha superato nel 2017 la cifra psicologica di 6 miliardi di euro. a tale valore ammonta infatti il totale di vini e mosti venduti sui paesi esteri lo scorso anno. E sono stati ivini spumanti, Prosecco in primis, che hanno permesso di ottenere questo exploit segnando un aumento del 13,7% in valore e del 9,8% in quantità. Bene anche i vini imbottigliati, con +4,8% in valore e +3,6% in quantità superando così i 12 milioni di hl.

  Valore in migliaia di euro Quantità in ettolitri
  2016 2017
provv.
% 2016 2017
provv.
%
Vini spumanti 1.196.685 1.361.053 +13,7 3.372.146 3.704.085 +9,8
Vini imbottigliati 4.004.471 4.196.031 +4,8 11.748.909 12.168.429 +3,6
Vini sfusi 385.162 394.606 +2,5 5.473.370 5.493.593 +0,4
Mosti 40.938 53.420 +30,5 259.470 324.081 +24,9
TOTALE 5.627.255 6.005.110 +6,7 20.853.894 21.690.189 4,0

Per la prima volta in 130 anni di storia la Coca-cola infrange un simbolico muro commerciale decidendo di produrre con il suo marchio una bevanda alcolica che sarà venduta all'inizio solo sul mercato giapponese. Il nuovo prodotto apparterrà alla categoria degli Chuhai, cioè composti da una base alcolica dai 4 ai 9 gradi e da una bevanda gassata aromatizzata e generalmente venduta in lattina.

La scelta della multinazionale americana non deve stupire più di tanto: in Italia siamo abituati a consumare solo Cola-cola classica o recentemente anche nelle versioni Zero o Light, ma all'estero è invece una tavolozza di colori e di sapori da bere. In Messico, Nuova zelanda e Giappone, per esempio, si può trovare la Coca-cola Citra con dentro limone e lime ma nel Regno unito e in Russia non può mancare la Coca-cola orange; in Argentina e in Cile si può bere Coca-cola life, con il dolcificante stevia al posto dello zucchero; in Francia, nel Nord America e in Europa centrale per restare svegli hanno la Coca-cola Blak, al gusto di caffè; tutto il mondo, tranne l'Italia, beve da più di trent'anni la Coca-cola Cherry detta anche Cherry Coke; altro pilastro di vendite è poi la Coca-cola Vanilla, anche questa in versione Zero o Light. Le leggi del marketing impongono di lanciare bevande sempre più innovative per categorie di consumatori sempre più distinti e per recuperare le energie spese durante i vari media planning non dimentichiamo infine la Coca-cola energy, con estratti di guaranà, caffeina e vitamine del gruppo B.

Con una conferenza stampa tenutasi l’altro ieri presso il centro congressi di Fiera Milano - Rho è stata presentata la prossima edizione del Simei, il salone internazionale macchine per enologia e imbottigliamento, che si terrà dal 19 al 22 novembre 2019. Non deve meravigliare se la presentazione del Simei avviene un anno e mezzo prima del suo svolgimento, ma nelle intenzioni degli organizzatori si è voluto evidenziare il cambio di marcia che la manifestazione vuole intraprendere con decisione. L’edizione 2019 sarà infatti contrassegnata da una maggiore apertura della fiera anche a tutte quelle filiere produttive affini al vino, come l’olio, la birra, le acque minerali e i soft drinks, che sempre più condividono con la enologia tecnologie, prodotti e accessori. Poi, grazie anche a nuove collaborazioni con le associazioni di categoria e importanti istituzioni come il ministero dello Sviluppo economico, l’Ice-agenzia, Simest e Fiera Milano, la 28° edizione del Simei ha come ulteriore obiettivo quello di raddoppiare la presenza di produttori, buyer e operatori professionali provenienti dai cinque continenti e, assieme ad Anformape, l’associazione nazionale fornitori macchine accessori e prodotti per l'enologia, programmare lo sviluppo di nuove iniziative per le imprese che aderiranno al progetto Simei.

Dagli ultimi dati statistici elaborati dall’Oiv è possibile tracciare un elenco dei principali vitigni conosciuti in tutto il mondo, comprendendo non solo il settore delle uve da vino ma anche delle uve da tavola o di uva passa. Sono infatti circa 10.000 le varietà di uva coltivate nei cinque continenti, ma le prime 13 rappresentano da sole un terzo della superficie totale.

Vitigno Superficie in ha Utilizzo
Kyoho 365.000 uva da tavola
Cabernet Sauvignon 340.000 uva da vino
Sultanina bianca 300.000 uva da vino, uva passa
Merlot 266.000 uva da vino
Tempranillo 231.000 uva da vino
Airen 218.000 uva da vino, distillazione
Chardonnay 211.000 uva da vino
Syrah 190.000 uva da vino
Grenache Noir o Garnacha tinta 163.000 uva da vino
Red Globe 160.000 uva da tavola
Sauvignon Blanc 121.000 uva da vino
Pinot Noir o Blauburgunder 115.000 uva da vino
Ugni Blanc o Trebbiano Toscano 111.000 uva da vino

Il più coltivato, con 365.000 ettari, è il vitigno Kyoho, di origine giapponese ma coltivato principalmente in Cina come uva da tavola. Il vitigno principale da uve da vino è invece il Cabernet Sauvignon, con 340.000 ettari, diffuso in tutto il mondo oggi ma principalmente negli Stati uniti, con il 9% della superficie nazionale.

L’export spagnolo di vino nel 2017 è cresciuto del 8,9% raggiungendo quasi 3,2 miliardi di euro, secondo i dati forniti dal vino Osservatorio del mercato spagnolo (Oemv). In particolare, si registra una forte crescita delle vendite di vini spagnoli in Cina, Canada, Portogallo, Italia, Svezia e Lituania, che hanno compensato le lievi perdite nel Regno unito, Norvegia, Irlanda e repubblica Ceca. In quantità l’export spagnolo è stato di 28,5 milioni di hl con un aumento del 3,2%. I vini Dop e gli spumanti hanno chiuso l'anno con dati positivi, dopo essere cresciuti del 7,6% in valore a 2,8 miliardi di euro e del 2,5% in volume fino a 22,8 milioni di hl.

Tra i principali clienti del vino spagnolo, Cina e Lituania aumentano straordinariamente le esportazioni, con una crescita rispettivamente del 25,6% e del 36,4%. La Cina, in particolare, diventa il quinto mercato per il vino spagnolo, con un fatturato di 190,2 milioni di euro. La Germania totalizza 410 milioni di euro, un aumento in valore del 7,2%, seguono Francia e Regno unito, dove tuttavia il vino spagnolo è leggermente aumentato (1 %) in volume ma è diminuito dello 0,1% in valore. Per quanto riguarda il Nord America, le vendite negli Stati uniti sono cresciute quest’anno con un ritmo leggermente inferiore del 4,8% in valore e del 10,5% in quantità, mentre quelle in Canada sono salite del 22,8% e del 45,9%.


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